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Buon onomastico a Pippo Romagnolo

IL RAGIONIERE PIPPO, COSI’ COME VENIVA CHIAMATO, ANDO’ VIA QUATTRO ANNI FA, PROPRIO A MARZO…

OGGI, GIORNO DI SAN GIUSEPPE, CHE COINCIDE CON LA FESTA DEL PAPA’ AUGURO,  A NOME MIO E DEL GIORNALE TERMINAL, “BUON ONOMASTICO” AD UN GALANTUOMO, E UN RICORDO AFFETTUOSO. NO, NON CI SIAMO DIMENTICATI DI LUI… 

Nel cuore della Via Giacomo Medici, sotto i portici, c’era il bar Romagnolo. Il proprietario era Santi Romagnolo, che aveva dato il proprio nome al locale. Accanto, l’ingresso nel palazzo dove abitava la famiglia proprietaria del bar e qualche altro condomino (ricordo il ragioniere Di Martino, persona distinta e vero signore di altri tempi); quindi, il Cinema Liga, inaugurato il 22 dicembre 1960, con un film al quale pochissimi mancarono, Maciste nella valle dei re, con Mark Forest e Chelo Alonso: il primo culturista americano di Brooklin dal fisico possente (noi eravamo ancora incantati da Steve Reeves), la seconda bellissima ballerina di origine cubana.

Santi Romagnolo aveva tre figli, Pippo, Stefano (Fanino) e Maurizio, che avrebbero continuato nella gestione del locale dopo la sua scomparsa. 

Dei tre, Pippo era attratto dalla passione per il calcio, ed era stato un campione, ma per il suo carattere riservato non aveva mai fatto sfoggio dei prestigiosi traguardi raggiunti durante la sua carriera. Era un campione di educazione e signorilità, che spesso venivano scambiate per superbia da chi avrebbe forse preteso da lui un comportamento più disinvolto e superficiale, quando era al bar; un campione di educazione e disponibilità, che posso testimoniare e che ho avuto modo di constatare e toccare con mano, personalmente!

Avevo saputo casualmente della sua passione, dedicandogli un numero di Terminal Sport, e pubblicando alcune foto in bianco e nero che mi avevano dato, quasi di nascosto, i figli maschi, Santino e Claudio. Con stupore e ammirazione non esitai a scrivere e a raccontare ciò che Claudio mi aveva accennato del padre. Per la sua naturale riservatezza, i più giovani rischiavano di non conoscere il talento di quel ragazzo che dopo avere tirato i primi calci al pallone al Grotta Polifemo era approdato al Napoli, in serie A, e aveva indossato con orgoglio quella maglia azzurra, militando a fianco del Petisso e d’o Lione, Pesaola e Vinicio! Non lo avevamo mai saputo, e non avemmo esitazioni quando, il 12 dicembre del 2012 gli consegnammo il PREMIO TERMINAL SPORT al merito.

Non venne lui, quel giorno: la più terribile della malattie lo stava divorando nella mente, cancellando i suoi ricordi. Ma quel premio fece il miracolo: la sera i figli diedero al padre la targa, dicendo che era un premio!

In silenzio, il vecchio Pippo la guardò, e il suo sguardo si illuminò come per incanto. Un sorriso, per l’ultimo premio della sua carriera.

I ricordi si saranno susseguiti nella sua mente, tornando indietro di oltre mezzo secolo, su quei campi polverosi, rivivendo le incursioni sul pallone, i dribbling, le lunghe galoppate, le strenue difese, le esultanze per le vittorie, le amarezze per le sconfitte… Il ragioniere Pippo, come lo avevamo sempre chiamato, trascorreva le sue giornate guardando quella targa con il suo nome, sfiorandola, accarezzando il velluto della custodia, rivivendo chissà cosa …

Con il passare dei mesi, la sua famiglia assisteva impotente al peggioramento delle sue condizioni. Il morbo subdolo, infido, non lasciava scampo. Il vecchio combattente si apprestava ad uscire dal terreno di gioco, che aveva segnato i momenti più belli ed esaltanti della sua vita, in silenzio, stanco ma non sconfitto…

Solo una decina di giorni prima gli avevo mandato un abbraccio ideale con il figlio Claudio, raggiante per la nascita del suo primogenito, Giuseppe… “Un abbraccio di cuore al nonno“, gli avevo scritto… Era arrivato l’erede, un altro Romagnolo, l’ultimo in ordine di tempo.

Il nostro eroe era diventato nonno. Non so se l’abbia mai capito, ma da quel momento, dopo pochi giorni, avrà chiesto all’Allenatore la sostituzione, con un gesto semplice; era giunto il suo momento, ed ha lasciato il campo… sognando gli applausi del San Paolo, sorridendo agli spettatori in piedi in una standing ovation che non era stata tributata nemmeno a Maradona, come se avesse vinto la più importante delle partite. Quindi ha sfilato per l’ultima volta la maglia azzurra del suo Napoli, quella che aveva amato tanto, per indossare per sempre un altro azzurro: il colore del cielo… Ed è volato in alto, sorridendo e salutando i suoi cari…

Così ho voluto ricordare Pippo Romagnolo, quello del bar di via Medici; uno dei tre fratelli… il ragioniere Pippo… che aveva indossato la maglia del Napoli e non lo aveva sbandierato in giro… ed aveva ricevuto per la sua carriera anche il Premio TERMINAL Sport… una semplice targa che ha riacceso i suoi ricordi, dandogli le ultime emozioni della sua prestigiosa carriera. Buon onomastico, ragioniere Pippo… e Buona festa del papà… Lei è stato un papà esemplare, un campione di correttezza. Una persona che non dimenticherò mai!   

 

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