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AVVISO A TUTTI I MUSULMANI! A MILAZZO LA FINE DEL RAMADAN.

ramadanRICHIESTO IL PERMESSO PER POTERE OTTENERE UNO SPAZIO ALL’APERTO OVE PREGARE E RICORDARE LA FINE DEL RAMADAN

A Milazzo, nei pressi del monumento a Luigi Rizzo, sul lungomare Garibaldi, la comunità musulmana residente nel comprensorio si riunirà, dalle ore 8.30 alle ore 9.30, il 5 luglio, o il 6 luglio (la data non è stata ancora ufficializzata) per la preghiera di ringraziamento in occasione della fine del ramadan. Il Ramadan è il mese nel quale si pratica il digiuno, ed è, secondo il calendario musulmano, il nono mese dell’anno e ha una durata di 29 o 30 giorni. Costituisce un periodo eccezionale dell’anno per i fedeli musulmani. Celebra l’annuncio della Rivelazione fatta dall’angelo Gabriele a Maometto. Nel corso del mese di Ramadan i musulmani debbono astenersi – dall’alba al tramonto – dal bere, mangiare, fumare e dal praticare attività sessuali. Particolarmente intensa dev’essere la lotta contro i cattivi pensieri, le cattive azioni, la rabbia. Quando tramonta il sole il digiuno viene rotto. La tradizione vuole che si preferisca mangiare un dattero perché così faceva il Profeta. In alternativa si può bere un bicchiere d’acqua. Si attribuisce al digiuno la dote di insegnare all’uomo l’autodisciplina, l’appartenenza a una comunità, la pazienza e l’amore per Dio. Un’altra interpretazione è che il digiuno e l’astinenza sessuale per un mese intero ricordi al praticante le privazioni dei poveri. 

A Milazzo è stato scelto un luogo all’aperto, sul lungomare, molto suggestivo, e tutti saranno rivolti verso l’oriente e La Mecca. L’evento sarà l’occasione, per chi assisterà alla preghiera, di conoscere da vicino anche le tradizioni di questi nostri concittadini che hanno lasciato le loro terre ma non hanno mai rinunciato al loro credo religioso. La preghiera infatti costituisce il legame diretto fra il credente e Allah, senza un intermediario, cosi uno si rivolge direttamente al Dio. Nell’Islam gli orari delle preghiere cambiano secondo la posizione del sole e vengono ricordati alla gente dal Muezzin che recita l’adhan dai minareti della moschea, cosi annuncia l’ora della preghiera. L’ideale sarebbe pregare insieme a tutti nella moschea, ma un Musulmano può pregare quasi ovunque, per esempio nei campeggi, in ufficio, in fabbrica, a casa, basta che il luogo sia pulito e adatto alla adorazione. Di solito si prega su un tappeto da preghiera e bisogna sapere naturalmente la direzione della Mecca. Nella preghiera saranno recitati versetti del Corano, in lingua araba, la lingua originale del Corano. Le suppliche personali possono essere recitate anche nella lingua di ogni musulmano.

Non sappiamo se siano stati previsti dei banchetti per celebrare la fine del Ramadan: è certo comunque che in altre città d’Italia la partecipazione al banchetto è estesa anche ai residenti, con la partecipazione della classe politica che ha sottolineato che una migliore conoscenza allontana la paura delle diversità: la conoscenza delle culture degli altri è il primo passo verso una comunità integrata, e un buon esempio per le realtà e la fratellanza dei popoli.

Commenti

1 Commento

  1. Tutto bello ed idilliaco se non fosse che per queste persone non è contemplata la reciprocità; per queste persone esiste solo il corano e null’altro; sono sottomessi al loro dio e pretendono altrettanta sottomissione da parte di altri popoli che nel loro dio non credono. Tra di essi ci potranno anche essere brave persone, onesti padri di famiglia che lavorano e pregano a modo loro, ma permettetemi di dubitare sul fatto che tanta voglia di pubblicizzare le loro feste significa cercare di imporle agli altri: vedi il pretendere di eliminare i crocefissi nei luoghi pubblici oppure indossarli sotto forma di monili,vedi la mancanza di partecipazione dei loro figli alle feste religiose che si tengono nelle nostre scuole; vedi l’idiozia di coprire le statue nude dei nostri musei durante la visita di stato del presidente, nonché capo islamico dell’Iran. E’ finito il tempo dell’integrazione delle civiltà sul modello di quello attuato in Sicilia da Federico di Svevia, il quale, attraverso la fusione di modi di essere diversi, ha lasciato nella storia tracce indelebili di beltà artistiche, scientifiche e di integrazione vera; oggi temo piuttosto che con il diffondersi in massa tra le nostre genti, si possa anche diffondere il principio dell’imposizione della cultura islamica, ancora profondamente retrograda ed integralista. Il nostro è uno stato laico e, anche se per molti anni siamo stati troppo fedeli al Vaticano, considerando il cattolicesimo romano come religione di stato, oggi ci possiamo considerare affrancati da questa sorta di “dipendenza” perchè la liberalità della nostra fede non ci impone una scelta radicale e totalitaria con l’esclusione delle altre fedi religiose. Auspicherei quindi una maggiore selezione negli arrivi, perchè presto o tardi finiremo con il soccombere, o peggio piangere vittime di attentati alla nostra civiltà. E purtroppo penso che i fatti di questi ultimi giorni non mi smentiscono.

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