LASCIATA AL DEGRADO E ALL’ABBANDONO, POCO MENO DI UN MESE FA SI E’ REGISTRATA UNA VITTIMA. MA NESSUNO MUOVE UN DITO PER RENDERLA AGIBILE E SICURA. EPPURE…. SE CI PENSASSERO GLI STESSI PRIVATI?…..
Ecco qualche foto scattata sulla strada che da Archi corre parallela alla vecchia SS 113. Una strada sorta all’interno della zona industriale di Giammoro, che per anni ha costituito un’arteria di collegamento interno, fra le stesse aziende che sono sorte come funghi, e ancora oggi continua ad essere l’alternativa alla nazionale. Poco sicura, d’accordo, ma coloro che la percorrono la conoscono a menadito! In poco meno di dieci minuti consente di giungere fino a Scala, superando senza problemi il traffico dei comuni e i rallentamenti. E’ vero: è stata teatro di gravissimi incidenti stradali; l’ultimo risale a qualche settimana fa. Ma pochi ricordano il primo, quando ci furono delle ignare vittime per colpe ancora da dimostrare (si dice che alcune auto si sfidassero in gare notturne di velocità, e tenessero le luci spente per migliorare le loro prestazioni). Ma se è da criminali lasciare la strada in quelle condizioni, non lo è da meno percorrerla, a proprio rischio e pericolo. Doppiamente criminali, quindi, se nessuno prende precauzioni per la tutela della pubblica incolumità. Cosa occorrerebbe fare? Quanto meno, chiuderla per metterla in sicurezza. In quelle condizioni, è una mina vagante. La sede stradale si è ristretta a causa dei cespugli che coprono il guardrail e si sono spinti occupando parte della carreggiata; ci sono tratti in cui la pavimentazione presenta delle crepe pericolosissime; altri punti in cui si esce dagli STOP senza dare la precedenza. E poi, manca completamente la segnaletica orizzontale: non c’è alcuna striscia di delimitazione delle corsie, nonostante all’inizio ci sia un cartello sbiadito che le indichi (inclusa quella di emergenza); esiste il divieto di superare i 30 chilometri l’ora, per la presenza di dossi (???) ma di questi neanche l’ombra! La velocità viene superata di almeno due volte il minimo imposto! Ci sono autovetture che si producono in sorpassi pericolosissimi e temerari (segno che conoscono bene la strada), altri che procedono a velocità ridotta poichè si sono avventurati per la prima volta, e difficilmente rifaranno il percorso al ritorno. E ancora, tonnellate di spazzatura vengono depositate liberamente ai margini di essa, che nessuno provvede a rimuovere!
Ci sarebbe la possibilità di mettere la strada in sicurezza, coinvolgendo i titolari delle aziende visto che da parte dell’ASI non si provvede. Ma a chi tocca scagliare “la prima pietra”? Sono pochi i tratti che le conferiscono un aspetto decente: ad esempio, quello adiacente allo stabilimento di Celertrasporti. E potrebbe essere proprio Peppino Lucchesi e prendere l’iniziativa coinvolgendo anche gli altri titolari delle aziende che hanno sede all’interno dell’ASI? Una pulizia straordinaria, di tutta l’arteria, con la messa in sicurezza della stessa, la realizzazione della segnaletica orizzontale, e frequenti interventi per evitare danni maggiori alle persone. Non vediamo altre soluzioni, poichè lo stesso Consorzio sembra essersene lavato le mani. Ma in caso di incidenti, basterà dire “In non lo sapevo” oppure “Io non avevo i soldi per renderla sicura”? Probabilmente potrebbe essere un alibi. Ma se ci sono morti, chi li ripaga?