UN ARGOMENTO CHE HA SUSCITATO L’INTERESSE DI MIGLIAIA DI LETTORI. FIOCCANO LE DENUNCE, GIUNTE ANCHE IN REDAZIONE. MA RILEVIAMO ANCHE L’INTERVENTO DI QUALCUNO CHE VUOLE LOTTARE CONTRO LO SFRUTTAMENTO…. ECCO DUE LETTERE …
Un lavoratore: – Io ne so qualcosa! Dopo tante buste paga firmate dietro la minaccia di licenziamento; dopo ferie non godute ma aggiunte come godute; dopo tredicesima e quattordicesima mai vista; dopo 14 ore di lavoro giornaliere lavorando sette giorni su sette in caso di malattia le giornate non mi venivano pagate. Mi sono rivolto al sindacato e quel tizio mi ha fatto perdere tutto. Ha detto che non avevo diritto alle ferie, alla tredicesima, a niente. Il datore si è accanito contro di me, mi ha reso la vita impossibile, sono finito in ospedale per grave depressione, tentativo di suicidio, mobbing … poi il licenziamento. Non sono più l’uomo di un tempo. E devo dire grazie ai controlli mai avvenuti, grazie a chi permette a questi assassini di uccidere chi vive di lavoro e deve mantenere la famiglia; grazie alla legge che tutela la delinquenza nella persona di un furbo datore di lavoro.
Ed ecco chi si leva a difesa dei lavoratori: – Ho appena letto il vostro articolo sul fenomeno, sempre più frequente, delle finte buste paga.
Mi dispiace che i protagonisti abbiano scelto di rimanere nell’anonimato. Comprendo, ma non condivido. Non nascondo che leggendo ho pensato che mi sarebbe piaciuto conoscerli, per spingerli e spronarli a ribellarsi a questa logica di mercato ormai troppo diffusa.
Devo però dire che la colpa è anche nostra. Abbiamo dimenticato che cosa significa combattere per ottenere ciò che ci spetta. Ci siamo piegati e continuiamo a piegarci per la paura di perdere quel poco che abbiamo. Abbiamo paura di rischiare e finiamo con l’accontentarci di quel poco che ci viene offerto. Mi occupo di queste problematiche da qualche anno (in Sicilia è un fenomeno fin troppo diffuso) e cerco di spronare tutti i lavoratori con cui mi confronto quasi quotidianamente a non abbassarsi a questi giochi di potere e a lottare per ottenere ciò che gli spetta. Non è vero che mancano le tutele, i mezzi. Quelli ci sono. Bisogna solo avere il coraggio di metterle in atto e lottare per i propri diritti, senza timore alcuno. La firma della busta paga non equivale ad un’accettazione senza riserva della stessa. Bisogna solo avere il coraggio di dire: “Io non ci sto!!“. Rimboccarsi le maniche, non avere paura e combattere per ottenere ciò che ci spetta di diritto!!
Mi piacerebbe approfondire con voi la tematica, in modo da raccontare la vicenda anche da un punto di vista differente, con la speranza di poter essere d’aiuto a tanti miei coetanei che si ritrovano in questa situazione.
Per ovvi motivi, non riportiamo i nomi dei due intervenuti nella discussione. Ci auguriamo di potere scardinare dalle fondamenta questo sistema fatto di omertà e di paura, che la classe politica finge di ignorare! Ci riteniamo a disposizione di chi ci ha invitato ad approfondire la tematica da noi denunciata.