Mc 1, 21-28
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: “Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!”. E Gesù gli ordinò severamente: “Taci! Esci da lui!”. E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: “Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!”.
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
COMMENTO AL VANGELO DI DOMENICA 28 GENNAIO 2024 (Mc. 1,21-28)
In questo brano Gesù entra in Sinagoga e subito si mette ad insegnare. La Sinagoga era il luogo di riunione degli Israeliti intenti ad ascoltare l’insegnamento degli Scribi cioè i capi religiosi. Costoro si auto attribuivano una autorità assoluta e incontrastabile, proveniente direttamene da Dio. Gesù presenta il suo messaggio e gli ascoltatori rimangono stupiti. L’Evangelista Marco non ci riferisce quale sia stato l’argomento di insegnamento, sottolinea soltanto che Gesù insegna con una autorevolezza più alta degli Scribi. In effetti l’autorità degli Scribi era solo frutto di elaborazioni umane, tesa unicamente all’autoaffermazione. L’autorità di Gesù, invece, deriva direttamente dallo Spirito cioè dalla forza dell’amore di Dio. Egli sa parlare al cuore della gente e sa risvegliare in ciascuno tutte le energie d’amore interiori. Sa risvegliare, inoltre, lo spirito critico e gettare le basi dell’autonomia e della maturità personale. Gli uomini presenti nella Sinagoga, oltre ad essere stupiti del suo insegnamento, comprendono che solo Gesù possiede l’autorità divina di insegnare perché parla con verità. Questa nuova consapevolezza ha come conseguenza il rinnegamento dell’autorità degli Scribi e l’abbandono delle loro ideologie. Ma non di tutti. Marco ci riferisce che nella Sinagoga è presente un individuo anonimo (rappresenta quanti restano attaccati alla tradizione) che è posseduto da uno spirito impuro. Quando lo Spirito viene da Dio si chiama Santo. Quando lo spirito è imbevuto di ideologie contrarie a Dio (come il nazionalismo e il potere), si chiama impuro. L’opposizione tra i due spiriti è la stessa che esiste tra amore e odio, pace e violenza, servizio e dominio. Quell’uomo grida e parla al plurale: “Che vuoi da noi Gesù, sei venuto a rovinarci?” Costui era abituato all’insegnamento degli Scribi e ne aveva dato adesione in maniera acritica e per tradizione. Quando ascolta il messaggio di Gesù, si sente minacciato nelle sue convinzioni politico-religiose e va in confusione. Grida dicendo: “Io so chi tu sei: il Santo di Dio”. Questa espressione indica il Messia. Gli Israeliti, istruiti dagli Scribi, aspettavano un Messia di potere, capace di scacciare i Romani con le armi, ripristinare l’antico splendore di Israele e dominare sui popoli pagani. L’uomo vorrebbe che Gesù accettasse di essere quel tipo di Messia. Gesù dimostrerà, al contrario, di essere un Messia pacifico e di servizio e gli chiude la bocca dicendo: “Taci! Esci da lui!”. A poco a poco, quelle ideologie di potere, usciranno dalle convinzioni dell’uomo restituendogli la libertà e la dignità di figlio di Dio. Gli Scribi hanno perso autorevolezza davanti al popolo e, per il momento, non possono fare altro che accettare la sconfitta. Però… già covano vendetta. Infatti non passerà tanto tempo che a Gesù gliela faranno pagare molto cara.
MARIELLA RAPPAZZO
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