Il dott. Giuseppe Fogliani ricoprì un ruolo prestigioso nella politica locale e provinciale dal secondo dopoguerra fino al 1970.
Eletto Sindaco il 30 giugno 1948, in sostituzione del dimissionario Francesco Paolo Lo Presti, guidò l’Amministrazione fino alla scadenza naturale del mandato. In quel periodo il Consiglio Comunale deliberò all’unanimità la costruzione del Diana in un luogo che prima era stato deposito di botti, di barche e qualche volta teatro di risse. Il Diana, sotto l’illuminata presidenza dell’avv. Domenico Sibilla fece compiere enormi progressi in campo sportivo e turistico alla città di Milazzo, grazie alle manifestazioni di tiro a volo in essa disputate e ad altre iniziative. Portò a compimento la pavimentazione della Marina Garibaldi, prima in terra battuta, con vaste pozzanghere in inverno e polverosa in estate. Fu eletto sindaco altre due volte consecutive, il 12 giugno 1956 e il 3 gennaio del 1960.
Ma il dott. Fogliani non fu soltanto Sindaco di questa città: fu anche segretario provinciale della Democrazia Cristiana, Presidente dell’ASI, dell’IACP e dell’Ente Fiera, e dimostrò di non essere attaccato alle varie poltrone su cui sedette. “E quando fu il momento, seppe uscire di scena – come ha scritto Gigi Billè – con signorilità e in punta di piedi, senza assecondare alcun gioco al massacro, in auge nel sottobosco politico di quegli anni.”
Inoltre rivestì un ruolo importante in campo medico: egli non fu solo il professionista insigne che dedicò lunghi anni della sua vita a lottare contro quello che era ritenuto il male del secolo, la tubercolosi, ma – come ebbe a scrivere il Billè su LA VOCE DI MILAZZO, ricordando Peppino Fogliani, medico e uomo buono, il giorno della sua scomparsa – “seppe anche esercitare con grande generosità, meritandosi la riconoscenza della gente”.
A Giuseppe Fogliani sono legate le vicende della nascita della grande industria a Milazzo. Gli fu attribuita anche la frase, “Milazzo finisce al passaggio a livello”, divenuta celebre ed al tempo stesso restrittiva e dispregiativa, sinonimo di uno scarso interesse verso la crescita della periferia e la risoluzione dei suoi problemi: ciò ha causato un senso di disagio, purtroppo avvertito ancora oggi, che pesa sulle scelte dei politici, di ieri e di oggi, in tutti i settori. In realtà, secondo testimonianze raccolte presso fonti bene informate e assolutamente obiettive, quella frase non fu mai pronunciata, ma attribuita proprio al dott. Fogliani, personaggio politico di primo piano, chissà per quali oscuri disegni, negli anni in cui era Sindaco della città. Anche se immediatamente smentita, divenne celebre al punto da essere entrata a pieno titolo nella storia della Milazzo del dopoguerra. Tramandata fino ad oggi, ha superato quel sottile confine fra leggenda e realtà, e trova ancora chi la cita, per “sentito dire”. Mi pare giusto ristabilire la verità per rendere unanimemente merito ad un galantuomo, che con il suo operato e la sua lungimiranza politica è stato protagonista dei momenti più esaltanti e importanti della ricostruzione cittadina. Riproporre un suo ricordo su TERMINAL, in questa periodica rubrica che ripercorre, tramite foto e documenti, anni lontani che servono a far conoscere e a non dimenticare, è un omaggio ad un Milazzese che ha scritto pagine incancellabili della nostra storia recente.
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