UNO DEI NEGOZI STORICI DI MILAZZO, UN MARCHIO CHE DA OLTRE UN SECOLO SI RIPETE ANCHE NELLO SLOGAN CONIATO DALL’INDIMENTICATO FRANCESCO PADALINO.
La forzata clausura fra le pareti domestiche in tempi di coronavirus ci permette di pensare a tante altre cose, per trascorrere la giornata e sconfiggere la monotonia. Ed allora, sfogliando vecchi giornali o rivedendo le foto di tanti anni addietro, che magari pensavamo di avere archiviato per sempre, troviamo le immagini di una Milazzo diversa. Una città più genuina, più sincera, probabilmente più umana. Con la mente ripercorriamo le strade, ci soffermiamo a mettere in luce certi particolari, cerchiamo di ricostruire, segnando i nomi su un blocco di appunti, chi fossero i titolari delle attività commerciali, ci sforziamo di mettere in ordine i tasselli sbiaditi, magari invochiamo in aiuto qualcuno più grande di noi, al quale riaccendiamo come per magia i ricordi sopiti da tanto tempo…
Tutto è mutato in una città cresciuta in fretta… Rimangono vecchi palazzi nel centro storico, dove pochi negozi di un tempo hanno cambiato insegne, gestori, persino ubicazione, o si sono tramandati da padre in figlio: l’edicola Filoramo, la Farmacia Alioto e quella di Grillo, oggi di Vece; il negozio di Capone, di Russo e quello di Fuduli (o Fudulì, con l’accento, alla francese, che giustificava il tipico soprannome – ‘u francisi – del vecchio titolare…)… e Padalino, che da emporio (così come lo aveva concepito il fondatore, nonno dell’attuale titolare) è diventato oggi un locale prestigioso e raffinato, nei marchi, nei prodotti, nella clientela…
Proprio su Padalino voglio richiamare l’attenzione dei lettori. Noi abbiamo conosciuto il signor Padalino, papà di Antonio e Maria Francesca, prima che l’attività passasse al figlio; e ricordiamo quel signore cordiale con il quale ci soffermavamo, il più delle volte quando lo trovavamo seduto sulla porta del negozio di via Domenico Piraino: proprio quello nel quale si trova adesso, anche se si è ingrandito rispetto ai suoi tempi, assorbendo i locali dell’attiguo negozio di Picciolo.
Quel signore era Francesco Padalino, figlio di Antonio, originario di Campobasso e per questo chiamato “il campobassese”: proprio il padre aveva aperto nei primi del ‘900 un esercizio commerciale attiguo alla Chiesa del Carmine, specializzato nella vendita di coltelli, forbici e altro delle più rinomate marche dell’epoca.
Francesco, alla morte del padre, ne assunse la gestione, sotto forma di impresa familiare con le sorelle: erano gli anni antecedenti alla Seconda Guerra Mondiale.
Negli anni successivi l’attività viene trasferita in via Domenico Piraino, dove si trova ancora oggi. Alla seconda metà degli anni 50, coincidenti con la mia fanciullezza, risalgono i primi ricordi di una vetrina dietro la quale ci affollavamo, noi bambini, per leggere sui posacenere quadrati e di colore giallo le scritte, e memorizzarle. Erano modi di dire, vecchi proverbi, che suscitavano la nostra curiosità: uno su tutti, in quegli anni di perbenismo, avrebbe meritato di essere applicato, allora come ora, nella vita di ogni giorno, e che ancora oggi ricordiamo. Si trattava di un motto sicuramente tramandato da generazione in generazione, nella nostra terra da sempre attenta a non deludere gli insegnamenti degli antichi. Era scritto in dialetto siciliano, per l’appunto, ed il significato in italiano era molto chiaro: FATEVI GLI AFFARI VOSTRI… Altri tempi, ma la massima è un insegnamento che merita, ogni tanto, di essere ripassato da persone curiose e votate al pettegolezzo, o, come amiamo dire noi, al cuttigghio!
L’impresa familiare con le sorelle viene a cessare e Francesco Padalino, Ciccio per chi lo conosceva da tempo immemorabile, diventa unico titolare e lo gestisce assieme alla moglie Ines Papandrea per oltre mezzo secolo.
L’attività diventa un piccolo bazar, una novità per la Milazzo di quegli anni. Vengono venduti articoli di ogni genere, e viene coniato lo slogan che in seguito verrà copiato da altre aziende. “EMPORIO FRANCESCO PADALINO: UN NOME, UNA MARCA, UNA GARANZIA”. Solo che in mancanza di un brevetto o di una tutela, a favore del creatore, furono e continuano ad essere sempre di più quelli che, escludendo il nome originario della ditta che per prima lo adottò, mettono il loro…
Ma non tutti riescono a raggiungere l’elevato livello di qualità o a fornire articoli delle migliori marche. Ricordiamo prodotti come Giordani, Borsalino, Barbisio, Scoft And Botz, Dubin, Cressi, Superga, addirittura i primi animali in peluche della Trudy, e tanti altri ancora.
Francesco Padalino era un grande amante del suo paese, e diffondeva i souvenir che lui stesso etichettava non solo in Italia ma anche all’estero. Prima ancora dello sviluppo turistico delle Eolie, era proprio lui che si recava a Lipari e nelle altre isole, ove aveva clienti, per rifornirli personalmente, spesso in occasione dei festeggiamenti in onore del Patrono, S. Bartolo. Poi, con l’avvento della raffineria Mediterranea, trovò clienti sempre più attenti ed interessati che i souvenir dell’Emporio Padalino preferivano acquistarli, spesso in grande quantità, per avere una testimonianza del loro transito, anche di poche ore, a Milazzo: si trattava di cittadini di ogni nazionalità, che scendendo dalle petroliere venivano attratti da quel colorito ma qualificato negozio di via Piraino.
Francesco Padalino si spense nel 1997, il 3 aprile. Aveva 89 anni, ma fino all’ultimo non lasciava quella sedia davanti alla porta del negozio.
Alla sua scomparsa, l’attività viene gestita dal figlio Antonio, che continua a mantenere alto il nome dell’azienda puntando su prodotti di qualità grazie alla quale non teme la concorrenza.
Questa in sintesi la storia di un negozio che ancora oggi costituisce il fiore all’occhiello per il commercio milazzese, anche se questo attraversa un periodo poco florido, a detta di molti… Chi sa riconoscere la qualità e i prodotti esclusivi, deve anche sapere la lunga storia di un’azienda giunta alla terza generazione. E ricordare il vecchio Francesco Padalino, che diede una svolta importante ad una città che si avviava sulla strada della crescita economica.
Queste notizie ci sono state fornite dalla figlia in ricordo del padre, in occasione della Festa del Papà. Con la certezza che lui lo gradisca… Ma io dico di sì…
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