LO SI VEDE DAI PICCOLI GESTI, DALLE AZIONI DI OGNI GIORNO: VIABILITA’, COMMERCIO, PULIZIA DELLE STRADE, LAVORI ESEGUITI… MALE. E NON SI PUO’ PENSARE IL CONTRARIO: CI SONO LE QUINTE COLONNE?
Un’amara constatazione, purtroppo: è da anni, con tutte le Amministrazioni, che TERMINAL scrive e denuncia l’inadeguatezza di determinati lavori, la sufficienza con cui vengono effettuati servizi importanti, i mancati controlli in campo viario e nel commercio fisso ed ambulante, per non parlare di quelli in campo edilizio (risulta NON SOLO A NOI che molti appartamenti siano stati trasformati in B&B sulla riviera di ponente, a seguito dell’esecuzione di lavori che hanno letteralmente smantellato le preesistenti unità immobiliari, senza che nessuno abbia autorizzato tali lavori e nessuno si sia presa la briga di un controllo!), l’approssimazione, la superficialità, il menefreghismo. I cittadini, in questi anni, hanno criticato aspramente ogni Amministrazione, qualunque sia stato il suo colore. E non hanno esitato a cambiare casacca, decretando la bocciatura di una compagine a favore di un’altra che, a sua volta è stata sonoramente bocciata dalla successiva. Un copione che conosciamo a memoria, dal dopo Cartesio in poi: e se prima era in Consiglio Comunale (dopo accordi fra i partiti e le coalizioni) che si stabiliva l’elezione di un Sindaco, la nuova legge, con il trasferimento dei poteri ai cittadini, ha dato a questi la responsabilità di nominare il loro più alto rappresentante. Sul quale, è bene farlo presente, negli ultimi venti anni si sono sempre scaricate le insoddisfazioni degli stessi elettori, che non hanno confermato il Sindaco precedentemente eletto, ma espressa la volontà di non rieleggerlo. Una bocciatura programmata, e l’elezione del’avversario che avrebbe (secondo loro) dovuto risolvere i problemi (sempre gli stessi, purtroppo, e sempre irrisolti…); salvo poi bocciarlo alle elezioni successive, ritenendolo il responsabile di ciò che per cinque anni non aveva funzionato! Dopo la giunta del prof. Filippo Russo, ritenuta progressista e costretta alle dimissioni, i cittadini hanno eletto e successivamente ricusato i vari Carmelo Pino, Nino Nastasi, Lorenzo Italiano, quindi ancora Carmelo Pino (al quale è subentrato Giovanni Formica).
Non tocca a noi fare un bilancio di questo primo anno della sindacatura di Formica, ma alla luce di ciò che vediamo, e soprattutto sentiamo, ci sembra di vivere in una città, Milazzo, nella quale moltissimi cittadini sono privi della mano destra. La mutilazione è avvenuta a seguito di un giuramento: “Mi dovrebbe cadere la mano se ho votato Formica!”. Anche Pietro, 2000 anni fa, negò di conoscere un certo Gesù, ma il suo successivo pentimento gli è valso le chiavi del Paradiso! E’ bene notare che la sorte che ha accomunato le Amministrazioni di questi venti anni è stata sempre la stessa. E allora cosa c’è che non va? O meglio, cosa manca a supporto di un valente politico che si candida a reggere le sorti di una città nella quale ognuno pensa di fare i propri comodi? Probabilmente una scarsa collaborazione da parte di coloro che dovrebbero far procedere speditamente e senza intoppi la macchina burocratica. E se non è incapacità, come la possiamo definire? E chi mette in atto certi comportamenti che sembrerebbero premeditati per scatenare i cittadini contro Sindaco e classe politica? Ci sono per caso le cosiddette “quinte colonne”? Non osiamo pensarlo, ma in ogni caso non tocca a noi scovarle. Certo che chi osserva determinati lavori eseguiti da IN-COM-PE-TEN-TI, non saprebbe cosa pensare. Ecco degli esempi mostrati dalle foto: Via Gramsci e Via Nino Bixio – dopo mesi di sbarramenti – ANCORA UNA VOLTA parzializzate. Chi ne paga le conseguenze sono i conducenti che devono farsene una ragione, costretti come sono a fare gimkana ogni santo giorno. Via Chinigò: il ripristino fatto subito dopo il reinterro di un grande scavo è stato intempestivo. Oltre tutto, il “manto” di asfalto (così avranno l’ardire di chiamarlo) è solo una “leccatina”, mal livellata e senza il giusto spessore, di materiale bituminoso che non si può chiamare né sottofondo né tappetino. Tempo stimato per il disfacimento? Non più di una settimana. Via Addolorata: uno scavo eseguito da privati da circa venti giorni; invade metà della già ristretta carreggiata e non è stato ancora ripristinato. Per non parlare delle perdite d’acqua le cui riparazioni delle tubazioni costringono a sospendere l’erogazione in tutta la città, gli ambulanti che agli angoli continuano a fare i loro comodi, i parcheggi al centro della marina Garibaldi, e tante altre cose, giuste o sbagliate, che comunque non passano inosservate. E ognuno dà l’interpretazione che ritiene più congeniale! Ma sempre contro chi, in quel momento, gestisce la cosa pubblica!
