GIOVANNI CAMARDA. LA SUA ATTIVITA’ SI SVOLGEVA IN PIENO CENTRO, FINO AGLI ANNI SESSANTA… CHI ERA COSTUI?
Tutti sanno che il termine sciuscià nacque a Napoli durante la Seconda Guerra Mondiale, nel periodo dell’occupazione statunitense, quando i bambini della città guadagnavano qualche lira facendo i lustrascarpe. La parola, tradotta in napoletano dall’americano shoe-shine pronunciato dai soldati americani, divenne per l’appunto SCIUSCIA’… Grazie a Vittorio De Sica, i piccoli lustrascarpe divennero i protagonisti di uno dei suoi film più famosi del Neorealismo. Quello del lustrascarpe fu un lavoro praticato da moltissime persone, in Italia e all’estero, per sbarcare il lunario e mantenere la famiglia, incoraggiato dalla progressiva diffusione della scarpa di pelle, in tempi in cui si aveva particolare cura per l’abbigliamento e gli accessori. A Milazzo c’era il lustrascarpe. Aveva una postazione fissa, anche se la svolgeva all’aperto, accanto al Bar Castelli, e la sera riponeva la seggiola e lo sgabello su cui egli prendeva posto sotto l’arco di ingresso dell’atrio del Carmine. Un signore semplice, che era orgoglioso del lavoro che praticava. Un signore che ha rappresentato per la città di Milazzo un momento di transizione dal dopoguerra agli anni del benessere economico, benvoluto da tutti e sempre puntuale nel suo modesto lavoro. Ringrazio il nipote, che porta il suo nome, per avermi offerto questa possibilità di ricordarlo con emozione. E’ giusto proporlo a chi, in qualsiasi città d’Italia o del mondo, vuole commuoversi un po’ ricordando questi amici ai quali i nostri padri o i nostri nonni davano il compito di tenerli “in ordine”… e che oggi non ci sono più…