ALLA SIGNORA DEL CIRCO SONO LEGATI I RICORDI DI UN GRUPPO DI STUDENTI LICEALI…
Era il 1967, se non vado errato… Non so che fine abbiano fatto i giornalini dell’epoca, quelle copie ciclostilate del CAMPANACCIO, il nostro foglio studentesco progenitore di TERMINAL, per potere verificare. Avevamo assunto la “gestione” noi, sempre gli stessi di oggi: io, Attilio, Tonino, Totò , Pino… e non era facile, in quegli anni, riempire le pagine dattiloscritte su una matrice con qualcosa di diverso dalle solite battute, oroscopi, consigli ai lettori, lettere del direttore e del presidente del Comitato del Liceo Impallomeni. Ogni tanto un articolo di fondo, si chiamava così, al quale davamo la pagina 3. Ma solo se superava la censura del prof. Catanzaro. E poi anche c’era l’angolo delle muse, in cui si sfogavano componendo rime baciate, pessime, alunni incompresi in italiano! Ma l’arrivo del circo Orfei fu la volta buona per il colpo del secolo. A sedici anni tutto è lecito. Quindi, armati di un quaderno e una penna, ci recammo alla vecchia stazione ferroviaria. Di fronte, nello spiazzo alle spalle del rifornimento AGIP, aveva montato le sue tende proprio il circo. Moira Orfei non era un personaggio televisivo, ma un’attrice che aveva al suo attivo tanti film in cui interpretava il ruolo di protagonista: era il filone mitologico, che furoreggiava in quegli anni 60. Film del genere Peplum, come Gli amori di Ercole, Ursus, Maciste l’uomo più forte del mondo, Ursus nella valle dei leoni, La rivolta dei pretoriani, Il trionfo di Ercole non potevamo certo perderli, anche perchè al Liga, al Trifiletti, all’arena Diana o alle Lucciole c’era il fuoriprogramma costituito da Pupilla, che con le sue battute nel momento in cui meno ce l’aspettavamo scatenava l’entusiasmo e le risate generali! Moira Orfei era sorella di Liana, anche lei amata al cinema per le sue interpretazioni dello stesso genere, e sicuramente più popolare per le apparizioni televisive (grazie a Scaramouche, al fianco di Modugno, aveva accresciuto la sua popolarità). Ricordo che bussammo alla porta di una roulotte, facendoci annunciare come alunni del locale Liceo Classico, e che avremmo dovuto intervistare la “signora Moira Orfei“. Ci fecero attendere qualche minuto. Quando arrivò, restammo imbambolati! Una donna bellissima, sorridente, che si mostrava incuriosita dalla presenza dei giovani … giornalisti. Erano altri tempi, e ci voleva poco a far vacillare la nostra esuberanza: bastava solo lo sguardo di una ragazza. Invece eravamo lì, al cospetto di una stella di prima grandezza, pronti a fare il nostro scoop, per lasciare sbalorditi i compagni di scuola ma anche lo stesso professore al quale avremmo dovuto sottoporre … l’articolo per il consueto controllo. Ricordo che chiedemmo perchè avesse scelto di vivere in un circo e di non dedicarsi esclusivamente al cinema, ma solo perchè avevamo preparato questa prima domanda. L’emozione ci bloccò, fu solo lei a parlare, a raccontarci della sua vita, del suo passato, degli attori con cui aveva lavorato sul set. Ricordo ancora che la guardavamo estasiati per la sua bellezza, pronti a commentare, appena fuori, che era “bona”, proprio come facevamo all’epoca, apprezzando questa dote nelle donne! Non guardammo nemmeno l’orologio, quando finimmo, perchè il tempo ci sembrava interminabile eppure era passato così presto. Ogni tanto fingevamo di scrivere qualche appunto, ma poi, una volta a casa, avremmo realizzato il pezzo mettendo in ordine le nostre idee e confrontandole. Condensammo il tutto in una pagina, proprio perchè questo era lo spazio a disposizione! Non sapevamo cosa togliere, tutto quello che aveva detto ci aveva resi importanti, per un giorno. E sicuramente invidiati agli occhi di chi era rimasto a casa a studiare. Sì, perchè qualcuno di noi voglia di studiare non ne aveva tanta, e proprio per questo ci offrimmo di andare a intervistare la regina del circo, Moira Orfei, venuta a Milazzo quasi cinquant’anni fa per uno spettacolo applauditissimo.
Ho saputo poco fa che la regina è partita per il suo ultimo viaggio… In un mondo dove i trapezisti non hanno bisogno di una rete di protezione, e sono liberi di librarsi in volo senza paura di cadere; dove i domatori non devono chiudersi in una gabbia per fare schioccare la frusta per farsi ubbidire dai leoni o dalle tigri; dove i cavalli galoppano non in un monotono girotondo, ma lungo distese interminabili; dove i pagliacci non hanno bisogno di ricorrere al trucco per far sorridere i bambini… Dove non viene montata una tenda perchè tutto intorno, e sotto, e sopra, c’è l’immensità, e sei libero di ammirarla …. Addio, signora Moira: così l’hanno chiamata quel giorno lontano quei ragazzi del Liceo Classico Impallomeni di Milazzo. Venuti per realizzare un’intervista per il loro giornale studentesco, IL CAMPANACCIO. Fra di loro, uno non pensava mai e poi mai di poterle dare un saluto su un altro giornale, che di quel foglio studentesco è la continuazione ideale! Grazie ancora …