UNO DEI PEZZI FORTI DI TERMINAL, NEGLI ANNI IN CUI IL GIORNALE VENIVA STAMPATO IN MIGLIAIA DI COPIE OGNI DIECI GIORNI E DISTRIBUITO GRATUITAMENTE. SI SCONSIGLIA LA LETTURA A CHI NON COMPRENDE LA SATIRA E NON CONOSCE LO SPIRITO DEL GIORNALE!
La cronaca nera degli ultimi mesi è stata piena di notizie riguardanti gli stupratori. Una volta acciuffati (perché adesso è possibile, le tracce organiche che lasciano permettono senza alcun dubbio di identificare i responsabili) vengono schiaffati in galera, sempre che non vengano scarcerati prima del processo da cavilli giuridici o da comportamenti irreprensibili.
Ma le discussioni che si accendono trovano sempre qualcuno pronto a giustificare le loro azioni. Fra giornalisti progressisti, psicologi, sociologi e opinionisti, si tirano in ballo società, famiglia, infanzia difficile, delusioni amorose, voglie represse e una marea di minchiate che sconcertano la generazione che ha vissuto durante il Ventennio Fascista, o che ha fatto la seconda guerra mondiale. E allora prende quota il giustizialismo spicciolo, la legge del taglione (una volta, in tempi molto lontani, applicata nelle carceri), secondo cui per il colpevole è richiesta la castrazione chimica, che non gli permetterebbe più atti sessuali o comportamenti disdicevoli.
… Atti osceni in luogo pubblico, così è stato intitolato il pezzo con la vignetta, ma … oggi la vignetta non c’è perché altrimenti la censura ce lo taglia (il pezzo…). Cosa vuoi disegnare? … Meglio lasciare tutto all’immaginazione. Con l’avviso che il fatto ebbe come vittima una donna (ovvio) esponente politico di un paese siciliano, ma per privacy preferiamo non citare località e partito.
Ogni sera, rientrando a casa, vedeva un tizio che davanti a lei si masturbava. Sempre lo stesso tizio si ripresentava, puntuale, il mattino, quando la donna usciva di casa. Dopo qualche giorno, sconcertata, pensò di denunciare il fatto ai carabinieri.
Venne ricevuta dal maresciallo che la prese a verbale.
“Sa, maresciallo, sulle prime non ci ho fatto caso, nni succedunu cosi strani! Ma dopo ‘na simana, lei capisci, è troppo. Matina e sira! ‘Na vera virgogna”.
Il maresciallo promise un appostamento, ma gli venne spontaneo chiedere.
“Signora, lei ha qualche elemento per risalire all’autore dei gesti, non so, qualche sospetto?”.
“Sospetti? Certezze, maresciallo, è uno dell’opposizione, non certo del mio partito!” “Ma allora siamo a cavallo! Però, mi permetta, Come fa ad asserirlo con certezza?”
“Maresciallo, ma lei scherza? Lei pensa chi ’nto nostru partitu facemu ’sti cosi?…”
Il maresciallo l’interruppe “Mi scusi, signora, non mi fraintenda, mi rendo conto… ma accusare sui due piedi l’opposizione…”
“Mi facissi finiri, marisciallu. Si era du me pattitu, mi ll’avissi misa subbitu ’nto culu!”
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