Sarebbe stato un uomo di 42 anni oggi Daniele Perlungo.
Era uno di quei ragazzi che negli anni 80 avevano passato ore interminabili davanti ai programmi televisivi del tempo, ad immedesimarsi nei loro eroi, a rincorrere i sogni e a guardare lontano, a cominciare a congetturare cosa avrebbero fatto da grandi.
Daniele era figlio di Mario, uno di quegli amici che rimangono per tutta la vita inseparabili. E Mario, quel papà che ancora oggi non riesce a spiegarsi il perchè di una partenza assurda, affida i suoi sentimenti al suo profilo facebook: “Sono passati dieci anni e io non ho più parole da scrivere, solo che sei nei miei pensieri in continuazione, da quando mi sveglio fino a quando vado a dormire. E se la notte mi capita di svegliarmi, sei tu la prima cosa che si affaccia alla mente. E’ andato tutto storto e mai lo avrei immaginato. Ti voglio bene.“
Siamo testimoni del suo lungo tormento, il tormento di un padre che non riesce a venir fuori da un incubo, che ogni tanto scrive pagine di intensa poesia, che sta invecchiando come tutti noi coetanei, e che oggi, nel decimo anniversario di quel triste giorno, ha voluto che gli ricordassi sulle nostre pagine quel figlio andato via troppo presto. Lo ha fatto quasi con discrezione, poco fa, scusandosi perchè pensava di infastidirmi, di importunarmi. Non aveva voluto chiamarmi ieri, credendo di potermi “disturbare”! Ah, caro Mario, quanto ne avrei fatto a meno per lui e per tutti quei ragazzi che devo purtroppo ricordare, se fossero ancora con noi!
Ricordo Daniele PERLUNGO, non lo abbiamo dimenticato, lo sentiamo in mezzo a noi. Manca ad Anna, la sua mamma; manca ad Alfredo, il fratello. E sentirà parlare un giorno di questo zio, lassù fra gli angeli il piccolo Daniel, il nipotino nato lo scorso 6 luglio; comincerà a chiedere chi è quel ragazzo nelle foto; chi è quel bambino che giocava con il suo papà… chi sono quei due ragazzini con il nonno…
E sarà proprio Daniel, caro Mario, il nipotino che porta il nome di tuo figlio, a farti quelle domande strane alle quali dovrai dare una risposta. Ti chiederà di poterlo conoscere, di poterlo incontrare, e quando verrà, e quando potremo andare a trovarlo, e perchè è lontano…
Nelle risposte che non riuscirai a dare, ti verrà incontro con la sua innocenza, guardandoti sorpreso e curioso, perchè ha un messaggio e vuole sorpenderti…
Immagina se dovesse essere lui a dirti che lo aveva già incontrato, lassù, prima di arrivare per colmare il vuoto, per riempire quella casa! Già… non ci hai pensato, è ancora piccolo, e ancora non è arrivato il tempo delle domande scabrose ed indiscrete, dei numerosi perchè che rimarranno senza risposte. Ma se fosse così?
Non ci pensiamo, Mario; oggi come ieri, e come lo scorso anno, e come ormai da dieci anni il pensiero è per quel ragazzo andato via troppo presto.
Tuo figlio; il tuo Daniele.
Da domani, assieme a Daniele, pensarai anche a quel piccolino che cercherà il suo nonno; e quel nonno sarà pronto a partire, non importa come o quando, per trovarlo, stringerlo tra le braccia, sorridere, riprendere a sognare… E da lassù Daniele sarà contento per il suo papà.
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