ERA NATO IL 24 GENNAIO 1936. E’ ANDATO VIA PER SEMPRE IL 28 APRILE 2012.
Gli riservai un saluto, sul numero 5 del mese di maggio del 2012, alcuni giorni dopo la sua scomparsa. Lo ricordai come si fa con una persona cara. Lo volli ringraziare per quel che aveva fatto per lunghi mesi con mio papà, costretto a passare lunghe giornate seduto sul balcone di casa, durante la malattia che il 19 novembre 2000 lo avrebbe portato via per sempre. Cesare CHIARAMONTE aveva lavorato con me negli anni della Petrochemical; assieme al fratello Pippo era uno dei più bravi e validi metalmeccanici di quegli anni. Un lavoro impeccabile il suo, fatto seguendo in cantiere e sugli impianti gli insegnamenti dei suoi assistenti e, successivamente, i suggerimenti di chi aveva il compito di verificare il procedere della messa in opera di quelle immense e maestose tubazioni che si innalzavano, si intrecciavano, si estendevano come se non dovessero aver mai fine, e che correvano interminabili in quella vasta area industriale, sede della Raffineria. Non erano i soli, Cesare e Pippo: con loro tanti altri giovani che avevano preferito, nei primi anni 60, la loro terra all’emigrazione. Giovani che appresero un lavoro, formarono una famiglia, ebbero figli, divennero nonni, scrissero il loro nome fra gli artefici della crescita economica di questa città.
Di questo e di tante altre cose parlava Cesare con papà, che dal balcone della sua abitazione che si affacciava su via San Giovanni lo cercava e gli faceva un cenno d’intesa. Cosa curiosa, la sua trepidazione quando non lo vedeva al balcone. Si chiedeva il perchè, e si preoccupava; come se avesse avuto chissà quale impedimento. E glielo diceva non appena Cesare saliva a casa… suscitando la sua risata e, spesso anche una giustificazione…
Al segnale, come se fosse convenuto, rispondeva uscendo di casa, dando alla moglie e ai figli una motivazione alla quale mai nessuno si oppose. Cesare era atteso sulla porta, e ormai non aveva bisogno di essere accompagnato da papà che lo aspettava con il solito suo sorriso, nonostante i problemi di salute che non gli davano tregua.
Quante ore passasse a discutere del più e del meno non riesco a quantificarle: io non c’ero, ma papà mi metteva al corrente che era andato a trovarlo il sig. Chiaramonte, e lui era contento. E anche lui, il mio caro amico Cesare (al quale mi rivolgevo affettuosamente, anche se era più grande di me, con il TU, come ci si rivolge ad un vecchio collega di lavoro) lo era.
Era la sua buona azione quotidiana? No, certamente no, non aveva bisogno di farle, perchè grande era la sua bontà. Era piuttosto la consapevolezza che non avrebbe potuto godersi troppo a lungo quell’amico che, nonostante il sorriso e il garbo, aveva bisogno, chissà perchè, proprio di lui; per distrarlo dalla solitudine, per tranquillizzarlo se il discorso si spostava sulla sua malattia , per rendere meno monotone le sue giornate, le ultime della sua vita…
Il giorno dopo, Cesare sarebbe stato ancora al balcone, al primo piano, sempre in attesa di quel gesto del suo amico Andrea, sollevando lo sguardo verso il terzo piano del palazzo di fronte, per cercarlo, per vedere quel cenno d’intesa, per correre a stargli accanto… Così fece per tutto il tempo della sua malattia, nella speranza che potesse guarire presto e uscire di casa. Lo avrebbe portato in giro in macchina, fargli vedere quella marina dove da tempo non era andato, parlare di tante cose, senza stancarsi… Ma non gli fu mai possibile… il 2 novembre papà avrebbe lasciato per un ricovero, l’ultimo, la sua casa. Sarebbe rientrato il 19 dello stesso mese. Cesare lo attendeva, i suoi occhi erano gonfi di lacrime…
Il 24 gennaio Cesare avrebbe compiuto 84 anni. E’ andato via per sempre ad aprile del 2012, a 76, aggredito da un morbo che lo ha divorato giorno dopo giorno.
Chissà se lassù, dove aveva un posto garantito per la sua bontà e per il suo cuore generoso, avrà trovato il suo amico ad attenderlo, fra le tante persone care! E chissà quante altre discussioni, in attesa di un tempo che non passa mai!
Auguri, Cesare. Un abbraccio a mio papà…
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