IL SOLITO GUARDRAIL CHE NON REGGE L’AUTO, E QUINDI NON OFFRE ALCUNA PROTEZIONE IN CASO DI INCIDENTI. FINO A QUANDO NON CI SARA’ IL MORTO, POSSIAMO DIRE DI AVERE AVUTO FORTUNA! MA FINO A QUANDO?
Pubblichiamo le foto del tratto di asse viario a seguito dell’incidente di sabato mattina, 15 dicembre 2018. Foto che non diranno nulla ai curiosi, ma che possono servire a stabilire le responsabilità, non tanto del veicolo e del suo conducente, quanto piuttosto di chi avrebbe il compito di mettere in sicurezza un tratto di strada che presenta delle criticità ed è altamente pericolosa!
Probabilmente non tutti sanno che l’incidente e la conseguente uscita fuori strada del veicolo sono avvenuti in un punto in cui il guardrail era già “sdraiato” e quindi non ha offerto alcuna protezione.
A tal proposito, le due foto indicate con A e con B riflettono esattamente lo stesso punto. Si tratta di un varco abusivamente aperto nel corso dell’installazione di un’antenna ripetitrice. Al di là di autorizzazioni o meno quel che terrorizza è quello sperone di guardrail che punta come una lancia verso chi avesse la sventura di sbandare in quel punto finendovi infilzato. Com’è mai possibile che simili abusi siano stati perpetrati in danno a tutti senza che chi ha la proprietà dell’Asse viario si sia accorto di ciò. Come è mai possibile che ancora la situazione sia quella di 3 anni or sono???
Certo, se il guardrail fosse stato integro la vettura non sarebbe volata giù, considerato che l’urto è stato solo di striscio con un’incidenza molto modesta.
Dalle foto pubblicate si nota una frenata parallela, sempre nella stessa direzione (verso Corriolo) che porta dritta al guardrail, pochi metri più avanti dello sfondamento. Potrebbe trattarsi di due veicoli che nell’affiancarsi si sono scontrati finendo uno giù dalla scarpata e l’altro con qualche ammaccatura del quale, però, non v’era traccia. E non sarebbe la prima volta… E’ solo una ipotesi, ma con questo non vogliamo suggerire nulla a chi ha il compito di condurre alla verità!
Carissima Redazione, la “sensazione” di un territorio ormai lasciato allo sbando è talmente palese, che rischiamo l’intossicazione da notizia. Milazzo, in quasi sessanta anni, non l’ho mai vista così mal messa e soprattutto, maltrattata. Gli ingredienti son sempre gli stessi, maleducazione, presunto amore (ma solo egoismo allo stato puro), dei suoi cittadini, che vantando una presunta “proprietà per nascita”, la usano e la sputano come un qualsiasi oggetto sostituibile in qualsiasi momento; e, ormai non è più una notizia, una amministrazione che sta mostrando tutte le sue incapacità e inadeguatezze seriali. Al di la del momento economico contingente ( ma dalle nostre parti alle crisi economiche siamo abituati come pochi), tutto il sistema pubblico sembra intossicato da una gestione talmente deficitaria che l’idea che gli uffici della dirigenza comunale siano vuoti sette giorni su sette, è ormai palpabile. Mentre l’amministrazione vive le sue lotte politiche interne, la macchina amministrativa è ferma ai box, senza idee e senza organizzazione. E quindi si accumulano le carenze, i ritardi, i vuoti e la città soffoca, tra spazzatura e tra buche e disservizi; tra maiali che pascolano alla stazione, isola lontana ed abbandonata, e un verde pubblico talmente poco curato che le oasi del deserto vincerebbero a man bassa il confronto. Continuo ad invitare amici “dello stivale” a visitare queste terre baciate dalla fortuna e dalla bellezza, ma ormai ho finito le scuse e le giustificazioni. Non so più cosa raccontare a chi arrivando a Milazzo, si trova davanti questo “circo Barnum” da tre soldi, ormai dismesso. Arrivi a