Due sono gli artefici della rinascita di Via Umberto I, almeno quelli che vediamo tutti i giorni al lavoro: Bartolo Lo Presti e Nuccio Pensabene. Ma in secondo piano non passano i vari Salvatore Guido, o Franco Formica, o altri che con le loro donazioni stanno contribuendo a rendere vivibile un angolo di Milazzo. Hanno recuperato la fontana nella quale hanno trovato casa le tartarughe: difficile contarle tutte, ci dobbiamo fidare del numero che ci dirà Bartolo; e siamo sicuri che non barerà! Poi è nato il sedile in via Umberto I, poi l’altro in via Polidoro Carrozza. Hanno fatto seguito i quadri, la pulizia degli ambienti, i fiori, gli addobbi.
E nessuno osa toccare: segno di una ritrovata civiltà? Diremmo piuttosto segno di un’abitudine al bello che prima non esisteva, e che adesso – piano piano – prende piede, contagia, coinvolge, come in un vorticoso ballo, in cui a condurre le danze sono i nostri due eroi, Bartolo e Nuccio, senza tuttavia dimenticare gli altri che vengono chiamati in causa, volenti o nolenti, e si aggregano perché amano Milazzo. E la vogliono più bella, più ammirata, più imitata. Non dimentichiamoci però dell’ultima fatica dei nostri: una barca, simbolo della gente di mare, arricchita di fiori e colori secondo lo stile di Bartolo, secondo la genialità di Nuccio. Si trova, come sempre, in via Umberto I, ad angolo con via Porto Salvo. Tutta da ammirare: nei disegni, nei colori, nelle immagini, persino nei loghi delle ditte pubblicitarie che hanno creduto al progetto di far rinascere Milazzo.
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