Lo spettacolo è il penultimo della splendida Stagione Teatrale del calendario del 2017/2018!
Lo stesso titolo del dramma thriller di Shemit e della nuova commedia di Carlo Buccirosso, ma Claudio Aprile ha scritto un testo tutto suo dove l’incipit, composto dai flash video di presentazione dei vari componenti della famiglia, evidenzia le differenze che nella vita quotidiana o nel teatro creato per loro, via via emergeranno; una novità in campo teatrale, quasi a voler marcare la differenza tra i video confezionati e il teatro con le sue dinamiche e le sue sorprese.
I protagonisti, eredi della scuola teatrale di Enrico Guarneri, sono attori professionisti con toni comici, grotteschi e parossismi; in questo lavoro brillante hanno rappresentato le verità nascoste nelle pieghe di una “Famiglia quasi perfetta”, verità fatte di debolezze, di diffidenza, di intolleranza e di astio. Vincenzo Volo, dopo il “Natale in casa Cupiello”, torna all’Auditorium di Pace del Mela nei panni del sindaco di San Giovanni la Punta, un marito apparentemente premuroso verso la moglie, la bella e brava figlia d’arte Francesca Ferro. Li troviamo alle prese con una cena i cui invitati sono: un amico, una persona assai cara soprattutto alla moglie, Nick Nicolosi, e il fratello di lei interpretato da Plinio Milazzo con la bella moglie interpretata da Ilenia Maccarrone.
La cena introdotta dal costosissimo vino offerto dal cognato, architetto e affermato professionista, ha degli sviluppi difficili. La padrona di casa già stanca per il suo quotidiano menage familiare, manda in tilt le diverse pietanze da lei stessa preparate e il sindaco, suo malgrado è costretto a comprare qualcosa per salvare la cena.
I toni della compagnia prima allegri e confidenziali, si accendono poi di crescente tensione e ciascuno comincia a mostrare un’altra faccia del reale: un marito pigro egoista e taccagno, un amico che tutti credono gay solo perché possiede una certa riservatezza e che invece è l’amante della anziana madre dei due fratelli; un fratello stimato, ma ancora puerile e possessivo; la moglie in stato interessante, anche lei architetto e affermata, ma risoluta e dai modi decisi e crudi nell’affrontare l’assurda diatriba in cui viene coinvolta. Insomma lo spirito di Pirandello si concretizza e rivive in ciascuno dei personaggi.
La comicità e l’ironia di cui il testo è pervaso, le battute, il tono, ora elegante e compito, poi con risvolti di grande e spontanea rozzezza, riescono a staccare il pubblico dalla problematicità del reale e divertono tutti che applaudono quasi per un “bis”.
La regia di Francesco Maria Attardi, che vuole che tutto si viva in una stanza senza pareti divisorie, in un palazzo con uno sfondo a vetri, quasi che la privacy tanto voluta fosse solo “finzione”, l’unica forse della “famiglia” che tra le pareti domestiche scopre tutte le sconosciute verità, come in tante o tutte le famiglie dove tanto più aurea e splendente è la performance esibita, quanto più problematico è il vissuto tra le pareti domestiche.
L’autore e il regista hanno creato due personaggi femminili l’uno antitesi dell’altro: la bella Francesca Ferro, che per la famiglia con due figli ha lasciato ogni suo interesse e non si sente compresa, tanto da trovare infine il coraggio di far esplodere il suo malcontento, e Ilenia Maccarrone, bella, sofisticata, architetto, che cerca di mediare la disputa assurda in cui viene a trovarsi e che anche lei, infine “esce al naturale”…
Il messaggio finale è positivo ed è sempre trasmesso dalle due donne, entrambe con le loro maternità, una con il bambino appena nato, l’altra con un altro figlio in grembo: Pirandello superato e la vita, l’amore e la famiglia hanno vinto!
Un testo assai importante e dalle mille accezioni, quello di Claudio Aprile affidato ad attori assai bravi, capaci di renderlo divertente e riflessivo al contempo, capaci di far rivivere l’Erma bifronte di Pirandello anche senza la forza e la potenza espressiva della lingua siciliana.
Rita Chillemi