piazza San Papino e vedi un reperto storico della nostra tradizione e cultura, abbandonato a marcire, in bella vista, come oggetto abbandonato in fretta e furia, come uno dei tantissimi sacchetti di spazzatura. Le strade e la sicurezza conseguente, sono un tasto talmente dolente che ci sarebbe solo da vergognarsi. E probabilmente qualcuno, nel palazzo, ancora lo fa. Ma siamo lontanissimi dalla fase di vergogna personale che sfocia in operativa capacità di risolvere il problema. Gli assessori stanno pianificandosi il futuro e quindi, ci “fanno sognare” con progetti immaginifici; l’ecoporto in marina (mi trattengo dal commentare l’idea assurda ed inutile); la sistemazione della spiaggia di Vaccarella che, causa i porticcioli turistici, le amministrazioni comunali, per pochi soldi, ne hanno distrutto l’ecosistema rischiando la sparizione di una parte fondamentale di un quartiere che, per secoli, ha vissuto del suo mestiere, ed adesso non sa a che santo votarsi. Ma la base, la sostanza dalla quale partire, è dimenticata. L’asse viario è una delle strade più pericolose che abbia mai percorso, e se piove, diventa una trappola mortale. I rischi son perennemente dietro l’angolo, e questo silenzio assordante di chi dovrebbe “tutelarci”, è quanto meno imbarazzante. Probabilmente negli uffici si impara a far finta di nulla. Sempre che, nel frattempo, non ci scappi (sperando sempre di no), il morto. Ma dobbiamo arrivare a questo? In attesa del miracoloso addio di questa amministrazione, speriamo e preghiamo. Questo è gratis, e non ce lo possono togliere. Grazie come sempre per l’ospitalità. Paolo
La condivisione del commento di “Paolo” è talmente scontata che mi induce a supportarla, guardando agli ulteriori aspetti legati – soprattutto – alla sicurezza stradale, essendo già scontate tutte le sue doglianze più strettamente legate alla DISamministrazione della quale siamo tutti vittime.
Vittime incolpevoli ??? – Ahinoi, purtroppo no. Abbiano voluto gli attuali eletti…, abbiamo gioito con essi e per essi…, ci siamo profusi in plausi e complimenti a iosa ed ora…, raccogliamo frutti che si sono appalesati fatalmente scadenti in qualità e struttura fin dal loro “sbocciare”; oggi, quindi, a ragion veduta, il verbo va coniugato con quello più consono, sopprimendo la “S” perché nessuno è stato promosso.
Asse Viario: La sua genesi è nota e gli accadimenti ad esso connessi potrebbero sembrare storia trita e ritrita considerato che più volte, doverosamente e da più parti, si è tentato di indirizzare verso interventi immediati, VERI e definitivi per la messa in sicurezza dell’arteria in questione. Ma la solita, inspiegabile, inerzia (forse anche inedia) non ha portato alcun risultato, anzi, il singolo incidente che balza alla cronaca di tanto in tanto, dopo le routinarie polemiche, col tempo passa nel dimenticatoio e tutto torna ad una normalità che normale non è, per ridivenire polemica al successivo incidente.
Tra l’altro non sono bastati tutti gli incidenti stradali sui quali anche la Gazzetta Del Sud ha fatto una tragica ricostruzione con il suo articolo del 26 giugno 2016 alla pag. 41 elencando “decine di incidenti e otto vite spezzate solo nei primi sei mesi dell’anno”.
Ma nemmeno questo ha smosso le coscienze; gli incidenti continuano a verificarsi (ne è prova l’ultimo del 15 dicembre, segnalato dalla Redazione Terminal), né l’Amministrazione – proprietaria e responsabile dell’Asse – dimostra di avere interiorizzato l’obbligo della tutela di quanti transitano su quella “mulattiera” stante lo status derivantele dal “Decreto del Dirigente Generale del Dipartimento Regionale Lavori Pubblici n. 901/16 del 25 giugno 2007” .
