OTTO MORTI, E UN INQUIETANTE INTERROGATIVO, CHE NESSUNO PRENDE IN CONSIDERAZIONE. PERCHE’ CERTI DISASTRI DEVONO ACCADERE SEMPRE AGLI ALTRI…
Un patrimonio immobiliare ormai vecchio di almeno mezzo secolo. Enormi edifici costruiti negli anni del benessere economico, quando si è affermata l’industrializzazione, tutti localizzati nella zona di espansione prevista dal piano Regolatore dell’ing. Savoja, redatto nel primo ventennio del secolo. Appartamenti che nel giro di pochi anni sono aumentati di prezzo, anche più del tasso annuo d’inflazione, poichè la domanda superava l’offerta. Intere famiglie attratte dal sogno di una vita, trasferitesi in zone prima ritenute periferiche, nel nuovo nucleo residenziale di una città che allargava i suoi confini. Aumento delle superfici e delle stanze a disposizione dei nuclei familiari, con doppi servizi, tre, quattro, persino cinque camere oltre la cucina, più ripostiglio e “miraggio” del posto auto, trasformato grazie alla famigerata Bucalossi in attività commerciale. Potrei continuare ancora per molto, per me l’argomento è stato affrontato decine e decine di volte, e a tale proposito esistono anche diverse pubblicazioni distribuite gratuitamente, che solo gli appassionati o i più accorti hanno “saputo” leggere e valutare.
Ecco, in sintesi questa è Milazzo. Ma molti dei comuni della fascia costiera della nostra provincia presentano un patrimonio immobiliare simile, che necessita di interventi, spesso immediati e improcrastinabili. Purtroppo nei condomini si effettuano raramente lavori di estrema urgenza, che porterebbero a migliorare le condizioni esterne dello stabile, la sicurezza, e che al tempo stesso ridiano un valore agli immobili: costi troppo alti, non sempre è facile trovare ditte che montino ponteggi, che scrostino le facciate, che ridiano vita ai balconi o ai parapetti, che rimettano in sicurezza le terrazze sapendo che il condominio non ha i mezzi per pagare, che i condomini hanno fin troppe difficoltà ad andare avanti. Spesso i lavori, quando sono eseguiti, vengono dati in appalto a ditte che hanno già in mente di risparmiare sui costi: personale a volte non in regola, materiale non sempre di qualità, tempi non rispettati, contestazioni di quanto eseguito. A volte le stesse ditte che si aggiudicano gli appalti sono costrette a cessare la loro attività, con conseguente cancellazione dalla Camera di Commercio. Probabile che si trasformino in nuove aziende, ma spesso lasciano in sospeso quei lavori andati troppo per le lunghe, che pertanto rimangono come incompiute! Ma spesso gli interventi di manutenzione straordinaria non vengono effettuati per altri motivi: i primitivi proprietari degli immobili sono passati a miglior vita, agli eredi interessa ben poco dei sacrifici dei genitori e dei lunghi mutui ai quali gli stessi si sono sottoposti per acquistare la “casa”! Le spese condominiali, le tasse comunali, i lavori straordinari diventano spesso dei salassi imprevisti: e i cartelli di VENDESI, con l’intestazione di agenzie immobiliari, spuntate come i funghi a volte con scarse competenze ormai fanno bella mostra, prima di staccarsi dai vetri dei portoni del palazzo poichè l’adesivo non regge più… Investire sul mattone, ma cercando l’affare, e aspirare a vivere in una città, anzichè in un comune di dimensioni minori, dove i costi degli immobili saranno pur contenuti, ma nel corso dei decenni si dovranno affrontare spese per l’acquisto di una seconda auto, il motorino per i figli, il raggiungimento della città dove sono ubicate le scuole superiori, la palestra, il corso d’inglese, la scuola di ballo, i servizi essenziali che un piccolo centro non offre! Sacrifici da fare prima, quindi, finchè si è giovani, nel fiore degli anni, con uno stipendio sicuro, e quando i figli sono ancora piccoli ed hanno meno esigenze! E allora si acquistano a prezzi di realizzo appartamenti che hanno ospitato i vecchi nuclei familiari con due, tre o quattro