Lui è FRANCESCO SALAMONE, nato il 20 giugno 1934, sposato con Giuseppa Patti, Pina. Abita in via ten. Minniti da oltre 50 anni, e prima abitava nel popoloso rione di Vaccarella. Popoloso perché un tempo Vaccarella aveva un numero di abitanti che superavano di gran lunga gli altri, nella Milazzo di allora. Avevo chiesto un paio di notizie al figlio, che ha snocciolato subito: 7 figli (4 femmine: Giannella, Caterina, Rosaria, Maria; 3 maschi: Claudio chiamato Franco, Nino, Vincenzo), 12 nipoti, 10 pronipoti. Una famiglia numerosa, e se consideriamo generi, nuore, fratelli, sorelle e gli altri nipoti. Ma quella che mi ha particolarmente colpito è stata la professione del papà; al punto che mi è venuto spontaneo riconoscere che lui “era uscito fuori razza”! Infatti non ha solcato i mari, non è diventato un marinaio, un capitano di lungo corso, e questo era il cruccio di chi lo vedeva in quella veste in cui i suoi se lo ricordano, un lavoratore dell’edilizia. Fin quando fu assunto all’ospedale di Milazzo, modificando nettamente la sua professione. Era un sogno di molti milazzesi, una volta, aspirare al posto fisso per godere, un domani non troppo lontano, di una modesta pensione. Ma Francesco Salamone, che conosceva bene mio padre fin dai tempi in cui il figlio Franco, prima di avviare il Cordial bar, lavorava al Bar Castelli, è stato e continua ad essere quel padre che i figli sono contenti di avere: umile, onesto, generoso, disponibile. Un buon padre di famiglia, un ottimo marito, un nonno che ama i suoi nipoti che vede crescere, un bisnonno che ama ancor di più i pronipoti che lo hanno fatto tornare bambino. Nel giorno dei suoi 90 anni, tutti si riuniranno attorno a questo papà meraviglioso, e non sappiamo se lui sia al corrente di ciò che stanno preparando i suoi figli per lui. Sappiamo solo che questi novant’anni sono portati bene, e che non è più quel giovanotto di un tempo perché, pur non essendo un lupo di mare, ha dovuto lottare contro le intemperie, le burrasche, le avversità che si sono presentate nel corso della sua vita. Ma ciò che conta è che ancora oggi venga ricordato per onestà e simpatia, per bontà d’animo e amicizia, e se ti incontra per strada o hai la fortuna di fermarti con lui per scambiare qualche parola e parlare del più e del meno, gli riconoscerai tutte le buone qualità che non lo hanno mai abbandonato, che non sono mai venute meno.
Auguri vivissimi, signor Salamone. Che Iddio la protegga sempre e che i suoi familiari possano avere la fortuna di stare al suo fianco per lunghi anni ancora.
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