A tale proposito, tenuto conto dello stato di abbandono dell’Asse Viario, della sua pericolosità, della inadeguatezza che via-via si accentua per mancanza di manutenzione ordinaria e straordinaria, per una segnaletica stradale inesistente o fuorviante ed in taluni casi erronea, giova ricordare ancora una volta che” la custodia esercitata dal proprietario o gestore della strada […] può ben essere affermata la responsabilità per danni che conseguano all’assenza o all’inadeguatezza di tali elementi di protezione (cfr. Cass. n. 6306/2013 e Cass. n. 24529/2009)”. E’ certamente ovvio ritenere che tale inappellabile parere sia a conoscenza di chi di dovere e perciò è veramente incomprensibile ed inaccettabile il perché di tanta incuria e disattenzione nonostante da più parti provengano grida di allarme.
Grida, peraltro non strumentali o ingiustificate, ancorché suffragate dai tantissimi incidenti che purtroppo sono tragica conseguenza di comportamenti errati e di una disaffezione senza limiti verso quella che i ben pensanti continuiamo con orgoglio a chiamare “la nostra Città”
firmato Gianni
C è ANCHE DA DIRE CHE NESSUNO RISPETTA LE PRECEDENZE,FRECCE,VELOCITA’ QUINDI LA COLPA NON E SOLO DELLA STRADA O DELL AMMINISTRAZIONE L AUTO LA GUIDA IL GUIDATORE E SA CHE DEVE GUIDARE NON A 100 120KM ORARI MA AL DI SOTTO E COME INSEGNANO ALLA SCUOLA GUIDA IN BASE ALLE CONDIZIONI DELLA STRADA,VIABILITA’ E DALLE CONDIZIONI ATMOSFERICHE QUINDI SE C è UN LIMITE DI 80 UNA PERSONA PRUDENTE SA CHE IN QUELLA STRADA GIA’ E TROPPO è UNA STRADA DA 50 KM ORARI MASSIMO
Antonino buonasera, concordo con lei, in buona parte. Ma vorrei evidenziare che ormai il legislatore ha “scaricato” molti degli obblighi sugli automobilisti. Gomme termiche, o catene a bordo ( e vorrei vedere a Milazzo quanti hanno l’uno o l’altro, ma chi controlla?); strade che sono realmente pericolose e che dovrebbero essere sistemate senza se e senza ma. Si trattasse di una proprietà privata l’amministrazione pubblica gli sarebbe piombata addosso con tutto il peso per metterla in regola. Qui non si tratta solo di non rispettare il codice della strada, o quello del buon senso. Qui si parla di strade ridotte talmente male che il morto potrebbe essere realmente dietro l’angolo. Ed a quel punto che facciamo? Ce la prendiamo con il defunto?. Non avrebbe senso una maggiore vigilanza sul territorio e la manutenzione ordinaria del bene comune? Se i vigili ci fossero e multassero; se i carabinieri non facessero proclami del fine settimana sui fermati in guida sotto stato di….o in possesso di…, ma spargessero il loro sapere e le loro capacità nell’arco della settimana, alla fine di tutto, credo, che rimarrebbero in circolazione molte meno auto e le casse comunali sarebbero pronte ai lavori che, dicono, di non potere fare per motivi economici (cosa che non credo). L’asse viario, ma ci son tante vie da potere citare ad esempio che sarebbe dispersivo, è una fonte continua di preoccupazione. Erba che spunta da ogni dove, tanto da impedirne la visuale corretta in certi punti; Jersey che non vengono riposizionati e ripuliti (dagli accumuli di sporcizia e che mai ho visto pulire negli anni), ed ogni pioggia incanala fiumi di acqua e sporcizia come fosse un torrente calabro. Siamo all’apoteosi del senso di colpa. Il comune ha l’obbligo di garantire la percorribilità dei tratti sotto la sua responsabilità, in sicurezza. Il resto, mi scusi, son chiacchiere