Questo ragazzo si chiama Alen Halilovic: ha affrontato un uomo armato di coltello per difendere la vita di una donna che stava per essere massacrata dal suo compagno!
Quattro giorni fa Alen ha udito il grido disperato di una donna, riversa in una pozza di sangue. Il suo compagno la stava letteralmente ammazzando. La colpiva ripetutamente sul volto, sulla gola, sulle spalle. Non accettava di essere lasciato, non tollerava che una donna mettesse la parola «fine» alla loro relazione. Così per difendere il suo onore ha deciso di «punirla»: se non poteva essere sua, non sarebbe stata di nessun altro.
Perché sì per alcuni la donna è ancora un «oggetto», qualcosa da possedere non qualcuno da amare. Per alcuni possedere le cose non basta, vogliono possedere anche le persone. Ma il valore di un uomo non si misura da ciò che possiede, ma da ciò che sa dare. E così, nella cultura in cui amare e fare del male sono la stessa cosa, per questa donna sembrava finita. Ma poi quando Alen ha visto ciò che stava accadendo, è intervenuto.
Questo ragazzo di soli 21 anni non ha esitato neanche un secondo! Ha affrontato l’uomo, mettendo a repentaglio la sua stessa vita. L’uomo è fuggito ma l’intervento di Alen ha salvato la vita alla donna, soccorsa in tempo da un’ambulanza.
«Io un eroe? No, semplicemente i miei genitori mi hanno insegnato a non voltarmi dall’altra parte. Poteva essere mia sorella, mia madre, un’amica. Poteva essere chiunque e adesso non ci sarebbe più, sicuro».
Parole così semplici, così potenti che danno i brividi!
E allora io oggi, da donna, vorrei dire a Alen soltanto una parola: GRAZIE. Grazie per l’uomo meraviglioso che sei stato: «dolce coi deboli, feroce coi prepotenti, generoso con chi ti vuol bene, spietato con chi ti comanda». Grazie per averci mostrato la differenza tra essere maschio e essere uomo. Maschi ci si nasce, lo sono tutti, Uomini lo si diventa.
Guendalina Middei
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