LO ABBIAMO DETTO NOI, MA NESSUNO CI HA FATTO CASO. POI, QUANDO LO DICONO ALTRI, ALLORA LE COSE CAMBIANO. E OCCORRE FARE PRESTO, PER METTERLO IN SICUREZZA. O CHIUDERLO! MA PERCHE’ PENALIZZARE GLI AUTOMOBILISTI? NON SAREBBE MEGLIO METTERLO IN SICUREZZA?
“ASSE VIARIO: CHI CENTRA IL GUARDRAIL VINCE UN ORSACCHIOTTO!!! – UN NUOVO GIOCO AL QUALE PARTECIPANO I PIU’ TEMERARI. PER CHI ARRIVA SOTTO, SE NON VINCE UNA CASSA DA MORTO, C’E’ LA RIVINCITA!!!” – Così aprimmo il nostro articolo qualche mese addietro, a proposito del famigerato Asse Viario ed in chiusura dicemmo le stesse cose che oggi i nostri politici “sposano” e Gazzetta del Sud condivide. Sempre per dire la nostra e come la pensiamo sul punto, ci piace lasciar parlare ancora una volta il nostro articolo di allora che non è l’unico, ma compagno di altre decine di segnalazioni…ammonimenti…suggerimenti che mai alcuno ha inteso ascoltare. Refrattari-nati, mai si sono preoccupati di mettere in sicurezza quel tratto di strada mal concepito, mal realizzato e mal tenuto da chi ne è il legittimo proprietario. Riprendiamo ora alcuni passaggi sintomatici dell’attenzione che abbiamo continuato a porre sull’argomento: “ I più “grandicelli” di noi ricorderanno che l’Asse Viario nacque con l’apertura al transito di un primo troncone che partiva dalla SS113 (frazione Corriolo) e si fermava all’altezza della Via Prati Verdi. […]. A quell’epoca, raccordare un vialone di quel tipo con una viuzza dissestata, con una curva secca a 90 gradi, fu un atto di coraggio veramente da kamikaze. Furono molte le autovetture che, complice l’ebbrezza della velocità che inebriava il pilota – che mai a casa propria aveva avuto una simile strada – finirono nella campagna che a perdita d’occhio si estendeva verso Milazzo. Non era facile infilarsi in quel buchetto, era come infilare la cruna di un ago andando di slancio. E così cominciò la storia di un moncone di strada: un incidente dopo l’altro esattamente come oggi. Era proprio segnato nel DNA di quella innovazione stradale che sarebbe poi divenuto l’Asse Viario di oggi. […] Possiamo ben dire che è nato sotto una cattiva stella. Ma almeno, a quell’epoca qualche buontempone ma d’ingegno e di larghe vedute che non aveva “Cocuzza” per testa ma Cervello, installò proprio sul fronte del punto di svolta a sinistra un enorme striscione stradale con la scritta PERICOLOSISSIMA, visibile fin da quando si superava il cavalcavia che oggi scavalca l’A20. Era chiaro, ovviamente il concetto “avvisiamo per tempo i conducenti”. E così nessuno più volò via a raccogliere minestra o gelsomini. Quindi, abbandonato il “budello”, si completò quest’opera magna dell’Asse Viario che ebbe anche gli onori della G.U.R.S. del 3/8/2007 che ufficializzava il “Decreto del dirigente generale del dipartimento regionale lavori pubblici n. 901/16 del 25 giugno 2007, ai sensi e per gli effetti del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 e del D.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495, il tratto dell’asse viario di collegamento lungo km. 5+180 denominato corso Sicilia compreso tra la piazza XXV Aprile del comune di Milazzo ed il confine comunale dello stesso, è classificato tra le strade comunali del comune di Milazzo”. […]……ricognizione sui luoghi dell’ultimo incidente del 25 marzo scorso che – guarda caso, DNA o destino – è sempre lo stesso punto preciso, la stessa curva precisa, lo stesso sfortunatissima guardrail, preciso. Né più, né meno. Né un centimetro più in là, né uno più in qua. MA ALLORA, io che non capisco nulla di traffico, di traiettorie di fuga, di tangenti, di raggi di curvatura, di velocità ammissibili tratto per tratto, di pendenze delle carreggiate, di come si installa un guardrail e di che tipo deve essere, di quanti e quali segnali stradali occorrono per dare l’esatta percezione del pericolo al conducente, di come si traccia una striscia di mezzeria e se è proprio necessaria o meno; sì, proprio io che non capisco nulla…MI CHIEDO E CHIEDO anche a chi, leggendo, che è come se mi ascoltasse: ma ti pare mai possibile che tutte le macchine se la prendono con quei 20/30 metri di guardrail sempre allo stesso punto e che nessuno si ponga una domanda che sicuramente è assai più facile del tremendo quesito amletico? Sì, si tratta sempre di essere o non essere, cioè…vivere o non vivere; ma il mio dubbio è più terra-terra, appunto, e mi chiedo perchè nessuno studi questo fenomeno, lo analizzi, chieda lumi a chicchessia, faccia un’interpellanza interplanetaria e cerchi di capire cosa bisogna fare per evitare queste situazioni, […] quel nastro d’asfalto assurdamente concepito e progettato. […] Quindi non possiamo che contare sulla perspicacia di chi ci amministra e sulla loro curiosità che li porti a sceverare il problema (perché di problemone si tratta) e che – per la salvaguardia degli utenti che si avventurano su quella “carovaniera insidiosa”- facciano tutto ed ancor più di tutto. Ed abbiano anche il coraggio di chiudere questa strada PERICOLOSISSIMA, fino alla messa a norma totale.”
