GUARDA CASO, A PULIRE SARANNO SEMPRE GLI STESSI, IN NOME DI UN VOLONTARIATO CHE NON ESISTE, E CHE TOGLIERANNO ANCHE LA MERDA DEI CANI CHE I LORO PADRONI, BESTIE INCIVILI, FARANNO FARE TRANQUILLAMENTE SUI MARCIAPIEDI!
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO.
Carissima Redazione, ho avuto la fortuna di “inciampare” nella lettura di una notizia che mi ha calamitato l’attenzione, e mi ha fatto dormire sonni agitati, agitatissimi. Confesso, intanto, non era la Vostra testata; la cosa mi avrebbe preoccupato ulteriormente. Sembra, anzi, è certo che sia stata approvata una mozione del consiglio comunale, “grazie alla quale”, i cittadini potranno diventare pulitori e tutori del verde cittadino e dei beni della città. Monumenti, strade, giardini, tutto nostro, tutto, tutto, tutto. Mi ricordo, l’età in questo aiuta, una pubblicità degli anni settanta. Lo slogan era: “Se tu dai una cosa a me, io poi do una cosa a te!”. Siamo arrivati alla cittadinanza a gettone? Siamo tornati al vecchio e mai defunto principio del baratto? Tu mi pulisci la strada, io, amministrazione, oltre ad essertene grato, ti do in cambio, due certificati, una carta di identità, e due buoni pasto presso un locale della zona! Paradosso assoluto della moda del momento. Se uno volesse essere leggermente, anche sfiorato dalla malizia, potrebbe trovare assonanza con la buffonata di Roma e delle magliette gialle del PD. La differenza, sostanziale, oltre che superficiale, è legata al fatto che a Roma è in atto una guerra politica, tra un governo della città, nuovo, e un partito che ha affossato la capitale con intrallazzi e giochi sottobanco, negli ultimi anni. Quindi lo scontro e tutte le operazioni conseguenti, hanno un senso, a saperle leggere. Ma a Milazzo, che senso ha? Capisco che la città è commissariata, per l’ennesima volta da alcuni anni a questa parte, che è piena di debiti; che forse è fallita, ma non si sa o non si deve sapere; che ogni manifestazione potrebbe essere sponsorizzata da chi ne è concausa del suo stato morente, ma non si può dire. La città è tutte queste cose ed altre, ma arrivare a chiedere ai suoi cittadini di pulirsi la città, perché l’amministrazione non ce la fa o, soprattutto non ne è capace, lo trovo altamente ipocrita e facile. Facciamo così, organizziamoci tutti quanti di scope e stracci e troviamoci in adunata, il sabato. E ci dividiamo per gruppi di età. Metteremo i nostri capisquadra per zone e obiettivi e giù di ramazza, cantando magari quelle canzoni tanto in voga nelle gite. Vista l’età io potrei citare quel mazzolin di fiori, ma viste le condizioni delle nostre rotonde e dei nostri giardini, potrebbe passare per satira o cattivo gusto. Ecco come siamo ridotti. Una amministrazione che si innalza, come le precedenti, per una confusione totale, che decide, tramite i solerti operatori del consiglio, di scovare una idea che nuova non è, ma che sa tanto di presa per i fondelli. Amministrazione e servizi a gettone. A quando le tessere annonarie per i servizi resi alla comunità? Quanti sabati hai dedicato alla cittadinanza? E quante aiuole hai pulito? 10 punti, e diritto a parcheggiare in zona disabili senza essere multato. Ho un’età, nella quale la forza, la speranza e la voglia di cambiare il mondo, ormai si è affievolita, come tante altre cose, ma vedere la mia città ridotta a questi livelli, la trovo realmente di una tristezza incredibile. Vorrei solo fare notare al promotore dell’iniziativa che, anni fa, i milazzesi, davanti casa tenevano pulito. Se avesse avuto l’età per constatarlo di persona, avrebbe visto che spesso e volentieri, la mattina, fuori dalla porta di casa, molte donne, armate di scopa secchio e straccio si pulivano quei pochi metri quadri davanti la porta di casa, come fosse loro. Cosa che adesso vedo fare poco, o per nulla. Probabilmente perché la deriva sociale è arrivata a livelli di sbattimento e menefreghismo impensabili sino a qualche lustro addietro. E la colpa è anche, di chi l’esempio lo ha dato o, soprattutto, non dato. Il pesce puzza sempre dalla testa, quindi capire a chi possano risalire e perpetuarsi le colpe, è semplice. Sembra che fare carriera politica in città, sotto qualsiasi forma, sia ancora un mito. Mito vecchio e morente, come l’auto nuova da sfoggiare, atteggiamenti da provinciali. E forse siamo solo questo. Saluti, e scusatemi per la lungaggine.
COMMENTO: Facciamo notare che la disoccupazione comincia così: quando altri prestano gratuitamente la loro manodopera!
Siamo sempre là: quando si dà fiato e titolo a blaterare agli asini,i risultati sono questi: proposte insulse più degli stessi promotori.E se è vero che il pesce puzza dalla testa, si deve dare atto che a questa puzza contribuiscono anche moltissimi cittadini allocchi che, attratti dai canti delle sirene,danno il loro voto a chi sirena non è, ma che dovrebbe essere accompagnato in manicomio da ben altro canto di sirene, magari spiegate! Ma questi individui geniali sanno che esistono norme a tutela dei lavoratori? Si rendono conto che la gratuità di una qualunque attività lavorativa sminuisce anche la dignità di chi lavora? Sulla stessa falsa riga di simili pensate da scienziato, chiederei all’assessore che si è scervellato tanto per partorire un microbo, di svolgere con le proprie mani l’attività lavorativa che vuole elargire ad altri. Lui almeno è pagato dai concittadini contribuenti e di certo eccellerebbe nella meritoria opera di pulire villette,aiuole,restaurare monumenti e chi più ne ha,più ne metta.La sera,quando stanco per il lavoro svolto andrebbe a dormire, lo farebbe con animo sereno e col cuore gonfio di gioia per avere reso un utile servigio alla comunità.
noi comuni mortali dobbiamo solo PAGARE e silenzio……