Alla fine anche noi siamo diventati curiosi! E siccome di storie di fantasmi, vere o presunte, ne abbiamo sentite tantissime, molte delle quali raccontate con ricchezza di particolari, in noi è prevalsa la certezza: non possono essere tutte inventate; sì, qualcuna sarà pure frutto di suggestione, ma quanto ci è stato riferito da una nostra collega di lavoro, e accaduto a distanza di tempo ad un’altra persona di nostra conoscenza che ha vissuto l’identica disavventura, è assolutamente credibile e ci lascia con un sospetto: chi era quell’uomo che seguiva Pippo Chiaramonte.
Pippo, vecchio compagno di lavoro negli anni della Petrochemical, era giovane, per cui non si creava alcuno scrupolo se la sera doveva rincasare tardi. Allora Milazzo non era caotica come oggi, e di auto non c’era nemmeno l’ombra. Naturale che si camminasse da soli nelle strade, naturale che in giro non ci fosse nessuno che faceva le ore piccole. Insomma, le persone che rincasavano tardi sapevano di dover fare la strada da soli: spesso alla luce fioca di qualche raro lampione, più spesso per lunghi tratti al buio. Fra l’altro, le strade erano sterrate, e si percorrevano per necessità.
Quella sera Pippo procedeva dal vecchio quartiere verso il centro: oggi diremmo da via Impallomenti verso la via Umberto I. Si era attardato, ma conosceva benissimo la strada che faceva spesso. Ad un tratto sentì alle sue spalle qualcuno che si avvicinava; non era più solo, pensò. E siccome in quella Milazzo di altri tempi si conoscevano un po’ tutti, specialmente quelli che percorrevano la stessa strada, pensò che un po’ di compagnia non gli avrebbe fatto male. Nonostante tutto continuò, lasciando che lo sconosciuto si avvicinasse. Il passo militaresco, cadenzato, si faceva più vicino ed insistente, segno che lo sconosciuto si stava avvicinando, seppure senza dare un segnale, una voce. Senza richiamare l’attenzione di Pippo, che udiva, e intimargli di fermarsi ed aspettare.
Toccò a Pippo voltarsi e rallentare: ma alle sue spalle non c’era nessuno, ed il rumore dei passi era improvvisamente cessato.
Un brivido lo percorse, e non seppe darsi una spiegazione: che avesse avuto un’allucinazione? Eppure i passi li aveva sentiti, sempre più vicini, sempre più insistenti. E qualcuno lo stava seguendo! Preso da questi pensieri, aveva aumentato l’andatura ed era arrivato a casa, raccontando ciò che gli era accaduto. Ma nessuno lo prese sul serio, anzi ridevano e lo schernivano al punto che il poveretto fu costretto a non riferire a nessun altro il suo strano racconto per evitare che altri ridessero di lui.
Ma non finì qui la sua straordinaria disavventura, perché tempo dopo toccò ad un suo zio (il nome lo conosciamo, ma preferiamo sorvolare) fare la stessa strada. Anche questi fu seguito da qualcuno che procedeva con un’andatura marziale, quasi militare. Giunto nei pressi di piazza Roma, a quel tempo un’immensa distesa, e sentendo i passi aumentare di intensità, come se lo sconosciuto fosse alle sue spalle, ebbe il tempo di girarsi! Nessuno lo seguiva! Ebbe solo il tempo di pensare al nipote Pippo e a quanto avevano riso sentendo il suo racconto. Inutile dire che si spaventò al punto di correre verso casa, bussare insistentemente, farsi aprire e chiudersi dentro. Vedendolo atterrito, chiesero cose fosse successo. Disse soltanto che Pippo aveva ragione.
Chi fosse quello sconosciuto, nessuno lo seppe mai. Che non se lo fossero sognati, zio e nipote, è fuor di dubbio! Ed allora chi era?
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