CI COMPORTIAMO TUTTI COME UN CANE CHE SI MORDE LA CODA. E INTANTO LA CITTA’ VA IN ROVINA!
Quest’anno PASQUA arriva prima: e con Pasqua arrivano le belle giornate; e con le belle giornate dovrebbero arrivare i turisti. E i turisti potrebbero portare qualche soldino, per risollevare l’economia. E la città? E’ pronta o deve attendere maggio, o giugno, oppure luglio per accogliere i vacanzieri di agosto? Non mi pare che fino ad ora stia offrendo il meglio di sé. Non parlo del parcheggio sul lungomare, della svolta a destra obbligatoria di via Siro Brigiano che non osserva nessuno, del caos di piazza Roma, del dissesto sì – dissesto no del Comune: ai turisti queste cose interessano ben poco. Voglio parlare dell’immobilismo di noi milazzesi, tutti, indistintamente: e sul piatto della bilancia metto commercianti, industriali, liberi professionisti, insegnanti, casalinghe, operai, cassintegrati, disoccupati, politici, studenti, pensionati, ambulanti. Nessuno di noi muove un dito per migliorare la città: non dovremmo fare miracoli o salti mortali, ma solo le cose che rientrano nella normalità. Osservare le regole, quelle che vorremmo che siano osservate dagli altri, ma noi per primi non sappiamo dove stiano di casa. Porto qualche esempio: un noto professionista che a parole vorrebbe cambiare il mondo, ogni mattina deposita nel cassonetto i rifiuti, dopo che quello è stato svuotato. Un insegnante che si lamenta del traffico e delle soste in doppia fila, e a modo suo è ligio al codice, non indossa le cinture perchè sa bene che non lo fermerà nessuno. Il cassintegrato che cerca il posto per il proprio figlio, non disdegna di effettuare lavori pagati in nero, al posto di piccoli artigiani che sono costretti a praticare prezzi maggiori… E potrei andare avanti ancora per molto. Ma siccome l’argomento è Milazzo, la sua accoglienza, il suo decoro, il suo riscontro turistico fatto anche di gesti, comportamenti, iniziative, pulizia soprattutto, non credo che debba essere solo l’amministrazione a impegnarsi, mentre i cittadini siano solo spettatori. Spesso assenti, abulici, insensibili, pronti a criticare, a non muovere un dito, ma sempre spettatori! Non riesco a capire il perchè dell’abbandono del centro urbano: dal porto a Vaccarella si coglie la desolazione e la superficialità. Non riesco a capire perchè i cestini portarifiuti non possano essere svuotati appena si riempiono. Il servizio è previsto il giorno dopo, d’accordo. Ma gli stessi commercianti (con pochi euro a testa al mese) potrebbero incaricare qualcuno (ce ne sono tanti che cercano un lavoro…) che li svuoti, infili un nuovo sacchetto e dia anche una ramazzata per terra, togliendo qualche cicca di sigarette, qualche scontrino, qualche carta… Già conosco la risposta stizzita di qualcuno: “Deve farlo il comune!”. Lo dovrebbe fare il comune, ma ciò non significa che si debba attendere il giorno dopo solo perchè il lavoro degli operatori ecologici è previsto di mattina. Ma è meglio dare, nel corso della serata, quando le strade del centro storico, specie nel prefestivo e nel festivo, sono piene di persone a passeggio, l’impressione di una città sporca e trascurata? Strano che non ci abbia pensato nessuno, fino ad oggi. Nonostante abiti da pochi anni a Milazzo, mi risulta che i commercianti cercano iniziative per animare il centro: cosa c’è di meglio che mantenerlo pulito, pagando chi farebbe in orari diversi da quelli ufficiali un servizio che verrebbe solo apprezzato da tutti? Al momento mi fermo qui… non vorrei mettere in confusione chi ha bisogno di riflettere e mi auguro che possa pensarci per tempo! Così come mi auguro che non passi anche quest’altra stagione estiva, lontana solo un paio di mesi. Sappiamo che dopo Pasqua sarà alle porte; e allora la nostra attenzione, di cittadini solerti e premurosi, e con la pretesa di avere ordine e pulizia, si accentrerà sulle spiagge sporche e sulle docce che non funzionano, dando la colpa sempre al Comune, ma lasciando nello squallore e nella sporcizia il Lungomare…Anche qui, è naturale, la colpa sarà del Comune!
Carissima Redazione, credo, non a torto, di essere stato sino ad ora, attento e polemico nei confronti non tanto della città (vittima dei comportamenti dei suoi cittadini), ma dei milazzesi e di tutti quelli che gonfiano il petto come tacchini orgogliosamente difendendo il nome della città a parole e sputtanandola letteralmente a parole. Il dilemma è veramente grande. Ci sono fior fiore di cittadini che fanno della salvaguardia del contesto civico (si chiama cosi) un punto d’onore. Persone considerate normali, ovunque, ma da classificare come eroi in questo sito poco ordinato e diciamolo abbandonato a se stesso. Sarebbe facile dire che una città andrebbe, soprattutto se ha mire turistiche, attenzionata dal punto di vista della pulizia (doppio turno dei netturbini che svuotano i raccoglitori) e sparizione assoluta dei cassonetti con raccolta porta a porta, ma anche i cittadini mettono tanto del loro. Non curarsi delle proprie strade, della propria via, pensando che tutto quello degno di attenzione sia solo casa propria e niente altro, mostra la minutaglia cerebrale di cui siam dotati. Litigare per il rispetto delle regole ormai è diventato estenuante, anche perché se non ti vedi supportato, anche e soprattutto nei comportamenti da parte delle autorità costituite, tutto diventa faticoso. Essere il rompicoglioni di turno può essere una medaglia al valore civile, ma alla lunga non fa notizia e non produce risultati. Milazzo è cosi da diversi anni a questa parte, ed i milazzesi per comodità si sono adagiati alla consuetudine, al disservizio sociale, alla sporcizia civica, purché la cucina o il terrazzo di casa non sia infestato di pattume, anche se prodotto da te stesso. Ipocrisia 2.0, o meglio, milazzesità dei giorni nostri. Mi ricordo che mia nonna e le vicine di casa, scendevano la mattina presto a spazzare la strada davanti casa, e d’estate ci mettevano impegno maggiore, perché il sole ed il caldo sporcavano di più e il decoro di una casa, diceva mia nonna, comincia dal marciapiede fuori dalla porta. Filosofia ed educazione d’altri tempi. Ecco, dovremmo recuperare certe “tradizioni” ed il rispetto che è andato perduto. Per vergogna, per “finta ricchezza” moderna, o solo perché a Milazzo molti si sentono nobili, non avendo nemmeno le palle da mettere sullo stemma. Saluti