COME SI FA A NON RICORDARE QUEI QUATTRO MORTI NEL DISASTRO DI GIAMMORO? UN ELICOTTERO CHE STENTA A DECOLLARE, CADE, PRENDE FUOCO, PROVOCA QUATTRO VITTIME, LASCIA TANTI INTERROGATIVI … Ecco quello che pubblicò TERMINAL nel numero di AGOSTO 2010, pochi giorni dopo il disastro:
Un Sindaco che non sapeva e che parla di “poteri forti” all’ASI, un amministratore che non conosce, testimoni che non hanno visto. Ma in che mondo viviamo? Eppure ci sono stati quattro morti! Su questo e su altre incongruenze, omissioni, reticenze, complicità dovrà fare luce la Magistratura! Tutto è successo qui, a due passi da casa nostra, nella zona industriale, spettrale cornice di un’area a vocazione turistica, all’interno della quale operano grandi e piccole aziende che costituiscono il volano dell’economia del comprensorio. I lavori sul torrente Muto e la circolazione della SS 113 dirottata per qualche anno ci hanno permesso di venire a contatto con il degrado e lo stato di abbandono della Zona: a parte gli “odori” nauseabondi emessi da alcune aziende, che hanno provocato feroci reazioni e proteste di cittadini, ambientalisti e politici (?), per anni i veicoli hanno circolato su un’arteria con il manto dissestato, la segnaletica inesistente, i guardrail coperti da siepi che occupavano anche la sede stradale, le immense pozzanghere formatesi nei giorni di pioggia, l’elevata velocità, la mancanza assoluta di controlli. Una terra di frontiera, fra la SS 113 e la costa tirrenica, di proprietà dell’ASI, acronimo che sta per Area di Sviluppo Industriale, con un proprio organigramma, un Consiglio Direttivo, un Presidente, un’assemblea, tanti dipendenti e il solito clientelismo grazie al quale si controlla più che essere controllati! Sono forse questi i “poteri forti”, prof. Pippo Sciotto? Detto da te, Sindaco di Pace del Mela, ex Assessore Provinciale, politico navigato, viene da rabbrividire! Alla drammatica notizia che il 12 agosto scorso, già alle 9, aveva destato enorme stupore a Milazzo, le televisioni nazionali avevano riservato la prima pagina, salvo poi relegarla, con il passare delle ore, fra le altre di cronaca, ritenendola una normalità. Lo stesso non avveniva sulle televisioni locali, dove si rincorrevano notizie frammentarie, conferme e smentite, interviste a chi affermava di sapere ma poi si rifugiava dietro i “non lo so”, “ero dentro”, “non ho visto”, “ho sentito”, testimonianze che non riuscivano a dipanare un’intricata matassa che doveva solo fornire i nomi delle quattro vittime, in un macabro rituale di reticenze e di omissioni, 2000 anni dopo San Pietro, per confermare che il rinnegare è attuale, nonostante i quattro corpi carbonizzati, senza un nome. L’unica certezza Domenico Messina, pilota del velivolo, riconoscibile per un orologio al polso scampato alle fiamme! Nonostante tutto, le dichiarazioni di un amico lasciavano aperte le porte alla speranza che il giovane barcellonese potesse essere in vita: “Forse è partito prima, forse è già atterrato…”. Dichiarazioni dettate dalla certezza che giornalmente ne partivano diversi voli, da quello spiazzale dell’ASI! Alla nostra direttrice, accorsa sul posto subito dopo la tragedia, avevano detto che forse erano tre persone della Lombardia; a qualche altro invece che si trattava di due maschi e due femmine; ad un altro ancora che erano pugliesi, in viaggio per le Eolie! Nonostante tutto, perché nessuno sapeva dei voli? E dell’esistenza di un distributore di carburante? E del noleggio quotidiano? E della quota richiesta? Una persona intervistata ha dichiarato che avrebbe dovuto pagare 400 euro, lui e la moglie, incluso il gommone per raggiungere Salina da Vulcano! E la copertura assicurativa? E l’autorizzazione al decollo? Ma ci sono degli interrogativi ancora più inquietanti: è vero che la zona era stata evacuata subito dopo il disastro? Che prima dell’arrivo degli inutili soccorsi altri velivoli erano stati fatti levare in volo, come se si dovessero cancellare le tracce? Con quale cinismo è stato suggerito tutto questo! E’ vero che questi elicotteri atterravano anche a Milazzo, nello spiazzale della vecchia Stazione ferroviaria, a due passi dal Porto?
Ci sono quattro cadaveri carbonizzati, nella Zona Industriale di Giammoro! Nonostante tutto, nessuno, dopo diverse ore, riesce a dare un nome! Non ci riescono le Forze di Polizia, spetterà ai familiari il triste riconoscimento. Già, ma come fare a rintracciare i familiari? Solo sperando che si sarebbero presentati sul posto quelli che sapevano che i loro congiunti avevano preso uno di quei voli per andare alle Eolie! E fra questi, individuare gli unici rimasti nel piazzale, sconvolti dalla notizia e seguendo un tragico presentimento, accorsi da Milazzo, con il cuore in gola, pregando Dio, fra le lacrime e in preda alla disperazione! La loro insistenza e la loro rabbia hanno permesso di squarciare il velo di omertà, a perforare il muro di gomma al di là del quale gli inquirenti dovranno cercare i “poteri forti”, oltre che far luce sui punti oscuri e gli inquietanti interrogativi.
Oggi la città è in lutto, domani tutto passerà, perchè la vita deve continuare. Per chi resta, e anche per i congiunti che mai e poi mai potranno trovare conforto o rassegnazione, ma pretendono giustizia e verità!
La storia è fatta di eroi, ieri come oggi, vittime del dovere, della mafia, della criminalità, di un attentato, in guerra, del nemico. Questa martoriata terra di Sicilia, dal 12 agosto 2010 ha quattro nuovi eroi: Domenico Messina, Pippo Adige, Davide Taranto, Enzo Fricia. Noi ricorderemo i loro nomi come un tributo pagato non alla mafia, né al terrorismo, né tanto meno ad un conflitto fra popoli, ma alla nascita di una nuova era, per vincere la lotta contro l’omertà, la connivenza, il cinismo, le omissioni, i “poteri forti”. Magari assai diversi da mafia, terrorismo, criminalità, ma proprio per questo più difficili da debellare e estirpare!