di Cristoforo TRAMONTANA
Che paese è quello che rinnega la Storia, che popolo è quello che, per ignoranza o opportunismo, cede alle lusinghe del revisionismo, che Stato democratico può definirsi tale se l’informazione divulgata nega, riesamina e distribuisce menzogne all’unisono? Sono contesti corrotti e moralmente marci quelli nei quali la verità è storpiata, narrata per tornaconto o addirittura distorta per luridi connubi imperialisti, incuranti per le migliaia di morti che l’espansionismo annovera per affermarsi.
E di efferato espansionismo è intrisa la guerra in Ucraina, di accerchiamento della Russia (non quella di Putin ma, Madre Russia per come la storia la colloca), di installazione di basi militari, di ricatto economico, di appropriazione indebita ma, preconfezionata, di grandi fette di mercato. Quel che emerge in maniera preoccupante è ciò che scaturisce verso coloro che narrano una storia diversa dal comune eloquio; diversa sì ma, documentata e verificata.
Per 8 lunghi anni, i media hanno consapevolmente taciuto su quanto stava accadendo in Ucraina. Inizialmente si parlò di Golpe poi si tacque definitivamente. Ma coloro che seguimmo, giorno dopo giorno, i fatti derivati da quel Colpo di Stato, oggi siamo ciarlatani, bugiardi, anti americani e putiniani.
Sarebbe interessante ascoltare su You Tube le conferenze di Giulietto Chiesa che, da mitomane, visionario e pazzo, indicò passo passo, cosa sarebbe accaduto da quel lontano 2014 fino ai giorni dell’invasione. E non sbagliò nessuna delle sue previsioni! Strano per un demente utopista.
Nella notte tra il 21 e il 22 novembre 2013, all’indomani della decisione del governo di sospendere le trattative per la conclusione di un accordo di associazione tra l’Ucraina e l’Unione Europea destinato a diventare un accordo di libero scambio globale e approfondito, scoppiarono tumulti causati da gruppi filo-europeisti.
Nei giorni successivi, a Kiev, gli scontri tra forze governative e manifestanti, si fecero sempre più violenti e la protesta degenerò in una vera e propria Rivoluzione che costrinse Viktor Janukovyč, presidente ucraino, a fuggire dalla capitale. Un architettato Colpo di Stato al fine di eliminare il presidente ed il Governo cari al Cremlino. Tutto ciò prese il nome di Euro Maidan, con i chiari riferimenti all’Europa, accostati alla Piazza centrale di Kiev, nella quale prese vita il golpe.
Caduto il Governo di Janukovyč, le milizie di stato e truppe naziste iniziarono durissime rappresaglie contro le popolazioni russofone e contro i filo russi, uccidendo migliaia di persone decisamente contrarie a l nuovo assetto politico ucraino. Rimasero in strada centinaia di corpi dilaniati, a far da deterrente per coloro che non intendevano arrendersi, morte e distruzione regnarono a lungo in quei luoghi.
L’escalation stragista portò al massacro di Odessa, del quale oggi ne ricorre il 9° anniversario. Gruppi neo nazisti attaccarono la sede del Sindacato, dando fuoco al palazzo. Dalle finestre di quello stabile incendiato si lanciarono disperatamente decine di impiegati, e coloro che cadevano al suolo ancora in vita ricevevano il colpo di grazia dall’assassino di turno. I morti uccisi o arsi vivi furono 48 e mai ricevettero giustizia. La compiacenza dei governi ucraini verso quell’immane massacro fu sempre chiara ed esplicita.
Un interrogativo sorge spontaneo: “Perché Putin non mosse un dito all’epoca del rovesciamento del governo filo russo?”.
Oggi fila spedita la frase: “c’è un aggressore e c’è un aggredito “.
Come mai lo stesso concetto non si sviluppò all’epoca delle stragi? Perché di “aggressore” non si parlò mai nella guerra in Iraq (nonostante i falsi pretesti di Bush)? E nella ex Jugoslavia? Perché il Kosovo può autodeterminarsi e il Donbass no? Interrogativi che dimostrano ampiamente l’ipocrisia che stampa e governi hanno abbracciato per cancellare quanto avvenne e accerchiare la Russia, ultimo spazio libero da basi missilistiche USA! Il ritornello dell’infame aggressore e del povero aggredito assume valenza solo dal 20 febbraio 2022!
Ma quanto accadde in Ucraina, sulla lapalissiana spinta statunitense, demolì in maniera vile e meschina, i precedenti accordi di Minsk, del 5 settembre 2014, che prevedevano: Rimozione di gruppi illegali armati, attrezzature militari, così come combattenti e mercenari dal territorio dell’Ucraina sotto la supervisione dell’OSCE. Disarmo di tutti i gruppi illegali. Adozione dell’ordine del giorno per la ripresa economica e la ricostruzione della regione di Donbass, in Ucraina orientale.
Chi sono i “traditori”? chi ha aggredito chi?
Nel 1990, durante il Governo Gorbaciov, al presidente russo fu garantita la cessazione dell’allargamento ad est degli USA, che avrebbe compromesso la sicurezza interna della Russia con l’installazione di basi, a ridosso dei suoi confini. Poco dopo, gli yankees, annunciarono l’ingresso di Georgia e Ucraina, nel patto atlantico! Un aspetto che desta stupore e rabbia, viene rivelato dal fatto che, Asia, Africa e America Latina, cioè l’87% della popolazione mondiale, stanno dalla parte della Russia e delle ragioni per le quali Putin ha invaso la vicina Ucraina dopo che aveva lasciato fare, nel 2014. Una prova in più che le sanzioni approvate non hanno alcun valore destabilizzante per Mosca e dintorni.
E l’Italia? Perfettamente allineata, e pronta ad esprimere ipocrisie e falsità sull’argomento, dimenticando che nel 1999 il governo presieduto da Massimo D’Alema autorizzò l’uso dello spazio aereo italiano per la guerra della Nato contro la Serbia di Milosevic, scoppiata per la crisi in Kosovo. Anche i nostri aerei andarono a bombardare, e sappiamo tutti che Belgrado non si trova in Africa!
E’ vrgognoso vietare all’arte e agli artisti di esibire il talento. Vergognoso impedire corsi culturali su Dostoevskij. Vergognoso annullare i balletti di Cajkovskij. E vergogna anche acquistare gas russo, da paesi che lo rivendono a prezzi di gran lunga maggiorati. Cosa ce ne viene da questa guerra? Quanto dovrà costarci l’impiego ossessivo di armi e denaro, affinché gli USA possano espandere il loro totale dominio sul pianeta? La Storia tramutata in bufala è, e rimane, semplicemente sguaiata bugia!
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