DOMENICA DELLE PALME 24 MARZO 2024 – ISTITUZIONE DELL’EUCARISTIA (Mc. 14,22-24)
La liturgia della Festa delle Palme ci presenta la Passione di Gesù secondo Marco (Mc.14,1-15,47). Nell’impossibilità di commentare un brano così lungo mi soffermerò solo sul brano dell’istituzione dell’Eucaristia (Mc.14,22-24). Gesù condivide un pasto per l’ultima volta insieme ai suoi amici. In un’atmosfera di condivisione Gesù prende un pane, lo benedice, lo spezza, lo condivide con gli altri e dice: questo pane sono io, nutritevi di me. Quando noi “mangiamo” Gesù sotto la forma del pane, la forza vitale e amante, lo Spirito di Gesù, entra dentro di noi. Chiunque accoglie il suo messaggio, diventa capace di esercitare la sua stessa capacità di amare. Questo ci abilita a pensare come Lui, parlare come Lui e agire come Lui, in base alle capacità di ciascuno. Nella 1 lettura di domenica scorsa abbiamo letto: “porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò dentro il loro cuore” (Ger. 31,33). Questo significa che l’individuo non deve ubbidire ad una legge esterna, un codice scritto, una dottrina… ma deve assecondare ciò che gli detta il cuore e la coscienza cioè quell’istinto interiore al bene che tutti possediamo: dobbiamo solo farlo fiorire.
Nella cena pasquale ebraica, quella che ricordava la liberazione dalla schiavitù in Egitto, gli Israeliti consumavano un agnello. La carne di quell’animale aveva dato la forza fisica di affrontare la fatica del viaggio di fuga. Nell’ultima cena di Gesù, l’agnello è assente perché il Signore non toglie la vita neppure ad un animale ma si sostituisce ad esso diventando quella “carne” capace di dare a noi la forza di fuggire dal peccato. Gesù non sacrifica la vita neppure di un animale, ma dona la sua. Quando si cucina un agnello, ci sono le parti migliori (che vengono offerte all’ospite di riguardo) e le parti meno pregiate. Nel pane di Gesù tutto è pregiato, tutto è buono. Non ci sono gerarchie da mantenere… ma una profonda unità e comunione tra i commensali. Gesù si fa pane per tutti, si fa alimento di vita per ognuno e chiede a noi di farci “pane”, alimento di vita, per gli altri. Farsi pane significa sfamare il desiderio di giustizia e fraternità che tutti desideriamo, ed anche mettersi al servizio degli altri soprattutto degli ultimi della società, così da evidenziare la loro dignità e farli sentire signori. Eucaristia deriva da Eucaros e vuol dire ringraziare e noi ringraziamo Gesù di donarci amore senza condizioni, a prescindere dai meriti… solo per dono. Partecipare all’Eucaristia esprime la profonda comunione col Signore (o come dico ai ragazzi… “comunella”!) cioè accogliere il Suo amore e renderci capaci di comunicarlo agli altri anche con un sorriso.
MARIELLA RAPPAZZO
VANGELO DI MARCO 14,22-23 22
Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo».
23 Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti.
24 E disse: «Questo è il mio sangue, il sangue dell’alleanza versato per molti.
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