figli. Prima di andarli ad abitare, e prima di mettere i mobili, si procede all’abbattimento di pareti, con ingegneri e architetti che stabiliscono le dimensioni dei vani (non si parla più di camere), smantellamento dei vecchi pavimenti in botticino 40 x 40 (quando non ne vengono piazzati sopra altri, il cui peso agisce sulle strutture…), infissi che vengono tolti, ceramiche e sanitari che per ovvi motivi devono cedere il posto alla vasca idromassaggio, ad una cucina più moderna e funzionale, per avere una casa vista negli spot pubblicitari! Purtroppo anche i pilastri subiscono martellamenti: ampie ferite per allocare cassette elettriche o fare passare i tubi in rame che potrebbero benissimo essere sistemati altrove, ma cadendo le pareti, non si trova di meglio! Cadono anche i cordoli in cemento armato che, un tempo, venivano previsti come raccordi per tenere in piedi le pareti, ad un’altezza di oltre due metri. Che spreconi i costruttori di allora! I vecchi immobili diventano nuovi, per modo di dire, ma il cemento ha più di cinquant’anni, e i tondini di ferro hanno un diametro sicuramente minore di quello usato originariamente per issare pilastri, tenere solette, formare le travi. Ma i lavori interni, sui quali nessuno sorveglia e dei quali tutti nei condomini sono al corrente, ma nessuno vede, chi li sorveglia? C’è un responsabile? E i materiali usati? E le ferite profonde riportate dai pilastri e dalle travi? E se… nel frattempo, quel martello pneumatico che per giorni, per settimane, per mesi ha accompagnato la vita condominiale avesse agito, consapevolmente o meno, su qualche struttura portante? E se anche a Milazzo, a Barcellona, a Messina o in qualche altro comune, a caso, si ripetesse la tragedia di Torre Annunziata? Lavori autorizzati, senza dubbio… ma ci dobbiamo fidare, ci possiamo fidare di quel che viene scritto al momento della concessione e poi disatteso per… diciamo comodità o per la necessità di aggirare ostacoli? Chi sarà in grado di darci una risposta? O è meglio parlare di tragica fatalità, dopo che la tragedia è avvenuta?
Carissima Redazione, basterebbe fare un giro per cantieri, per vedere come certi lavori andrebbero rifatti da capo, abbattendo il tutto. Ormai bisognerebbe essere più realisti del re, e mettere il naso in ogni passo della ristrutturazione della propria casa, con tecnico fidata accanto, oppure chiedere certificazioni che, però, avrebbero il valore della carta straccia. Siamo nelle mani di un mercato che, se una volta, vedeva in campo onesti artigiani e qualche speculatore, adesso, siamo all’opposto. Qualche onesto artigiano e molti speculatori che appaltano e subappaltano il tutto, abbassando prezzi e qualità. Mi ha fatto ridere l’uscita del ministro Del Rio, che dopo la tragedia (in Italia funziona così, sino al morto o alla tragedia, nessuno pensa o dice nulla, nei palazzi alti), ha parlato di libretto di stabilità dei palazzi o delle case. Sarebbe stato interessante chiedere lumi al ministro dei viadotti siciliani crollati dopo pochi giorni, o che attendono ancora di essere sistemati (quello prima di Boccetta, arrivando da Milazzo, sarebbe un bellissimo argomento da trattare); oppure dei vari mega progetti ministeriali o di edifici pubblici che, ospitando spesso e volentieri pubblico per erogazione servizi, devono dare l’esempio, assicurando la stabilità e la sicurezza. Ma son certo che il ministro, in questo senso, potrebbe benissimo starsi zitto e pensare a lavorare seriamente, invece di dedicarsi alle lotte intestine del suo partito. Siamo un paese di ipocriti e dell’emergenza; ennesimo caso di popolo bue che si accoda al potente, spesso incapace, di turno, e accetta tutto senza lamentarsi. Poi arrivano tragedie come queste e ci guardiamo attoniti ed impauriti. Verrebbe voglia di strapparsi i capelli a contare i morti “inutili” che abbiamo dovuto piangere, per inadempienze che, altrove, non sono nemmeno ammissibili. Benvenuti in Italia…..