ALLA FINE la denuncia c’è stata. Il Sindaco di Messina, secondo il Viminale, e non solo, ha passato il segno per le “parole gravemente offensive e lesive dell’immagine per l’intera istituzione, pronunciate pubblicamente e con toni minacciosi e volgari. Proprio in una fase emergenziale – continua il comunicato del Ministero degli Interni con cui è stata data pubblicità della notizia – in cui dovrebbe prevalere il senso di solidarietà e lo spirito di leale collaborazione, le insistenti espressioni di offesa e di disprezzo ripetute per giorni davanti ai media da parte del primo cittadino di Messina all’indirizzo del ministero dell’Interno appaiono inaccettabili e censurabili sotto il profilo penale per il rispetto che è dovuto a tutti i cittadini e a maggior ragione da chi riveste una funzione pubblica anche indossando la fascia tricolore – alle istituzioni repubblicane e ai suoi rappresentanti“.
Cateno De Luca sarà quindi iscritto dalla Procura della Repubblica di Messina nel registro degli indagati, per il reato di vilipendio previsto dall’articolo 290 del Codice Penale punito con la multa da 1000 a 5000 euro.
Ovviamente ci sono state le reazioni, che non commentiamo, ma a quanto pare c’è una stragrande maggioranza di cittadini, specie nella città di Messina e in Sicilia, che si schierano dalla parte del primo cittadino.
Ma una cosa vorremmo aggiungere: l’art. 290 del Codice Penale servirà a smorzare i commenti accesi e spesso volgari che si susseguono sui social, rivolti a politici di maggioranza e di opposizione, senza alcuna distinzione? Se in passato si è invocato l’abbassamento dei toni, rissosi e infarciti di odio, il ricorso all’articolo del Codice ci deve far riflettere. Che la Polizia Postale svolga il compito di indagare su facebook e verificare quanti, con nome e cognome, abbiano denigrato con offese e frasi volgari i comportamenti, nell’esercizio delle loro funzioni, dei vari Berlusconi, Salvini, Renzi, Di Maio, Bonafede, Boschi, e tantissimi altri, italiani e stranieri, inclusa SUA SANTITA’ Papa Francesco; quindi comunichi i nominativi ai destinatari di tutti gli improperi per far scattare analoghe denunce! Se tutti procedessero secondo l’articolo di legge, i tribunali di tutta Italia sarebbero sommersi di lavoro.
Con questo non stiamo giustificando il comportamento di Cateno De Luca, rivolto non al Ministro ma al Ministero, nelle persone di Dirigenti, funzionari e impiegati che non hanno saputo gestire una situazione di emergenza; ma se dovesse essere SOLO LUI il capro espiatorio sarebbe non un martire, così come abbiamo letto sempre nei commenti dei social, ma addirittura destinato alla gloria degli altari, quindi SANTO SUBITO.
Magari in vita, e con un numero impressionante di fedeli!
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