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ADDIO AL DOTT. FORMICA, UNO DEI “VECCHI MEDICI” DI MILAZZO…

L’ULTIMO SALUTO NELLA CHIESA DELLA “SUA” SAN PIETRO, DOMANI, LUNEDI’ 7 AGOSTO ALLE 17…

Qualche sua foto su Facebook, sul profilo della figlia, lo ritraeva circondato da moglie, figli, nipoti e pronipoti, nel corso dei festeggiamenti per il suo 90° compleanno. Il “vecchio” dottor Formica, quello di Santi Pietro, il padre di Lilla e di Carmelo, aveva compiuto 91 anni lo scorso 8 febbraio… ma fra un compleanno e l’altro, a quell’età, si notano i cambiamenti, si percepiscono le notevoli diversità tra un epoca e un altra…

Conobbi il dottor Formica, padre di Lilla, alunna della IV B ginnasiale del Liceo Impallomeni, in un giorno di giugno del 1968. Accompagnava a scuola, alternandosi con la moglie, la figlia, che allora abitava a San Pietro, e il piccolo, Carmelo, allora alunno della media Luigi Rizzo. Quel giorno in macchina, una 125 della FIAT, c’era tutta la famiglia, e io, studente del Liceo, uno dei contestatori e degli alunni non certo da prendere come modello per la disciplina e per la voglia di studiare, ebbi il “piacere” di fare conoscenza con il padre di un’alunna. Non era il solo genitore che voleva conoscere chi fosse il “caporione” della scuola, elemento sovversivo e organizzatore di … scioperi! Sapevo comunque che era un medico, che abitava a San Pietro, e che era uno di quei genitori che aveva a cuore, giustamente, il futuro dei figli, mandati a Milazzo a studiare e non certo a tornare a casa per un inatteso motivo che poteva nascere senza preavviso in quei giorni caldi della contestazione giovanile… Una persona seria, perbene, corretta ma soprattutto un buon padre di famiglia. Sono passati quasi cinquant’anni da allora, e quel padre di famiglia che quel giorno volle fare la mia conoscenza aveva, all’epoca, 42 anni! Tantissimi, per noi che avremmo voluto fermare il tempo sui nostri 17 o 15 anni…

Lo rividi spesso, negli anni successivi, ma non ebbi mai l’occasione di fermarmi con lui e farmi riconoscere: quel ragazzaccio svogliato e contestatore era cresciuto, forse aveva messo un po’ di giudizio, e anche per lui gli anni era passati. Lo rividi, un po’ a sorpresa, nello studio della figlia, in occasione di una mia visita quando Lilla ricopriva incarichi politici al comune di Milazzo. Erano gli anni 90, ero io ad avere l’età di quel padre di famiglia che mi volle conoscere quel giorno di giugno del 1968… C’era anche la moglie, che disse soltanto, presentandomi. “Te lo ricordi?”. Il dottor Formica mi guardò, con aria di sufficienza; erano passati quasi 25 anni, e non aveva di fronte a sè quel ragazzo scapestrato che sobillava il Liceo! Il dottor Formica continuava a svolgere la sua professione, anche se gli anni passavano e per lui sarebbe stato giusto concedersi il riposo dopo tanti anni di attività. Ma non poteva fare a meno di lasciare i suoi pazienti, anche se in famiglia c’erano due medici… erano in tanti a chiedere sempre di lui, del dottore Formica padre, quello che li aveva assistiti per decenni e che proprio per questo sapeva, prima ancora di visitare l’ammalato o presunto tale, cosa avesse e la diagnosi da fare, la medicina da prescrivere, la terapia da consigliare!

Rividi il dottore Formica in una foto, quella apparsa sul profilo della figlia, come ho scritto già sopra. E in quella occasione, pregando Lilla di porgere gli auguri al vecchio papà… mi sono intrattenuto a chattare con lei, nascondendo qualche lacrima che rigava il mio volto: era proprio il vecchio dottore Formica… quello che conobbi in quel giorno di giugno del 1968 davanti al Liceo, quello che si preoccupava per la figlia, che ora aveva perso la sua grinta e il suo temperamento di genitore di altri tempi, quello che arrivava ad ammonire e raccomandare disciplina… Mi sembrava indifeso, vulnerabile, bisognoso di cure ma soprattutto di tanto, tanto affetto. Avrei voluto idealmente stringerlo in un abbraccio, raccomandai a Lilla di farlo lei per me… di dargli quel bacio che io gli avrei voluto dare per il suo 90° compleanno. Ora che non c’è più… avrei da dirgli tanto, ripercorrendo mezzo secolo della mia vita… ma soprattutto una cosa, caro dottore: “Grazie per quell’affettuoso ammonimento di quel giorno di giugno… Subito mi è scivolato addosso, diamo la colpa, ma sì, alla nostra esuberanza giovanile, alla nostra voglia di voler cambiare il mondo, allo spirito contestatore dell’epoca… Dopo ho capito che significa essere padri… ma soprattutto padri che amano i figli… Anche io lo sono oggi, dottore… E penso di aver fatto tesoro degli insegnamenti di voi che a quell’epoca eravate grandi, ma per noi solo genitori da contestare… Oggi, che siete andati via… vorremmo tornare indietro a riavervi con noi. Magari assillanti e premurosi, ma comunque qui… e non lasciarvi mai…”.

Addio, dottore Formica… sono sempre io, quello del 1968… Detto fra noi, non sono poi cambiato tanto da allora, nel mio temperamento, ma non lo dica a nessuno. 

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