SI E’ SPENTO OGGI. I FUNERALI SI TERRANNO DOMANI MARTEDI’ 25 SETTEMBRE ALLE ORE 16, A TORREGROTTA, NELLA CHIESA DI SAN PAOLINO VESCOVO.
Sì, proprio UNA VITA, perchè sono passati più di cinquant’anni da quando conobbi quel ragazzo che veniva da Torregrotta e frequentava la Scuola media “Luigi Rizzo”, e tanti altri ne sarebbero passati se non fosse andato via per sempre lasciandoci esterrefatti nel dolore e nell’angoscia. Cosimo Scarpaci faceva parte di quei numerosissimi ragazzi che in quei primi anni 60 raggiungevano Milazzo dai comuni vicini: i primi sacrifici disposti ad affrontare sin dall’età di dieci anni, non appena si completava la scuola elementare, per accedere ad un diploma superiore che molti dei loro genitori non avevano. Cosimo, seduto assieme a Santino Torre, apparve qualche anno fa in una foto scattata ai due compagni di banco e esposta alla Media “Luigi Rizzo” in occasione del 50° anniversario di inaugurazione della scuola. E fu lo stesso Santino Torre, oggi ingegnere, che incontratomi il mese scorso, mi chiese notizie del suo vecchio compagno di banco che aveva perso di vista…
Dopo gli anni della Media, il pendolarismo per tantissimi ragazzi continuò ancora per altri anni, poichè Milazzo ospitava anche parecchie scuole superiori.
Cosimo frequentò il Tecnico, così come veniva indicato il Commerciale, ospitato in quegli anni nei piani alti del palazzo comunale. Per la sua struttura longilinea ed il fisico asciutto, Cosimo venne prescelto fin dal primo anno per fare sport: il prof. Lorenzo D’Ondes, tra una boccata di Alfa e un’altra, impartiva a quei ragazzi ancora senza una tuta ed un paio di scarpette da tennis, i comandi insegnando loro a muoversi con il passo cadenzato, quindi a inanellare giri su giri in quella palestra a due passi dal comune, nel porto, che non era altro che un rettangolo in terra battuta, rossa, dove si tenevano le lezioni di educazione fisica. Buona volontà, costanza negli allenamenti, ma soprattutto tanta passione e, diremmo oggi, attaccamento ai colori sociali, che altro non erano che quelli del Commerciale “Leonardo Da Vinci”. Nel corso dell’anno ci attendevano le trasferte: a Messina, al campo dell’ex Gil, per rivivere l’emozione di quella terra rossa del campetto del porto, indossando finalmente la tuta, la maglietta, le scarpette chiodate, con l’impegno a “passarle” a chi era impegnato nella gara successiva; e con noi tanti altri ragazzi, centinaia, anche loro impegnati a difendere i loro istituti.
L’amore per l’atletica leggera e il tempo passato sui campi di gara e negli allenamenti fanno parte di quei ricordi che vengono rivissuti e raccontati anche a distanza di anni; di Cosimo e dei ragazzi del Commerciale ho scritto alcune pagine nel mio prossimo libro: ci sono, fra gli altri Paolo Filoramo, Angelo Greco, Salvatore Russo, Carmelo Sofia, Angelo Laquidara, Vito Regio, Enzo Formica… amici e rivali al tempo stesso, ma prima di tutto amici. E quell’amicizia, con tutti, nessuno escluso, si è rinsaldata nel corso degli anni successivi, quando lasciammo i banchi di scuola, quando cominciammo a capire che il mondo era anche fuori dalle classi di quegli istituti, quando, in una parola, diventammo responsabili di noi stessi. Pronti a tuffarci nel mondo del lavoro, a formare una famiglia, a mettere al mondo dei figli; a dare a questi ultimi la certezza di un futuro…
Cosimo, da Torregrotta, venne a Milazzo, e sposò Mariella Lipari, anche lei compagna di scuola. Il loro fu un amore nato in quegli anni, con la gioia di avere avuto quattro figli, che amano più della loro vita.
Ci vedevamo di frequente con Cosimo: la vicinanza da casa mia e la solita strada percorsa regolarmente favoriva gli incontri anche casuali, spesso più volte nel corso di una giornata, ma non era un dramma se non ci vedevamo per una settimana: sapevo che era lì, a cento metri da casa mia, a lavorare. Entrambi sempre il sorriso sulle labbra, ci salutavamo; quando il tempo lo consentiva, ci fermavamo anche per parlare del più e del meno, senza renderci conto che ripetevamo sempre le stesse: le gare, il professor D’Ondes, i compagni di scuola, quegli anni rimasti per sempre nella nostra mente. Ci rendevamo invece conto che erano passati i giorni, i mesi, gli anni. Lo vedevamo nei nostri lineamenti: i suoi capelli brizzolati, i miei che non c’erano più; o il fisico, rimasto asciutto il suo, notevolmente ingrassato il mio: Ma cosa importava? Quei brevi attimi ci consentivano di fare un tuffo indietro, di rinsaldare i vincoli di amicizia, di scoprire che quei sentimenti di ieri erano indistruttibili..
Poi… poi incontro ancora Cosimo, per l’ultima volta, poco fa… proprio sotto casa mia: la sua foto, il suo nome, la sua Mariella, i suoi figli…. tutti uniti nel dare l’annuncio affranti dal dolore che Cosimo Scarpaci, 67 anni come me, era andato via per sempre… Rimango attonito, smarrito, incredulo… Mi fermo a leggere, a rileggere, a leggere un’altra volta ancora… Poi, senza esitare, scatto la foto che mi permetterà di tenerlo con me in Terminal, per dedicargli un ricordo, un saluto, un abbraccio… Non so quanti saranno a leggere con me questo saluto, l’ultimo, per quel ragazzo di Torregrotta, arrivato a Milazzo per frequentare la media, e poi il tecnico, e poi sposarsi, e vivere, e mettere al mondo dei figli, essere orgoglioso di loro…. e sognare! Io tornerò a leggere questo saluto ogni volta che ne avrò voglia. Mi sembrerà di incontrarci ancora all’Italpane, o sotto casa mia, o davanti al bar… Con il passo di sempre, il fisico asciutto, il sorriso… e la riscoperta dei nostri ricordi che porteremo sempre con noi. Addio Cosimo, quando Dio vorrà continueremo a rivederci!