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COMPAGNI DI CLASSE CINQUANT’ANNI DOPO

Anno scolastico 73/74, istituto commerciale “Leonardo DA VINCI”. Quegli alunni, allora giovanissimi, hanno CINQUANT’ANNI in più ma poco importa: giovanissimi lo sono sempre rimasti! La loro voglia di vivere, di affermarsi, di formare famiglia, di trovare un lavoro, di essere protagonisti nella vita di ogni giorno è stata al centro di una simpatica quanto attesa “rimpatriata”. Ma non erano tutti: mancavano gli insegnanti, qualcuno avanti negli anni, qualcuno in precarie condizioni di salute. Se ci pensiamo bene, neanche gli alunni hanno più l’età dei banchi di scuola (ma perché non penso per me, incaricato di riunire i miei compagni per una rimpatriata analoga, a distanza di 55 anni dal diploma, e siamo tutti da restaurare…?); ma si tratta di persone da me conosciute, persone che ho sempre stimato e nei confronti delle quali ho nutrito affetto cercando di dare amicizia disinteressata, ricambiata da analoga stima, riconoscenza ed altrettanta amicizia.

Quegli studenti non avevano perso lo smalto della loro giovinezza e, anche se con qualche anno in più, dopo cinquant’anni si sono raccontati le vicende di un periodo che, dopo la maturità, li ha visti incamminarsi su strade diverse. Rapporti di amicizia e di stima mai venuti meno: questo è il legame che consente di ritrovarsi per fare il punto e ripartire da dove si erano lasciati! La pizzeria, il ristorante, il menù, il vino o la semplice bevanda gassata rappresentano invece la scusa alla quale si ricorre per rivedersi, tutti assieme, dimenticando per una serata le preoccupazioni quotidiane, la famiglia, i figli, i genitori (se ci sono e saranno avanti negli anni), gli impegni…

Per una sera, seduti ai tavoli di un locale del Borgo, si sono ritrovati davanti ai menù Franca Di Bella, Silvana Italiano, Giuseppina De Paola, Gabriella Scibilia, Anna Corso, Marina Marchetta, Cristina Soldino, Tina Amalfa, Giovanna Gallo, Rina Gallo, quindi Nino La Mesa e Giuseppe Leone: i loro nomi, per rendere più agevole il riconoscimento, li abbiamo fatti coincidere con le immagini della foto, da destra a sinistra.

Chissà se quei menù hanno ricordato i libri di scuola, i quaderni, forse anche il temuto registro degli insegnanti, anche se solo per un attimo. E quegli studenti non hanno ricordato la lezione del giorno, il voto temuto per una impreparazione o quello meritato per avere studiato. Per quella sera il pensiero correva indietro nel tempo, e tutto il resto era rimasto fuori dal locale: mentre tutti si sarebbero scoperti inevitabilmente giovani, anche se per una sera; anche se per poche ore, assieme, sull’onda dei ricordi e del “come eravamo”!

Auguri amici! Auguri sinceri da chi non ha mai rinunciato a incontrare i suoi compagni, a rivivere la spensieratezza di quegli anni; illudersi di essere rimasto giovane, esuberante, goliardico. A convincersi che alla fine gli anni sono passati, ma noi siamo rimasti gli stessi!

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