Precorrendo i tempi e la odierna richiesta di forze politiche milazzesi ribadiamo il nostro pensiero manifestato con l’inizio del 2015 e mai interrotto fino ad oggi. Risultati? Assurdo sperare che i sordi sentano e che i responsabili di tali servizi si sentano veramente tali; ognuno si lascia scivolare il problema come fosse lenta pioggerella primaverile. Se il mancato accoglimento della proposta di chiusura deriva dal fatto che potrebbero sorgere infiniti problemi, primo fra tutti un sovraccarico di traffico sulle strade che conducono verso la SS 113 o che dalla SS 113 immettono a Milazzo, allora perchè non metterlo in sicurezza, quest’Asse Viario, con semplici accorgimenti che tutti invocano? Quali? A cominciare dalla pulizia dalle erbe e dai canneti che lo infestano, proseguendo con il rifacimento della segnaletica, orizzontale e verticale, con il riposizionamento dei catarifrangenti e dei guardrail, con qualche sporadico controllo (una pattuglia che scoraggi chi pigia sull’acceleratore, coinvolgendo TUTTE le forze di Polizia, ma proprio TUTTE!), e mantenerlo in perfetta efficienza, provvedendo MENSILMENTE con una spazzatrice a rimuovere cespugli ed erbacce che cercano di spuntare, e detriti che il vento accumula. Sappiamo già la riposta: mancano i soldi! Solita musica, anche se sono cambiati i suonatori. E allora perchè non coinvolgere l’Assessorato al Turismo e quello alla Cultura, che hanno regalato alla città un cartellone per l’estate? Ricordiamo che anche la pulizia e la sicurezza contribuiscono a fare crescere l’interesse per la città che vuole vivere di turismo e cultura. E non è necessario offrire SOLO divertimenti ai “sudditi”. Questo lo facevano gli imperatori nell’antica Roma. Anche se Milazzo si fregia dell’aquila imperiale, non è certo la capitale dell’impero, e problemi ne ha a non finire…
Sarà che è stato progettato “con i piedi”, sarà che versi in uno stato di totale abbandono, certo è che anche i milazzesi ci mettono il carico da ….120 Km orari! Mi chiedo sempre se siano le strade ad essere pericolose o se è chi guida ad esserlo ancor di più. Da quando,verso la metà del secolo scorso, ho preso la patente,ho imparato che bisogna adeguare la guida alle condizioni della strada. Se cammino nella classica “trazzera”,non vado certo a correre come se fossi in pista ad Indianapolis; ebbene questo è ciò che succede minuto dopo minuto sull’asse viario cittadino,dove anche quelli più incapaci (o con macchine che dovrebbero essere solo rottamate,visto le condizioni di manutenzione in cui qualcuno le tiene) si avventurano in una sfida quotidiana con l’al di là.Chiudere un’arteria di così importante interesse,contribuirebbe non solo ad aumentare il caos cittadino,ma soprattutto a danneggiare quanti percorrono tranquillamente quella strada senza credere di essere novelli piloti di F1.Ben vengano,anzi auspichiamo, che da subito partano i lavori di messa in sicurezza e manutenzione di quella strada,magari sistemandola una corsia per volta,ma per favore, facciamo più una campagna di educazione stradale che sia MARTELLANTE, piuttosto che penalizzare un’intera comunità!
Concordo su quanto scritto, ma vorrei fare notare che da noi in Italia, molte delle prassi europee, sono capovolte. In Germania non ci sono limiti di velocità, sapendo che comunque le infrazioni vengono commesse, ma il livello di efficienza e sicurezza delle stesse strade è alto rispetto a quello al quale siamo abituati. Da noi bisogna tenere le luci di posizione accese perché l’allora ministro dei trasporti (genio illuminato) recandosi in nord Europa lo vide in Svezia e pensò che fosse una buona idea (senza pensare che in Svezia o nei paesi nordici la luce ed il sole che abbiamo alle nostre latitudini nemmeno sanno cosa sia). Da noi corre l’obbligo delle ruote termiche o catene a bordo per un periodo dell’anno…..la valutazione del tutto la lascio a chi legge (la neve da noi cade con una frequenza che per ammortizzare la spesa delle gomme termiche o delle catene, occorrerebbero un paio di inverni nordici). Ci sono insomma limitazioni che il legislatore si è tolte dalle spalle per scaricarle sulle nostre. Il manto stradale è a norma? direi di no! Le protezioni sono a norma e sicure? direi ancora no! La pulizia ed il mantenimento degli stessi tratti è valutabile? qui un terzo non è d’obbligo. Che poi ci sia il cretino di turno che corre a velocità fuori dal mondo, sapendo il contesto, è normale, anche a Milazzo dove nessuno si spreca a fermare chi viaggia senza cinture o con il telefonino spalmato all’orecchio. Direi che ci troviamo di fronte ad una serie di concause, cattivissima amministrazione e guida criminale. Ma, e qui viene il punto, se non punisci chi “delinque” o se ne fotte delle leggi e dei regolamenti, tutto diventa prassi lecita. E siamo di nuovo al punto. Perché non viene fatto? Adesso questo rudere di tratto stradale andrebbe messo in sicurezza, a norma, e piazzati diversi autovelox verticali (quelli che non puoi coprire con lo spray), e diverse cunette di gomma, per evitare che i rettilinei spingano, novelli pseudo piloti, a cimentarsi in corse ed altro. Il lavoro non manca, ma sembra che l’assente principale sia la volontà. Saluti