Si è spento nella giornata di ieri MICHELANGELO NASTASI, Michele per i tantissimi amici e conoscenti. In un articolo in cui abbiamo ricordato il 50° anniversario dello scontro di due treni in galleria, a Barcellona, gli abbiamo dedicato uno spazio, e abbiamo saputo da lui cosa successe in quella terribile notte.
Non tutti reggono al ritmo estenuante imposto dalle circostanze: sia i vigili che gli infermieri sono a loro volta soccorsi, perchè investiti dalle esalazioni del piombo tetraetile, tossico! “Bisognava procedere con cautela”, ci racconta Michelangelo Nastasi, milazzese in servizio presso l’ospedale di Barcellona. Michele ancora oggi porta sul suo corpo i segni dell’intossicazione, dopo avere subito diversi ricoveri resi necessari in una lunga lotta che ancora oggi combatte. “Una lotta che porto avanti da 50 anni, che mi ha visto ricorrere anche alle autorità sanitarie e politiche per vedere riconosciuta la gravità delle ferite che devastano il mio corpo. Quella notte ho profuso tutte le mie energie, non ho esitato un solo istante quando il dott. La Rosa, informato del disastro, ha messo in moto l’emergenza ed ha chiesto l’aiuto di tutti gli uomini in servizio. Nonostante fossi tecnico biologo e non infermiere, ho capito che non c’era tempo da perdere per salvare quelle vite umane”. Le foto della Gazzetta riprendono un Michele Nastasi giovanissimo, intento a soccorrere i superstiti e trasportare i feriti. “Eravamo in tanti in quelle ore, e man mano che il tempo passava, arrivavano sul posto anche i residenti di Barcellona, svegliati di soprassalto dal boato. Nella concitazione del momento organizzammo i soccorsi, senza badare troppo a quella marea nera e vischiosa sula quale ci muovevamo. Ci dissero di usare molta precauzione, poichè la sostanza era altamente tossica. Ci ammonirono del rischio di una esplosione. Ma noi continuammo ad andare avanti e indietro, perchè c’erano persone che stavano peggio di noi su quei treni: ogni istante di ritardo poteva nuocere a loro, non certo a noi. Non mi curai di prendere delle precauzioni, di indossare una maschera, di tirarmi egoisticamente da parte e limitare il mio accesso nel tunnel. In me prevalse il senso di responsabilità, non certo l’eroismo, come qualcuno disse. Era il nostro lavoro, eravamo stati chiamati a salvare delle vite umane, e rifarei ancora oggi quel che feci in quella terribile notte e nelle ore successive”.
Michele Nastasi si interrompe per un attimo. Non riesco a scorgere i suoi occhi, che copre sempre con occhiali scuri: le lacrime rimangono nel suo cuore, e gli bruciano dentro. “Per anni, dopo qualche mese dal tragico 15 giugno, ho avvertito disturbi. La mia professione mi ha consentito di svolgere analisi approfondite, di scoprire che il piombo tetraetile stava per fare una nuova vittima. Fui per lungo tempo curato dal prof. Edoardo Storti, un luminare nel campo della medicina. Oggi sono qui, a lottare purtroppo invano e a trovare muri di gomma. Tutto dimenticato, con buona pace delle vittime di ieri…”.
Oggi Michele non ha più trent’anni, come allora. Si avvicina agli ottanta, anche se lo spirito giovanile non è mai venuto meno. Cammina sostenendosi con una stampella, e per anni non ha voluto rendere pubblica la sua storia. Ma non si dà pace per il silenzio delle istituzioni, di chi dovrebbe quanto meno ascoltare il racconto di questo nostro concittadino, di prendere a cuore il suo problema, di esaminare il suo caso, di valutare obiettivamente che il piombo tetraetile lo ha sfigurato.
Stelio Vitale Modica scriveva sulla Gazzetta: “Segnaliamo, non solo all’opinione pubblica, ma soprattutto alle autorità lo spirito di abnegazione innanzitutto del dott. Vincenzo La Rosa, sanitario dell’Ospedale Cutroni – Zodda di Barcellona, per il quale una ricompensa al valor civile è quanto di meno si possa fare di fronte a quel che questo giovanissimo ha fatto quella terribile notte. Assieme a lui i quattro infermieri Nastasi, Garofalo, Ullo e Marzo. I vigili del Fuoco di Milazzo e Messina, al comando dell’ing. Dell’Erba e del magg. Crocitti, meritano una nota particolare di encomio per l’impegno profuso nell’opera di soccorso. Li abbiamo visti svenire, venir fuori dalla galleria, rianimarsi e tornare dentro la galleria. Solo loro potevano farlo con quel coraggio e quella forza d’animo di cui sono dotati“.
Ecco: questo era Michele Nastasi, che nella giornata di ieri se n’è andato in silenzio come aveva vissuto. Michele, un eroe silenzioso dei nostri giorni, anche se i nostri giorni sono lontani, e appartengono ad un terribile disastro del 15 giugno 1969. Addio, Michele, che Iddio ti accolga nel Suo regno.
I FUNERALI DI MICHELE NASTASI SARANNO CELEBRATI ALLE ORE 9 PRESSO LA CHIESA DI SAN PAPINO,
ALLE SORELLE, AI NIPOTI,AI PARENTI TUTTI FORMULIAMO LE PIU’ SENTITE CONDOGLIANZE DI TERMINAL.
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