UN NUOVO GIOCO AL QUALE PARTECIPANO I PIU’ TEMERARI. PER CHI ARRIVA SOTTO, SE NON VINCE UNA CASSA DA MORTO, C’E’ LA RIVINCITA!!!
I più “grandicelli” di noi ricorderanno che l’Asse Viario nacque con l’apertura al transito di un primo troncone che partiva dalla SS113 (frazione Corriolo) e si fermava all’altezza della Via Prati Verdi. Per l’esattezza, questo spezzone – se mal non ricordo realizzato dalla CO.GE.CO. – fu dopo qualche tempo raccordato proprio con questo “budello”, largo poco più di due metri (località Brigandì), realizzando così un più immediato accesso a Milazzo per chi proveniva dalla Strada Statale. A quell’epoca, raccordare un vialone di quel tipo con una viuzza dissestata, con una curva secca a 90 gradi, fu un atto di coraggio veramente da kamikaze. Furono molte le autovetture che, complice l’ebbrezza della velocità che inebriava il pilota – che mai a casa propria aveva avuto una simile strada – finirono nella campagna che a perdita d’occhio si estendeva verso Milazzo. Non era facile infilarsi in quel buchetto, era come infilare la cruna di un ago andando di slancio. E così cominciò la storia di un moncone di strada: un incidente dopo l’altro esattamente come oggi. Era proprio segnato nel DNA di quella innovazione stradale che sarebbe poi divenuto l’Asse Viario di oggi. Possiamo ben dire che è nato sotto una cattiva stella. Ma almeno, a quell’epoca qualche buontempone ma d’ingegno e di larghe vedute che non aveva “cocuzza” per testa ma cervello, installò proprio sul fronte del punto di svolta a sinistra un enorme striscione stradale con la scritta PERICOLOSISSIMA, visibile fin da quando si superava il cavalcavia che oggi scavalca l’A20. Era chiaro, ovviamente il concetto “avvisiamo per tempo i conducenti”. E così nessuno più volò via a raccogliere minestra o gelsomini. Quindi, abbandonato il “budello”, si completò quest’opera magna dell’Asse Viario che ebbe anche gli onori della G.U.R.S. del 3/8/2007 che ufficializzava il “Decreto del dirigente generale del dipartimento regionale lavori pubblici n. 901/16 del 25 giugno 2007, ai sensi e per gli effetti del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 e del D.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495, il tratto dell’asse viario di collegamento lungo km. 5+180 denominato corso Sicilia compreso tra la piazza XXV Aprile del comune di Milazzo ed il confine comunale dello stesso, è classificato tra le strade comunali del comune di Milazzo”.
Oggi…ma non c’è paragone da nessun punto di vista; solo l’imprinting del DNA resta e non è certo l’uomo (poverino) che – forte di questo destino – si azzarda a mutarlo nemmeno se dovesse rischiare (come di fatto rischia) di vedere – prima o poi – il cielo a quadrettini. Certo, le autovetture irresponsabilmente sfrecciano anche nel tratto in questione che è ancora (e chissà per quanto) ad unica corsia, ed oggi ne ho avuto la prova in una personale ricognizione sui luoghi dell’ultimo incidente del 25 marzo scorso che – guarda caso, DNA o destino – è sempre lo stesso punto preciso, la stessa curva precisa, lo stesso sfortunatissima guardrail, preciso. Né più, né meno. Né un centimetro più in là, né uno più in qua. MA ALLORA, io che non capisco nulla di traffico, di traiettorie di fuga, di tangenti, di raggi di curvatura, di velocità ammissibili tratto per tratto, di pendenze delle carreggiate, di come si installa un guardrail e di che tipo deve essere, di quanti e quali segnali stradali occorrono per dare l’esatta percezione del pericolo al conducente, di come si traccia una striscia di mezzeria e se è proprio necessaria o meno; sì, proprio io che non capisco nulla…MI CHIEDO E CHIEDO anche a chi, leggendo, che è come se mi ascoltasse: ma ti pare mai possibile che tutte le macchine se la prendono con quei 20/30 metri di guardrail sempre allo stesso punto e che nessuno si ponga una domanda che sicuramente è assai più facile del tremendo quesito amletico? Sì, si tratta sempre di essere o non essere, cioè…vivere o non vivere; ma il mio dubbio è più terra-terra, appunto, e mi chiedo perchè nessuno studi questo fenomeno, lo analizzi, chieda lumi a chicchessia, faccia un’interpellanza interplanetaria e cerchi di capire cosa bisogna fare per evitare queste situazioni, delle quali sto scrivendo quasi scherzando, ma che mi fanno rizzare quei pochi capelli che mi sono rimasti in testa o che mi fanno fremere di rabbia mista a paura tutte le volte che – dimentico – imbocco quel nastro d’asfalto assurdamente concepito e progettato. Ah, dimenticavo i favoritismi a destra e sinistra politicamente parlando. E al centro? Beh, al centro nemmeno la striscia di mezzeria esiste, l’hanno fagocitata da subito!
Che nessuno si scordi – però – che il 20 maggio del 2008 a perdere la vita fu una giovane donna, M. C. che si trovava alla guida di una Peugeot. L’incidente è avvenuto mentre l’asse viario era particolarmente trafficato. M. C., improvvisamente, ha perso il controllo della sua auto, che è andata a urtare con violenza il guardrail sulla sua sinistra e poi si è ribaltata. La giovane, di Milazzo, è stata sbalzata fuori dall’auto ed è morta sul colpo. (fonte Tempo Stretto). Eppure, ora che ci rifletto: “Pozzu crìdiri chi ‘ddu guaddaraili iè calamitatu e comu i sireni ‘ntra Scilla e Cariddi, si tira tutti ‘i machini chi pàssunu? Minchiuni, sarìa un bellu guaiu. Ammenu Ulissi – scattruni iddu – si fici ‘ttaccari ‘nta l’àbbiru maistru e non cci succidìu nenti…nui cca, a Milazzu, undi ‘ndam’attaccàri? Mancu ‘u trammi avemu”.
Quindi non possiamo che contare sulla perspicacia di chi ci amministra e sulla loro curiosità che li porti a sceverare il problema (perché di problemone si tratta) e che – per la salvaguardia degli utenti che si avventurano su quella “carovaniera insidiosa”- facciano tutto ed ancor più di tutto. Ed abbiano anche il coraggio di chiudere questa strada PERICOLOSISSIMA, fino alla messa a norma totale.