Era una figura assai nota a Milazzo, il Maresciallo dei Carabinieri Nino Gatto.
Pensando ai suoi trascorsi nell’Arma, al suo attaccamento al dovere, al suo ruolo di fedele servitore dello Stato, chi lo aveva conosciuto, anche dopo il suo collocamento a riposo, ha continuato a frequentarlo, ad avere in dono la sua preziosa amicizia, a intavolare con lui lunghe discussioni sugli argomenti più disparati.
Nino Gatto ha segnato la vita di questa città fin dai primi anni 80, quando si susseguirono numerosi fatti di sangue che culminarono con poco meno di una decina di omicidi. Apparve inverosimile che Milazzo potesse, in una volta, assurgere al ruolo di capitale della delinquenza, del malaffare, di traffici più o meno loschi.
Toccò a lui, con la sua squadra, scoprire cosa ci fosse dietro la catena di omicidi che da diversi mesi turbava le coscienze dei cittadini costretti a convivere con episodi cruenti che riempivano le pagine di cronaca nera dei giornali e delle reti televisive private. Allora tutti conobbero quell’uomo severo, spesso in borghese, cui spettava il compito di condurre le indagini e assicurare alla giustizia i colpevoli di delitti efferati. Ci riuscì, puntando sul suo istinto investigativo e sulla sua professionalità, restituendo serenità ad un ambiente che temeva infiltrazioni delinquenziali.
Nonostante tutti lo additassero come colui che aveva sconfitto la criminalità a Milazzo, non amava la popolarità; preferì piuttosto vivere quotidianamente il suo ruolo di servitore dello Stato per il trionfo della giustizia e della legalità, mantenendo i contatti con chi aveva capito che dietro l’uomo severo c’era il padre di famiglia, l’amico al quale ci si poteva rivolgere, la persona umile ed onesta che dispensava consigli e ammoniva.
Da qualche tempo però non era più lo stesso: diede l’impressione, in chi lo frequentava, che ci fosse qualcosa che lo rendeva fragile. Probabili motivi di salute, si pensava. E ci si augurava che fossero passeggeri, e che lui, il vecchio Nino Gatto, il Maresciallo Gatto per tutti, potesse tornare ad essere quello di un tempo; magari a dispetto degli anni che passavano, ma che non avevano intaccato la stima in quest’uomo e la sua generosità. Purtroppo, tutto ad un tratto abbiamo capito che non era più con noi; che non lo avremmo visto seduto, come amava fare, a quel tavolo del Bar Nettuno, nel porto. Che non avrebbe più sfogliato quel giornale, o scambiato le parole con i tanti amici; che non avrebbe più risposto al saluto, o lui stesso salutato prima quella moltitudine di persone che conosceva e che lo conoscevano.
Era di Barcellona, il Maresciallo Nino Gatto, ma amava profondamente questa città. Noi lo abbiamo conosciuto; noi lo abbiamo amato come si fa con un fedele servitore dello Stato. E non è poco!
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