UNA LETTERA DI CITTADINI “CAPICIANI” CHE DENUNCIANO LA CELEBRAZIONE DELLA MESSA IN UNA STRADINA PRIVATA, E SOLLEVANO TANTI INTERROGATIVI. LA PUBBLICHIAMO SENZA PERO’ VENIR MENO AL NOSTRO IRONICO COMMENTO: FOSSIMO STATI IN UNA CITTADINA IN ODORE DI MAFIA O DI ‘NDRANGHETA, AVREMMO PENSATO AD UN “INCHINO” NEI CONFRONTI DEL NOTABILE DEL POSTO. SECONDO NOI, PIU’ CHE LA POLIZIA, COMUNQUE, DOVREBBE INTERVENIRE IL VESCOVO. E NON CONSENTIRE NEMMENO LA PROCESSIONE, SE CI SONO ASPETTI POCO CHIARI SUI QUALI DOVREBBE INDAGARE!
LETTERA ALLA STAMPA
I cittadini, abitanti in Milazzo, zona capo ed esattamente in piazza Croce e via del Mandorlo e limitrofe espongano quanto segue:
da tempo immemorabile è consuetudine che in occasione della processione di Sant’Antonio, il simulacro del Santo si soffermasse in Piazza Croce, a Capo Milazzo, dove veniva ufficiata dal Parroco la celebrazione liturgica, partecipata da un apprezzabile afflusso di devoti. Quest’anno si prevede una partecipazione ancor più considerevole rispetto ai precedenti anni, anche in funzione delle offerte spontanee che il Santo ha ricevuto dai fedeli, ma poiché è stato annunciato con certezza, a decisione del Parroco e del comitato, che la celebrazione della Santa Messa avverrà in una stradella privata, confluente in via del Mandorlo, paventando un pericolo per le persone e le cose, essendo la predetta via particolarmente augusta e dotata di un unico accesso, senza alcuna via di fuga, si è invitato il parroco a desistere dalla decisione innovativa assunta. Ovviamente il tutto dettato dal timore di pericolo concreto e reale, oltre che di decisione non condivisibile dalla comunità, che non gradisce la variazione di una tradizione che permane da secoli.
La variazione diventa un problema per la sicurezza e per la possibilità che tutti possano prendere parte alla celebrazione; è doveroso siano garantiti indistintamente per tutti i servizi essenziali per eliminare nocumento ai partecipanti. In una stradina privata e non asfaltata e con un manto in grezzo acciottolato, priva di vie di fuga e dove non può sussistere neppure una manovra agevole per l’ingesso ed il commiato, non solo non vi è alcuna garanzia di sicurezza, ma i più verranno esclusi per l’incapienza dei luoghi.
Ad epilogo di quanto sopra, nonostante l’invito alla saggezza, al fine della realizzazione dell’evento religioso in totale armonia e sicurezza (significando che è imprescindibile pertanto ripristinare lo status quo del passato, poiché il sito scelto non è idoneo per la pubblica e privata incolumità, così come manifestato nella Pec a firma del Consigliere Comunale Prof. Lidia Russo, trasmessa sia alla Polizia Municipale e al locale Commissariato di Polizia di Milazzo e nonostante una ulteriore pec, da parte di uno dei proprietari della traversa privata, che ha manifestato sin da subito palesemente la propria disapprovazione e non ha dunque concesso mai alcuna autorizzazione all’accesso), il tutto è caduto nel vuoto, sia da parte del Parroco che è rimasto irremovibile sulle proprie posizioni, sia del comitato che continua gli allestimenti per la celebrazione nella via privata, sia da parte delle autorità interpellate che a 24 ore dall’evento non hanno assunto alcun provvedimento significando che si concretizzerebbe anche una violazione del diritto di proprietà già con effetto ex tunc, ed ossia dal momento in cui il comitato, suffragato dal parroco, hanno già attuato i primi preparativi con l’installazione delle luci e quant’altro.
Poiché si ritiene che quanto sopra sia degno di nota, come altresì la minaccia del parroco, che si è fatto lecito di comunicare che avrebbe celebrato la S. Messa solo nella via privata, ci si domanda perché mai, in modo così pregiudizievole e senza voler sentir ragioni, dopo secoli si vuole stravolgere una tradizione, ponendo in atto una serie di comportamenti anche in violazione di legge e perché nessuna tutela da parte di chi di dovere, in riferimento alle investite autorità?
I cittadini di Capo Milazzo