Certi amici non ci sono più da anni, eppure è come se fossero nella stanza accanto, a riposare. Nessuno pensa alla loro partenza, perché in vita li abbiamo amati, perciò continuano a vivere nei cuori di chi resta. Ed hanno il compito di assistere e continuare a proteggere i loro cari.
Avevo letto da un paio di giorni l’ultimo necrologio di ANGELO GITTO, di cui oggi ricorre il nono anniversario della sua salita al cielo, e ho appreso che verrà ricordato nella santa messa che i familiari faranno celebrare a San Papino questa sera alle 18.
Ho voluto ricordarlo con poche parole, perché lo conoscevo, e ormai sono lontani i giorni in cui con lui scherzavamo: a volte ci veniva a trovare al comando, il nostro ANGELINO (così lo chiamavamo tutti). Aveva sempre qualcosa da chiedere, ma di tutto si parlava tranne di quello per cui era venuto a trovarci; ed alla fine se ne andava senza una risposta, o con un semplice “Poi ci vediamo, ripassa un altro momento”. Se ne andava sorridendo, con la tradizionale andatura e scuotendo la testa, compenetrandosi nelle nostre battute e perché quelle visite all’improvviso per lui erano occasione di staccare per qualche momento da quel lavoro che faceva, duro nonostante tutto; perché lo amava e lo aveva scelto da anni. ANGELINO GITTO se n’è andato nove anni fa. Per me, che di tanto in tanto passo davanti alla sua casetta fiorita di via Tukery, è come se fosse nella stanza accanto. A riposare, dopo una giornata di duro lavoro.
Ciao, Angelino!
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