CON LA CHIUSURA DEI CAMPI DI CALCIO E DEGLI IMPIANTI SPORTIVI COMUNALI, CENTINAIA DI GIOVANI NON HANNO LA POSSIBILITA’ di giocare. Le società sportive, dilettantistiche, nate solo per togliere dalla strada decine di ragazzi, attratti dal calcio, dalla pallavolo, dalla pallacanestro, con qualche speranza di diventare campioni, si aspettavano ben altro dal neo Assessore Crisafulli. Nel corso della riunione con i dirigenti e i tecnici, si è discusso dei costi da sostenere, ma sono state rappresentate anche le difficoltà dei sodalizi che non navigano nell’oro, e che difficilmente potranno accettare le proposte del’amministrazione. In fin dei conti si tratta di importi irrisori, solo 5 euro l’ora, che per due ore al giorno ammontano a 300 euro al mese.
Ma cosa dà in cambio il comune?
“Solo l’impianto, ci dice un dirigente di una delle società di calcio penalizzate, nel quale si può effettuare l’allenamento. Per le partite, dobbiamo accontentarci di giocare a porte chiuse. In mancanza di agibilità, è il massimo che possiamo ottenere!“.
Una patata bollente che l’assessore Crisafulli ha nelle mani! Come farà il neo responsabile dello sport a sbrogliare questa intricata matassa, francamente non lo sappiamo!
“Chi gliel’ha fatta fare!”, aggiunge uno dei dirigenti sportivi, “Non si trova in una bella situazione, ci sono centinaia di bambini e di ragazzi che da oggi non possono tirare calci ad un pallone! E dietro di loro ci sono centinaia di famiglie, che non accettano questa ennesima imposizione del Comune!”.
Il clima si surriscalda, ma noi di TERMINAL siamo abituati! Volano parole grosse, e nel mirino oltre all’Assessore ci sono anche altri responsabili.
“Da mesi – interviene un tecnico, non sappiamo di quale società – c’è il Tennis che è chiuso. Hanno messo i sigilli, e non se ne parla di riaprire. Qui hanno fatto di peggio: hanno cambiato i lucchetti, impedendo ai responsabili delle società di potere accedere. Secondo voi è un atto giusto? Dobbiamo portare i bambini, con le loro famiglie, davanti al Municipio? A protestare con il Sindaco?”.
Cerchiamo di smussare gli angoli, di invitare a mantenere la calma, ma non è facile. E quando facciamo notare che con le scuole di formazione sportiva, praticata negli stessi campi, le società possono benissimo fare fronte alle spese richieste dal Comune, la replica è secca:
“I ragazzini pagano 25 euro al mese. Ma non tutti, perchè ci rendiamo conto che in quella zona di Milazzo sono in tanti a non avere le possibilità economiche per potare sopportare le spese richieste per l’assicurazione, il materiale sportivo e tutto il resto. Quindi, a conti fatti, a fine mese avremmo bisogno noi di almeno 1000 euro, per fare fronte a quel che il comune non fa: pulizia, manutenzione ordinaria e straordinaria, custode… E scrivete pure che si tratta di campi sportivi della Piana. San Pietro, Santa Marina, Ciantro!”.
“Proprio così, della Piana, interviene un altro dei nostri interlocutori. Il Sindaco è della Piana, Crisafulli anche…”.
Siamo noi per primi a salutare il gruppo degli sportivi: lo facciamo per evitare che gli animi si surriscaldino, invitando a mantenere la calma e a sperare che tutto prima o poi si risolva. Uno del gruppetto, che nel frattempo si è arricchito di una dozzina di sportivi, ci raccomanda di scrivere tutto; ma soprattutto, rivolto all’assessore Crisafulli, “… ma con quale coraggio si è imbarcato su una nave che sta affondando? E con questa decisione, la sta mandando a fondo!”. Abbiamo motivo di credere che il crollo elettorale dello scorso 5 novembre, la bocciatura dei candidati di riferimento, l’alto astensionismo, non siano serviti a nulla. A Milazzo ormai non si ha fiducia di nessuno! E si fa terra bruciata…