Si parla continuamente di crisi del settore automobilistico, nel mentre osserviamo i prezzi delle auto e rimaniamo allibiti: raddoppiati.
Le automobili sono diventate un bene quasi di lusso. I listini mostrano aumenti che in alcuni casi sfiorano il 100% rispetto a pochi anni fa. Chi può permettersi di spendere cifre simili per un’auto nuova? Le famiglie, già alle prese con l’inflazione e l’aumento del costo della vita o si indebitano pesantemente o rinunciano a cambiare l’auto. Contemporaneamente, assistiamo a una crescita del leasing ed una spinta all’elettrificazione totale che volutamente ignora la realtà del mercato.
Era naturale che le auto elettriche, con i loro costi d’acquisto proibitivi, l’autonomia limitata, le infrastrutture di ricarica insufficienti, non potessero prendere piede rapidamente eppure le politiche europee hanno imposto una transizione accelerata, fingendo di non considerare adeguatamente le conseguenze economiche e sociali.
È ovvio che molti automobilisti continuino a preferire i motori termici. Non si tratta solo di resistenza al cambiamento, ma di scelte razionali basate su: affidabilità consolidata, infrastruttura di rifornimento capillare, costi d’acquisto più contenuti. Per moltissimi, un’auto a benzina o diesel rappresenta la scelta più logica e conveniente.
L’Europa ha infilato l’industria automobilistica in un vicolo cieco, tra normative ambientali sempre più stringenti. Una “transizione ecologica”, apparentemente illogica e irrazionale, che sta mandando al tappeto il tessuto industriale europeo con una marea di licenziamenti, facendo contemporaneamente indebitare la gente.
Provate ad entrare in un concessionario e dite che volete pagare in contanti una automobile: non ve lo permettono, dovete fare finanziamenti e rate anche se avete liquidità. Il tempo di finire di pagare le rate e vi proporranno di cambiare la vostra ormai vecchia auto e ripartire con altre rate.
Debiti sempre, debiti come stile di vita. “Non avrai nulla e sarai felice”.
WI
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