RESTIAMO ALLIBITI LEGGENDO LA RICHIESTA di tre consiglieri comunali, diffusa dal comunicato stampa del Comune, riportato di seguito:
Prot._n. 348 del 23/7/2020.
COMUNICATO STAMPA
Alesci, Magliarditi e Piraino chiedono più sicurezza per chi lavora al front office del Comune
I consiglieri comunali Francesco Alesci, Maria Magliarditi e Rosario Piraino facendo riferimento a diversi episodi di insofferenza nei confronti dei dipendenti comunali impegnati nel front office di palazzo dell’Aquila, alcuni dei quali – sottolineano – hanno determinato pure situazioni spiacevoli di aggressioni anche fisiche, chiedono una forte presa di posizione da parte dell’Amministrazione comunale attraverso l’attivazione di un presidio di supporto a chi è impegnato a svolgere il proprio lavoro facendo rispettare quelle che sono le norme antiassembramento. Regole – concludono i consiglieri – che la gente, evidentemente, non vuole comprendere. L’ufficio Stampa
Non comprendiamo il messaggio dei consiglieri comunali! Dove è scritto che a tutelare i dipendenti comunali ci vogliono i vigili urbani? Ma soprattutto quanti ce ne vorrebbero, e dove dovrebbero essere messi? Se per front office intendiamo i luoghi in cui il dipendente o il funzionario è in contatto diretto con i cittadini, avremmo bisogno di un esercito, visto che fra persone in attesa, ricevimento, anagrafe, stato civile, ufficio tasse e tributi, ufficio licenze, pubblica istruzione, uffico tecnico, e chi più ne ha più ne metta, il numero dei dipendenti A RISCHIO è di gran lunga superiore all’organico del corpo di Polizia Municipale.
Ma in città gli altri uffici pubblici cosa fanno? Si rivolgono alle forze di Polizia o alla polizia privata per tutelare i propri dipendenti?
Una richiesta assurda che non è certamente una priorità per una città che paga giorno dopo giorno per l’inefficienza e l’incapacità di una classe politica che ha scritto, in questi ultimi cinque anni, delle pagine che difficilmente i milazzesi cancelleranno. E i tre consiglieri a due mesi dalle elezioni sanno benissimo che i bisogni di una città sono altri, non certo proclami che sanno di comizi o di messaggi elettorali!
Il pubblico, da sempre, ha affollato gli uffici: nelle code deve essere il buonsenso a prevalere, non certo l’insulto o l’arroganza. Dall’altro lato, il dipendente comunale deve seguire un codice di comportamento stabilito dai regolamenti e dalle norme vigenti.
Se poi le code dovessero degenerare in risse o in sopraffazioni, c’è sempre la legge che può essere invocata. Chi ha sbagliato deve pagare; e se c’è stata un’aggressione, un oltraggio, una minaccia, il reato è palese e non c’è bisogno di ricorrere alle coperture politiche per invocare, a nome di tutti, la protezione!
Basta individuare il responsabile: denunciandolo, ognuno si ricorderà che in questa città c’è anche una legge, la stessa in vigore su tutto il territorio nazionale, che va rispettata ed applicata.
Ma questo non è stato mai fatto, perchè non si è mai presentata una situazione simile, deprecabile ed incresciosa; quindi tocca al dipendente adire le vie legali, se qualcuno lo ha insultato o peggio lo ha aggredito. Può farlo direttamente, o relazionando su quanto è successo ai suoi superiori.
Se poi, come sempre accade, il tutto deve finire a tarallucci e vino, non scomodiamo il comando Vigili Urbani, signori consiglieri!
Procedendo di questo passo, i vigili sarebbero richiesti anche per fare rispettare la fila davanti ai gabinetti pubblici… Meno male che non ce ne sono!
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