NEGLI STROMBAZZAMENTI QUOTIDIANI PORTATI AVANTI DA ORGANI DI INFORMAZIONE APERTAMENTE SCHIERATI CON IL GOVERNO E TELEVISIONE DI REGIME, NESSUNO PARLA DEI COSTI CHE GRAVANO SU CHI DECIDE DI ANDARE PRIMA IN PENSIONE, NE PARLIAMO NOI. E VI PREGHIAMO DI LEGGERE E VALUTARE!
Una banda di strozzini autorizzati, in nome del popolo italiano e delle leggi che loro stessi approvano su misura! Chi vuole andare in pensione per raggirare la Legge Fornero, che resta comunque sempre in vigore, tenga presente quanto dovrà pagare per anticipare un anno o tre anni e sette mesi. Tenga presente che lo Stato non regala niente, che si tratta di una manovra politica destinata al fallimento, e che difficilmente ci saranno degli allocchi che abboccheranno. Ecco le condizioni e i costi che graveranno sui NEO PENSIONATI, i quali, per poter sopravvivere, potrebbero essere costretti a cercare l’elemosina davanti alle chiese o ai supermercati, o a frugare nella spazzatura per racimolare un po’ di cibo: secondo quanto dichiarato dal sottosegretario Tommaso Nannicini, per un anno di anticipo si pagheranno 50-60 euro al mese per 20 anni. Per i tre anni, da 150 a 200 euro.
Il sottosegretario non parla dei due oneri totalmente a carico del pensionato: gli interessi sul prestito e l’assicurazione per l’eventualità del decesso prima dei 20 anni. Considerando solo il primo onere, si scopre quanto l’anticipo sia un bene di lusso. Restando sull’esempio di Nannicini, una pensione ipotetica di mille euro (lavoratori non disagiati) l’anticipo di tre anni e 7 mesi sarà di 45mila euro. Ma la cifra da restituire è 57.234 euro. Sono 219 euro al mese. PER VENT’ANNI! Una tangente da pagare fino all’età di 83 anni! Ci sono 12mila euro di interessi, totalmente a carico del futuro pensionato. Se l’anticipo è di un anno, la rata mensile diventa 73 euro. Per 12mila euro di prestito la cifra da restituire sarà di quasi 16mila euro. Una mini tangente, per il pensionato che pagherà fino a 86 anni! Tutto questo se verrà confermato l’interesse al 3% fisso. E’ probabile che per la categorie non protette il tasso salga fino al 6-7%. In questo caso, sempre nel caso di una pensione di soli 1.000 euro, la cifra da restituire sarà di 22mila e 300 euro per un anno (13 mesi), con una rata mensile che sfiora i 90 euro. Per i 3,7 anni di anticipo (45 mesi considerando la tredicesima), 77mila euro, 32mila euro tutti in interessi, 320 euro al mese.
Gli strozzini, al loro confronto, sono solo dei dilettanti!
Cifre che raddoppiano per una pensione da 2mila euro e aumentano progressivamente per gli importi superiori: con l’interesse al 6%, la rata di chi ha chiesto tre anni di anticipo potrebbe salire a 616 euro mensili e la cifra restituita, a 154 mila euro per 86mila euro di anticipo. Il pensionato, in caso di malattia (probabile che l’anziano, con il passare degli anni, debba fare ricorso a cure mediche di per sè costosissime!) rischierebbe di morire! Ma niente paura: paga l’assicurazione!
Possibile che alla fine la legge cambi ma, messa così, la versione «lusso» dell’Ape, che non è della PIAGGIO, sembra piuttosto una MASERATI, non è un affare per i pensionandi. Lo sarà forse per le banche e le assicurazioni, che potranno concedere prestiti con interessi di tutto rispetto e a rischio zero. Per fare un paragone, la pensione anticipata di tre anni costa quanto un piccolo appartamento in provincia. Per un pensionato «d’oro» con un assegno superiore ai 2mila euro costerà quanto un monolocale in un quartiere semi periferico di Milano. Con la differenza che sui mutui si applicano ormai tassi fissi sotto il 2%. Quello dell’Ape rischia di essere il triplo. La scelta per i nonni sarà tra 43 mesi di libertà e un bene da lasciare ai nipoti.
(liberamente tratto da IL GIORNALE, con aggiunte e commenti della nostra Redazione)