RICORDI DI UNA FAMIGLIA DI GRAZIA, CHE NON SI CANCELLERANNO MAI…
Leggere un nuovo necrologio (ormai con la popolazione che invecchia rientra nella normalità) e cercare di capire di chi si tratta… Spesso nemmeno la foto ci aiuta; qualche volta il nome dei congiunti ci permette di sapere, per tempo, che un’altra persona cara è andata via. Questo è accaduto poco fa a me: il nome non mi ha aiutato, se non mi fossi soffermato a leggere i dettagli. Ed allora il cognome del marito, il nome dei figli, la foto, mi hanno fatto tornare in mente quel volto; quelle persone; e quella famiglia che tanti anni fa mi faceva accomodare in quella casa di Villaggio Grazia, tappa obbligata quando davo un passaggio a Salvatore per raggiungere Radio Mediterraneo, a San Filippo del Mela. E’ andata da suo marito, la signora Maria La Scala, vedova Saraò, mamma di Salvatore e Biagio. Erano poco più che adolescenti allora, quarant’anni fa, i due fratelli Saraò, ed avevano genitori invidiabili ed onesti. Ricordo ancora il sorriso del padre, ma anche il carattere sincero ed estroverso della madre, che mi affidava quel ragazzo che avrei incontrato di tanto in tanto, al suo ritorno da Reggio Calabria, dove lavora. Biagio lo vedo più spesso, perchè è rimasto a Milazzo. Nel volto di questi due amici, trovo e troverò la stessa sincera espressione dei loro genitori, leali e affettuosi nei miei confronti. Una lealtà, un affetto che si rafforzavano giorno dopo giorno: sapevano che sarei passato da Grazia, sapevano che avrei portato in radio il figlio “grande” perchè anche in lui c’era la passione della musica, e quella era la novità per quegli ormai lontani anni 70. Spesso, quando Salvatore non era pronto, mi facevano accomodare come se fossi uno di famiglia, e si parlava del più e del meno. Poi, si partiva, con il 1100 di mio padre, senza che mi raccomandassero di andare piano o di stare attento a quel ragazzo minorenne! Avevano in me la massima fiducia, ed io ero per Salvatore un fratello maggiore, responsabile. E una volta in radio, si entrava in trasmissione, con Santino Smedili ai microfoni e Salvatore Saraò alla regia (all’epoca si diceva così…).
Una foto su un necrologio, uno dei tanti, sempre più numerosi, che tappezzano i muri di questa nostra città, mi ha richiamato alla memoria qualcosa che non avevo mai cancellato. Non solo i ricordi di una mamma che lascia due figli che non sono più i ragazzi di ieri, ma momenti di una vita spensierata che non tornerà più. Come non tornerà più lei, la signora Maria, anzi… la signora Saraò… Addio, signora. No, domani non passo per prendere Salvatore. Ormai abbiamo altri impegni… Era bello allora, eccome. Ricorderò sempre il suo sorriso, quello del suo amato sposo, di quella famiglia di villaggio Grazia, che mi accoglieva festante ed allegra… e non lo dimenticherò mai…Addio…