ALCUNI ESEMPI E QUALCHE FOTO PER DIMOSTRARE CHE QUELLA CATEGORIA MERITEREBBE PIU’ RISPETTO PER IL DURO LAVORO CHE SVOLGE. E INVECE…
Queste foto sono state scattate all’autocompattatore che, ogni santo giorno, svolge il suo lavoro in corrispondenza alla rotatoria di Piazza Roma. Un modo sicuramente pericoloso poiché invade metà della rotatoria, in barba ad ogni regola. Ma soprattutto un lavoro in più che grava sugli addetti alla raccolta: purtroppo il posizionamento dei cassonetti al termine della Via Cristoforo Colombo non consente alternative, ragion per cui l’autista e gli operatori sono costretti a compiere manovre scomode, spostando la transenna (che al momento impedisce la circolazione verso il lungomare), effettuare la retromarcia, svuotare i contenitori, rimettere la transenna al proprio posto, ripartire… Ovviamente nessuno ha trovato il modo di risolvere il problema, magari spostando i contenitori in una posizione più “agevole” per gli operatori ecologici… Ma non è la sola “anomalia” che si riscontra, e che permette di scrivere qualcosa a favore degli operatori ecologici: categoria da sempre bistrattata, spesso e volentieri i dipendenti si vedono costretti a reclamare salari o spettanze che i gestori del servizio negano in una sorta di scaricabarile che vede protagonisti i titolari degli appalti precedenti, le amministrazioni, i politici, i nuovi gestori… E non ci fermiamo qui: la carenza di uomini e mezzi non consente un servizio efficace, che va dallo spazzamento delle strade che si presentano sporche, alla presenza quotidiana in tutte le vie del centro e della periferia, alla estirpazione delle erbe che sono libere di crescere al punto da … prevedere un appalto per restituire decoro. Ma di chi è la colpa se l’erba è cresciuta a dismisura e nessuno l’ha rimossa con una semplice spazzata? E allora per quale motivo far pagare ai cittadini un lavoro che è diventato “straordinario” solo per negligenza ed incuria delle ditte che si aggiudicano gli appalti ed operano con personale inferiore a quello necessario, solo per risparmiare, a vantaggio del profitto?
Ci sono altri esempi segnalati, che assolvono in pieno gli operatori ecologici da presunte responsabilità: il tempo di svuotamento dei cassonetti e lo svolgimento delle operazioni che, svolte non in orari notturni, recano intralcio alla circolazione. E’ il caso di dire che si tratta di operazioni che prevedono pochi minuti se… se tutti i cassonetti fossero in condizioni ottimali di funzionamento (non dimentichiamoci che molti sono rotti e si muovono a stento…), e se i cittadini fossero rispettosi del lavoro che viene svolto. Il conferimento di ogni sorta di rifiuti, compresi quelli che devono essere differenziati, riempiono oltre misura i cassonetti, costringendo molti utenti a depositare per terra i loro sacchetti. Per cui spesso, attorno ai cassonetti, è necessaria una radicale opera di bonifica e di raccolta: tale operazione comporta per gli operatori ecologici una perdita di tempo, e causa ritardi sul percorso stabilito. Avete presente certi treni che non riescono più a recuperare il ritardo accusato in partenza, e strada facendo lo aumentano? E’ la stessa cosa! Evidentemente non tutti sanno che anche i lavori di raccolta e svuotamento vengono programmati, e i tempi sono stabiliti in maniera tale da non incidere sul traffico che aumenta man mano che si superano determinati orari. Per ovviare agli inconvenienti, occorre rispettare le norme fissate per il conferimento; solo così si avranno cassonetti svuotati in tempo reale, tempi di percorrenza rispettati, e nessuna richiesta di far lavorare questi nostri amici (nei confronti dei quali non tutti hanno mostrato rispetto per i compiti che assolvono) nel cuore della notte! Anche perchè di notte ci sono delle persone che vorrebbero dormire: no, non loro, ossia gli operatori ecologici, ma quelli che verrebbero disturbati dal rumore del compattatore che raccoglie i rifiuti.
(Antonella Ruggeri)
Leggo con piacere queste righe che, nel caso ce ne fosse stato bisogno, raccontano la situazione complicata nella quale vive la città ed i suoi operatori ecologici. Rimango perplesso a fronte delle giustificazioni che vengono addotte. Per lavoro son costretto a vivere molte città in giro per lo stivale e devo purtroppo contraddire certe affermazioni. In molti paesi, delle dimensioni di Milazzo o più grandi, gli operatori partono con il loro servizio alle sei di mattina e spazzano le vie cittadine, raccolgono la spazzatura (anche quella buttata in giro per la città dai soliti coglioni che si sentono invisibili e sopra le parti), e fanno il tutto entro le 8/8.30
Poi continuano il loro giro sino a tarda mattinata, avendo però fatto il carico del grosso, senza intralciare il traffico cittadino mattutino. Non so adesso se le cause siano da attribuire tutte ai macchinari, alla negligenza dei milazzesi o al clima, ma sta di fatto che Milazzo è perennemente sporca. La marina Garibaldi viene pulita in maniera talmente superficiale che potrebbe farlo meglio un bambino di dieci anni, e credo sia difficile dare colpe ad altri se non a chi dovrebbe e non fa. Le difficoltà le capisco, sono una persona che lavora e tanto, quindi chi fatica merita rispetto, ma la presa per i fondelli della colpa degli altri, sempre, ormai sa solo di piaggeria o vittimismo. Non è possibile pulire le strade con le ramazze come 40 o 50 anni fa; ci vogliono macchinari e se la ditta che ha vinto l’appalto non ne possiede, fuori per mancata capacità operativa; Diciamo che bisognerebbe ripartire da zero e dimostrare che il servizio valga la spesa. Cordialmente