Milazzo, presto, potrà annoverare tra le sue meraviglie, uno splendido albergo 4 stelle, un teatro da un migliaio di posti, un parcheggio sotterraneo, fronte mare, con 6000 posti (o forse ho capito male: mi dicono NON PIU’ DI 60!).
Questo sembrerebbe essere il regalo, pre elezioni, della giunta comunale. Sembrerebbe.
Bisogna dire che, come nel mondo animale, quello politico ha delle scadenze alle quali non ci si può sottrarre; abbiamo la stagione dell’amore, degli accoppiamenti, tradotto in politichese, elezioni; poi quello del letargo, traduzione ulteriore in politichese, dopo elezioni e conquista dell’agognata poltrona. A questo punto si fa il minimo necessario, quanto basta per respirare, sopravvivere.
La natura ci racconta molto di quello che siamo, nel bene, come, soprattutto nel male.
Ci racconta di una classe politica che, in vista delle imminenti elezioni (di qualsiasi tipo siano, europee, regionali, politiche o amministrative), tira fuori dal cilindro il coniglio avvelenato del progetto faraonico; del progetto che attirerà contributi per poi morire, di fame o di disperazione, lungo il tragitto. Ma a quel punto, probabilmente ci sarà una nuova giunta, chi di dovere sarà assurto a ruoli superiori (a livello provinciale o regionale), e chi si è visto si è visto.
Dovremmo cominciare a chiedere conto dei mille rivoli progettuali iniziati e poi fermati per strada. Abbiamo un bellissimo progetto, nel nostro piccolo, che vede al centro delle disperazioni del territorio, un ponte. Non occorre recarci a Messina, basta spostarsi verso Calderà per assistere alla promessa mantenuta malissimo o per nulla, di una soluzione immediata. Poche decine di metri di cemento e pilastri, rimasti in sospeso, entrati anche loro nel limbo dei progetti politici per la popolazione.
Per carità, quei pochi metri non soffriranno di solitudine, anzi saranno in buona compagnia. Basterebbe andare a ritroso con la memoria per ritrovare fantastici progetti, morti prima ancora di nascere ma che son serviti per tirare la volata al solito politico di turno.
Dovremmo, in questo senso, farci anche un piccolo esame di coscienza. Votare e scegliere qualcuno che ci rappresenti, deve essere una attività dettata dal valore e dalla capacità del singolo; gli altri ingredienti, spesso di tornaconto personale, alla fine creano il Moloch che si rivolterà contro. Ricordarsi poi, che gli ideali, a livello politico, son morti da una ventina di anni, sarebbe una ulteriore spinta a ragionare diversamente, ed a vedere l’uomo (o donna), che chiede la nostra fiducia.
Adesso però sorge il dubbio, quasi manzoniano, di come recepire questo messaggio del nuovo progetto milazzese.
Potremmo cominciare a porci domande e renderle chiare, scomodando risposte non vaghe; insomma renderci cittadini che partecipano attivamente. Il parcheggio sotterraneo, a pochi metri dal mare, è fattibile, SIA CHE I POSTI SIANO 60 O 6000?
La viabilità come ne verrà influenzata e per quanto tempo?
Con quali fondi si decide di procedere?
Sono anni che metto a disposizione il mio voto, fin quanto potrò votare, a quella giunta che progetterà e porterà avanti il rifacimento della rete idrica e fognaria della città. Progetto che ritengo fondamentale per tutti noi (considerando i problemi ormai storici della nostra rete) e per i nostri figli. Ma, mi rendo conto, sarebbe un progetto utile ed impegnativo, oltre che di lunga durata; il che sfugge dalla visuale limitata dei nostri politici. E diciamo che la colpa è sempre degli altri, NON DI CHI NON VA ALLE RIUNIONI CON L’AUTORITA’ PORTUALE!
Ho il timore che i pifferai magici, continueranno in questo senso ad avere la meglio. Una società apatica produce “mostri”.
PAOLO TIRANTE
Commenti