Mc 1, 7-11
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Giovanni proclamava: “Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo”.
Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”.
COMMENTO AL VANGELO DI DOMENICA 7 GENNAIO 2024
Questo brano di Marco, nonostante sia breve, è ricco di contenuti e di pura poesia. In questo rapido commento è impossibile esaltarne tutta la bellezza. Battezzare significa immergere. Gesù si fa battezzare non perché deve eliminare “far morire” un passato da peccatore che non possiede… ma come segno di accettazione della sua morte fisica che avverrà, nel futuro. Gesù si immerge nella sua missione, anche se questa gli costerà la vita. Egli osserva la realtà che lo circonda e vede potere, guerre, sfruttamento, ingiustizia e povertà… Allora comprende che occorre cambiare la mentalità degli uomini che hanno creato quelle situazioni. Quindi si schiera a difesa dei poveri, sfruttati ed emarginati. Gesù insegna i valori di una società alternativa in cui i singoli individui si lasciano guidare dall’amore, manifestato attraverso il rispetto e il servizio che lui chiama Regno di Dio. Il suo messaggio però, disturba gli interessi economici dei potenti che, non credendo in Lui, molto presto lo uccideranno. Gesù è consapevole delle conseguenze della sua predicazione e al Battesimo ne dimostra l’accettazione simboleggiato dall’immersione nel Giordano. Gesù “vide squarciarsi i cieli”. Con il termine cielo, nel linguaggio comune, si intende la “residenza” di Dio. Gli Israeliti credevano che, a causa dei loro peccati, Dio chiudeva il cielo cioè ogni dialogo, ogni rapporto con loro dimostrando così disapprovazione (Is.63,19). Al Battesimo di Gesù il cielo si squarcia, si apre definitivamente e non può più essere richiuso. Con questa forma poetica Marco intende dire che Dio ama e perdona i peccatori (Mt. 9,12-13) chiede solo la conversione e l’accoglienza del suo amore. D’ora in poi, attraverso Gesù, la comunicazione tra Dio e gli uomini è presente costante e ininterrotta. “E vide lo Spirito discendere come una colomba”. Nel libro Genesi si legge che “lo Spirito aleggiava sulle acque” (Gn. 1,2). Lo Spirito è la forza creatrice e amante di Dio; i teologi e gli artisti, hanno applicato al termine “aleggiare”, l’immagine di una colomba. Questo simpatico volatile ha la caratteristica di tornare sempre al suo nido. L’immagine della colomba su Gesù, assunto anche come simbolo di pace, significa che tutta la forza, tutta la capacità di amare di Dio risiede, ha il suo nido, in Gesù. E per grazia, questa capacità vitale e amante, Gesù la dona a ciascuno di noi nell’Eucaristia. Dio approva Gesù e si compiace della sua missione e di tutti coloro che, da figli, tendono ad assomigliare a Lui nel comportamento.
MARIELLA RAPPAZZO
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