Ci è stata inviata per l’ennesima volta la foto scattata al parco giochi di Ciantro. Non è un indovinello: si tratta di una cassetta contenente componenti elettrici dell’impianto di illuminazione: interruttori e morsettiere a vista, in una cassetta vandalizzata posta a livello terra, alla portata di tutti. Cosa di gravità estrema soprattutto per i risvolti infortunistici, specie per i bambini. Abbiamo pubblicato la foto nel nostro numero del 16 luglio. Ecco come continua la lettera di sollecito. “Forse chi deve intervenire non l’ha notata, quindi la situazione di pericolo persiste. A meno che non vogliamo far parlare, in questa Milazzo che cerca una sua identità, contesa dalla realtà industriale e dal turismo, in questa calda e appiccicosa estate, di qualcosa che ci faccia balzare agli onori della cronaca. Ed ecco che ci viene offerta l’occasione da questa cassetta che aspetta solo che qualcuno si metta a giocare con essa e con ciò che essa stessa contiene, priva di una protezione adeguata! Meglio se un bambino: quando muoiono i bambini sono sempre di più a piangere, vero? Non ho il gusto del macabro, niente di tutto questo: in questa città, la solita città contesa dall’industria e dal turismo che non decollerà mai, la solita città nella quale viviamo noi, spossati da notti insonni passate a cercare le zanzare e tentare invano di spiaccicarle sulle pareti, ma anche un po’ di refrigerio grazie ai condizionatori che accentuano le nostre artriti e intaccano le corde vocali; in questa città nella quale l’unica discussione che prevale è la spiaggia ancora sporca, abbiamo la consapevolezza che a nessuno importa una beata minchia (e scusate se è poco!!!) se una cassetta rimane in quello stato in un parco giochi, fra l’altro offerto dalla Raffineria al Comune di Milazzo. Se proprio il Comune non interviene, non è che per caso deve intervenire la Raffineria? Segnalo ancora una volta la situazione di pericolo e vi prego di pubblicare ancora una volta la foto! Vi giuro che se fossi stato in grado di riparare la cassetta lo avrei fatto da un pezzo! Ma possibile che non ci sia nessuno che faccia giungere questa nota di un genitore preoccupato per quel che potrebbe succedere a chi ha il compito di intervenire?”. Giustifichiamo l’esclamazione che dovrebbe rendere il senso della rabbia e dell’impotenza, anzi ci dovremmo mettere anche noi a rafforzare l’appello dell’amico, prendendo in prestito il sostantivo divenuto celebre dopo che Schettino scese dalla Concordia che stava adagiandosi sugli scogli del Giglio e che fa rima con la nostra città, Milazzo! Ma per rivolgerci a chi? Francamente non lo sappiamo nemmeno noi: sarebbe meglio andare a cercare un elettricista per eseguire il lavoro noi stessi… C’è una transenna in via col. Bertè, a due passi dal Sacro Cuore. Ancora è lì a fare la guardia ad una buca sulla strada! E c’è anche un marciapiede sconnesso, in via Cap. Massimo Scala, davanti al numero civico 21 (meno male che in questa città ci sono i numeri sulle case, se qualcuno non li toglie per rendersi irreperibile) che da sei mesi fa inciampare e cadere le persone distratte o soprapensiero. Verrà qualcuno? Campa cavallo! Caro amico, speriamo bene!