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AULO GAIO SEMPRONIO, IL NUOVO LIBRO DI FILIPPO LO SCHIAVO

“LA CITTÀ DI MYLAE ALLA FINE DELL’ETA’ REPUBBLICANA ROMANA. LA CONQUISTA DELLA SICILIA DA PARTE DI CESARE OTTAVIANO, DALLA BATTAGLIA DEL NAULOCO A QUELLA DI AZIO. DIECI ANNI DI INTENSA STORIA PRIMA DELL’AVVENTO DELL’IMPERO.”

 

Ecco la presentazione del nuovo libro di Filippo Lo Schiavo:

“All’alba della civiltà, sorge dall’orizzonte del mondo una stella più luminosa del sole: Roma! I pilastri dell’imperium sono le sue legioni, macchine da guerra perfette che le permettono di conquistare, annettere e civilizzare i popoli più disparati della terra. La mobilità e la velocità nel percorrere il fitto dedalo di strade, spesso dai loro stessi soldati tracciate, sono in grado di portarli ovunque essa è obbligata a imporre il suo destino di dominatrice del mondo. Le costituiscono uomini duri, disciplinati e orgogliosi del ruolo su cui si fonda la potenza della loro patria. Uomini abituati alla violenza, ma nello stesso tempo capaci di imporre la pax romana, lo strumento con cui i residui delle civiltà conquistate vengono inglobati e fusi con quella della caput mundi. Nel tempo immediatamente seguito alla morte del grande Giulio Cesare, segnato da lotte intestine e dolorose guerre civili, la Legio XI delle Gallie, dopo aver messo a riposo i valorosi veterani, richiama all’improvviso forze fresche per ricostituirsi sotto il comando del nuovo astro nascente della politica: Ottaviano. Ai suoi ordini, percorrerà le Gallie e tutto il suolo italico fino ad arrivare a Mylae, in Sicilia, per fronteggiare Sesto, il figlio del grande Gneo Pompeo Magno che cerca di ostacolarne l’ascesa ai vertici del potere. Tra le file della legione, spiccano figure di umili soldati, ma anche quelle di valorosi comandanti che si offrono spesso in sacrificio sull’altare della gloria di Roma. Smessa la corazza, vivono anche una vita di uomini comuni, preoccupati dalle insidie di nuove guerre che fanno, di frequente, venire meno la protezione alle loro donne e ai loro figli. Combattuti tra i più umani dei sentimenti e il sacro giuramento di fedeltà a Roma, con un semplice preavviso, sono, di volta in volta, costretti ad abbandonarli senza sapere se mai torneranno a rivederli. Nel corso di un’esistenza, spesso vissuta con spirito d’avventura, si troveranno ad agire in luoghi molto eterogenei. Uno di questi, tra i tanti conquistati alla Repubblica, è destinato a diventare sede di avvenimenti importanti che peseranno in modo determinante sul futuro della nazione romana. Dalla pacificazione delle Gallie, alla battaglia navale di Mylae e fino a quella di Actium, passano dieci anni vissuti con l’intensità di un attimo fuggente. Anni costellati di battaglie, amori, lutti, piacevoli ricordi e splendide vittorie. In questo scenario storico si muovono i personaggi di questo immaginario racconto. Sopra tutti, il giovane centurione primopilo Aulo Gaio Sempronio, la sua bella Demetra ed il maestro Eraclio, loro malgrado protagonisti della storia e del divenire della grandezza di Roma. Dalla lunga alla breve storia. Nei miei racconti ogni genere di ricordi di questa mia terra, tutto è compreso. Uomini e cose, esseri reali ed esseri fantastici, caverne, mari e monti, tutto vi è rappresentato. Quel che non serve alla verità dei fatti, servirà alla Novellistica; dove non avrà da profittare la Storia, trarrà giovamento la dimensione dell’identità sociale e culturale del mio amatissimo popolo siciliano; e la mia Lingua avrà cercato nuovi momenti di ricerca e studio laddove la Letteratura e la Poesia non cercheranno copia d’immagini e grazia di stile. A questi e non ad altri fini, s’indirizza questo mio ultimo libro. Un piacevole lavoro di immaginazione e ricerca che non vuol riuscire utile agli studiosi, ma sarà proficuo esclusivamente al raccoglitore del mio invito alla scoperta di un fantastico passato che mette fuori insieme timidi riscontri di vera storia e ricchezza d’invenzione. Sin dall’antichità e fino ai tempi d’oggi, da Roma Caput mundi ci sono giunti secoli di storia che si consegnano al piacere di avventurarsi nel corso degli eventi con piedi di velluto e voglia, tanta voglia di favoleggiare. E io ne ho approfittato, penetrando con la fantasia nel fitto dedalo di quei lontani accadimenti!”.

Filippo Lo Schiavo

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