di M.B.
Vuoi acquistare un presepe, o visitare i presepi mentre sei a Napoli? Vai a San Gregorio Armeno. Anche se da un anno all’altro non si è capito più nulla…
Una moltitudine di turisti che si riversa nella zona dei pastori, un agglomerato di persone che si aggira non più’ intorno alle botteghe storiche, alla ricerca della napoletanità genuina alla Eduardo, ma in mezzo ai troppi chioschi, friggitorie e locali fast food che sfornano prodotti a pieno ritmo. il tanfo di fritto che avvolge le strade del centro é insopportabile. Tavolini ovunque. Napoli é mille colori, pieni di quartieri diversi, ma qui ancora resisteva un respiro antico, caloroso, che va giorno per giorno a sparire: perché quella napoletanità è costretta a trasferirsi nelle periferie, al loro posto B&B, alberghetti, pensione.
Così è in pericolo la nostra identità che viene stravolta. Ma oltre all’inquinamento olfattivo, l’odore di pizze, pizzette, kebab, zeppole e quant’altro racconta il cambiamento del centro città. Un cambiamento che secondo gruppi di cittadini e associazioni potrebbe rappresentare una rovina, stravolgendo l’identità dei luoghi.
Quale beneficio ne ricaviamo noi napoletani, se anche il comune investe sul turismo, tagliando la spesa sociale? Quale beneficio se anche la munnezza del turista ricade su noi? Dal 2023 aumentata la tassa di un 20%, ed era tra le più care d’Italia.
Quale beneficio ne ricava il vecchio pensionato che prima poteva entrare gratis o avere agevolazioni sulle tante opere, mostre da visitarsi, se oggi è costretto a pagare gli esosi biglietti d’ingresso, soldi che vanno, ironia della sorte anche a società del nord?
Vedi Napoli e poi muori. Ma i primi a morire sono i napoletani…
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