Facciamo una lista? Siamo sul filo del rasoio perché, se da una parte abbiamo il dovere di “denunciare” le carenze, dall’altra sembra che la posizione cominci a diventare scomoda. I rompi……., non piacciono molto e le Cassandra di turno, alla fine si sgolano e basta. Ricordo solo che un minimo di attenzione alle cose, ci renderebbe consapevoli. Consapevoli del fatto che una macchina amministrativa comunale così malmessa deve essere ripristinata; in che termini non saprei, ma di certo il passacarte non è un impiego, è solo frustrazione, ed alla fine anche le menti più aperte e positive, finiscono con il precipitare nel baratro burocratico. E se ci cade chi ci lavora, figuriamoci i poveri cristi costretti a doverla subire o richiamare, inutilmente all’ordine. Esistono molte pellicole in merito alla burocrazia ed alle conseguenze che comporta. Da un film con Manfredi ai cartoni animati che dileggiavano l’impero romano.
Una volta un impiegato del comune di Roma, scherzando ma non troppo, mi disse che i barbari avrebbero potuto espugnare la città eterna molti secoli prima, se non fossero stati vittime anche loro della pastoia burocratica dell’urbe.
Siamo a quei livelli e lo dimostrano le mille foto apparse e viste su questa testata o sui social. Ricordo che in marina Garibaldi subito dopo la panineria dal nome spagnoleggiante, son stati fatti, sul marciapiede, lavori di collegamento alle fognature; ebbene i lavori di ripristino son stati fatti talmente male che si son creati degli avvallamenti che un paio di giorni fa han causato la caduta di una signora. Naturalmente non ci sono colpevoli, non ci sono mai. Milazzo è terra di minchiate a iosa senza che venga mai scoperto il colpevole, o presunto tale. Bisognerebbe valutare l’amministrazione pubblica per come opera e nella trasparenza, ma sarebbe un sogno psichedelico degno degli ultimi Beatles. La lista delle ultime amministrazioni forse spiegherebbe serenamente il motivo di tanta carenza di decoro urbano; probabilmente molti votando l’attuale sindaco avranno pensato, al netto di amicizie, interessi personali e altri ingredienti che rendono le elezioni milazzesi una sorta di mercato delle vacche, che poteva essere la persona giusta. Direi che se la statistica ha un valore scientifico, siam messi male. Un anno di amministrazione a questi livelli possiamo proiettarla per il futuro ed il risultato, onestamente, mi spaventa.
Io, a scanso di equivoci, ribadisco che l’attuale amministrazione non l’ho votata. Quando i candidati sono di quel livello, capisci bene che i problemi, salvo miracoli, son destinati a peggiorare. Vista l’attuale situazione non so se sia auspicabile un commissariamento. Nel frattempo cercheremo, nel nostro piccolo di essere cittadini di qualità. Sempre che non si venga risucchiati nella mediocrità in cui ci ritroviamo.