RISCONTRI POSITIVI ALLO SLOGAN DI CATALANO, E ALL’ARTICOLO DI TERMINAL DELLO SCORSO 1 MAGGIO. SEGNO CHE QUALCOSA STA CAMBIANDO VERAMENTE, E I MILAZZESI SONO PROPENSI AD ALZARE LA TESTA. FINALMENTE!
Ricordate l’articolo pubblicato lo scorso 1 maggio, Festa dei Lavoratori o del Lavoro, quello che una volta si celebrava non con le scampagnate, ma con comizi ed impegni di migliorare le condizioni di vita, di rinnovare i contratti, di garantire sicurezza occupazionale? Nell’articolo si anticipavano i temi della campagna elettorale regionale, tanto per intenderci il dopo Crocetta, il quale ha fatto abbondantemente il suo tempo e sono in tanti a non vedere l’ora di mandarlo a casa! Il tema fondamentale, prendendo spunto da uno slogan di Santino Catalano, era quello di eleggere alla Regione Sicilia un rappresentante locale, nello specifico, un MILAZZESE! Che non sarebbe un reato, ma la libera espressione di un popolo, quello di Milazzo, anche se arricchito di tanti forestieri che qui hanno fissato la loro residenza e proprio qui esercitano il diritto di voto, pagano le tasse, circolano in auto, hanno i figli a scuola, lavorano, inquinano! Milazzesi a tutti gli effetti, che hanno a cuore le sorti di una città per la quale non vedono segni di miglioramento! Una città che soccombe giornalmente sotto i colpi inferti da chi pensa che Milazzo, espugnato il Castello nel lontano 1860 (non ci esprimiamo sulle modalità della battaglia stessa) non abbia più difese, e può essere saccheggiata impunemente da chi la ritiene una terra di conquista!
La Festa del 1° maggio aveva ospitato un articolo in cui si affacciava l’ipotesi di un milazzese candidato e possibilmente eletto. Lo stesso articolo, analizzando residenti, votanti, voti validi espressi, si spingeva oltre: solo in caso di fortunate coincidenze, ipotizzava anche la possibilità di due deputati milazzesi alla Regione Siciliana! Un conteggio semplice, secondo il quale ottenendo due candidati, MA SOLO DUE, una percentuale pari al 30% a Milazzo, avrebbero potuto bruciare le tappe e giungere a Palermo “con la musica”!
Logicamente avevamo anche considerato altri candidati, quelli scesi in lista per ambizioni personali, ma che avrebbero poi fatto i conti con i pochi voti racimolati; quelli di disturbo, secondo la regola “se scendi in lista tu, posso farlo anche io”; e quelli di altri comuni, nei quali la popolazione è la decima parte dei voti ottenuti, e che hanno a Milazzo un loro feudo, ma solo perché i Milazzesi, e sono molti ancora purtroppo, si sentono legati mani e piedi ai “potenti” di turno. Che proprio qui nella nostra città sono riveriti e dettano legge, promettendo senza mantenere, garantendo solo a pochissimi qualche privilegio, anche economico, per alimentare i consensi; e questo sparuto gruppo di privilegiati si arroga il diritto di chiedere ancora per i loro padroni a chi ha dimenticato facilmente di non avere avuto nulla in cambio, né potrà mai averlo, perché ormai i signori del potere non possono promettere più nulla. Sono proprio questi elettori, lontani dalla vita politica, distratti da altro e condizionati dal portaborse, che accettano di non cambiare, certi che comunque non cambierebbe nulla! E poi, indipendentemente dal voto espresso, perché uscire prima allo scoperto ed inimicarsi il potente? Meglio farlo dopo, presentandosi alla corte del nuovo eletto, cambiando furbescamente le carte in tavola, mettersi a sua disposizione.
La processione di San Francesco è stata un’efficiente cassa di risonanza per la nostra proposta dell’1 maggio scorso. Il VOTA UN MILAZZESE veniva anche commentato da qualcuno più attento alle evoluzioni della politica locale. E la voglia di cambiamento è stata avvertita, come segnale forte, come necessità di riscossa, come desiderio di avere un riferimento locale, noto o meno noto, di destra, sinistra o centro poco importa! Che sia Catalano o Ciccio Italiano, che siano altri che comunque abbiano la possibilità di ottenere consensi percentuali che darebbero quella sicurezza che fino ad oggi non c’è stata, poco importa!
Il nostro giornale, organo di informazione dell’Associazione Statistici, è attento anche agli umori della piazza: e se affronta per l’ennesima volta questo argomento, a distanza di una settimana, vuol dire che qualcosa si muove, che il vento sta cambiando direzione. Che, in una parola, ci sono concrete prospettive che un MILAZZESE sieda all’ARS. E che Milazzo avrà la possibilità di rinascere. In tutti i sensi! Ma OCCORRE LAVORARE IN TAL SENSO, SENZA ABBASSARE LA GUARDIA, MA SOPRATTUTTO SENZA FAR PREVALERE L’INVIDIA… Milazzo ne sarà capace o sarà ancora una volta un’elezione che lascerà l’amaro in bocca?
La mia preferenza va’ a Ciccio Italiano.