VENT’ANNI DI STRAORDINARIA CARRIERA, MA SOLO LA FINALE OLIMPICA CI FA ACCORGERE DI UN CAMPIONE PARTITO DA MILAZZO PER REALIZZARE I SUOI SOGNI…
Ci siamo accorti che un milazzese ha partecipato alle Olimpiadi brasiliane ed ha vinto la medaglia d’argento. O, per chi non è mai contento, ha perso la medaglia d’oro: perché questo era il sogno di chi seguiva le partite comodamente seduto sul divano di casa, l’oro olimpico! Adesso scopriamo che quel ragazzo non più giovanissimo vent’anni fa decise di andarsene da Milazzo, portando con sé i ricordi dell’infanzia e sognando traguardi difficilmente raggiungibili se avesse deciso di non lasciare la “sua” città. E quella che fu la sua città, dalla quale si deve partire se si vogliono coronare i sogni, si accorge di lui solo perchè è salito sul podio. Una storia vissuta già nel 1978, quasi quarant’anni fa. Anche allora Milazzo si accorse che a Roma, in una semifinale per la conquista del titolo mondiale di pallavolo, nella formazione italiana c’era un certo Antonio Scilipoti, figlio dell’indimenticato prof. Pippo, che con le sue schiacciate aveva incantato il pubblico del Palazzetto romano demolendo i muri della fortissima rappresentativa cubana, e spingendo l’Italia in finale contro i mostri sacri dell’ex Unione Sovietica! Corsi e ricorsi storici, sappiamo purtroppo che è così. Ma per un Daniele Sottile del quale si scoprono le origini, quanti rimarranno dimenticati in questa città abulica, costretti a patire le pene dell’inferno e a dare un calcio a quei sogni di gloria che svaniranno con il passare degli anni? Sappiamo bene come funziona lo sport da queste parti: un tesseramento “a vita”, che lega a società che non tanto facilmente cedono i loro gioiellini, il solito tran tran fatto di allenamenti, di serate oziose, di libri e interrogazioni; e con il tempo e i risultati che non arrivano, soprattutto per mancanza di soldi e di sponsor, spesso viene meno anche la voglia di allenarsi. Ragazzi promettenti, come tanti in tante città d’Italia: per i quali finisce d’un tratto l’anonimato se si riesce a prendere quel treno che passa una sola volta, nella vita! E’ successo ad Antonio, è successo a Daniele. Storie vecchie decine di anni: ma a quanti altri capiterà? Ci sarà quel tecnico venuto da lontano che scoprirà nei più giovani quel talento, quella grinta, quella passione che li strapperanno da quel palazzetto di Via Tukery, regalo prezioso e irrinunciabile dei compianti Franco Bruno e Nino Torre? E senza il quale, occorre riconoscerlo, le innumerevoli società che si contendono le poche strutture disponibili, ma solo per il gusto di primeggiare in una guerra combattuta fra poveri, non saprebbero come distribuire i nuovi acquisti del numerosissimi vivai la cui validità è tutta da scoprire? Lo sport, che a Milazzo non decolla, ha avuto tanti esempi da seguire. Daniele Sottile è figlio di quella pallavolo cresciuta dopo l’exploit della nazionale di Pittera, ai mondiali del 1978. E Scilipoti, figlio del prof. Pippo, è stato anche l’artefice della crescita di questo sport, che deve tanto a Pippo Maio, ma non avrebbe potuto avere stimoli senza il campione che partì per la vicina Catania a difendere i colori dell’imbattibile Paoletti (nella foto) da imitare e superare. Onore a Scilipoti, per quel che è accaduto ieri; e onore anche a Daniele Sottile, milazzese, 37 anni compiuti a Rio, dietro il quale potrebbe prendere corpo un movimento che, fra altri venti o trent’anni, probabilmente sfornerà un altro talento in maglia azzurra. Siamo disposti ad attendere tanto tempo? E per i nostri giovani cosa si prospetta, se non verranno realizzate quelle strutture che si attendono da decenni? Il Palazzetto, invecchiato prima di essere inaugurato; la piscina, frutto di un regalo, ma inadatta a ospitare gare di un certo livello con i suoi 25 metri; un campo da rugby, che solo la caparbietà di un sodalizio che fa capo ad Attilio D’Asdia ha saputo rendere praticabile; una pista di atletica leggera, per evitare che i nostri giovani vengano dirottati verso società della provincia, prima di essere ceduti a chi ha bisogno di rastrellare punti nel Campionato di Società. Fra quattro anni, a Tokio, Sottile avrà 41 anni; difficile che ci sia, nonostante la sua strepitosa carriera e i suoi allori. Ci sarà, probabilmente, Ursula Gitto, punto di forza del Setterosa di pallanuoto, con i suoi 22 anni e proprio per questo penalizzata a favore delle più “grandi” e lasciata a Milazzo, a insegnare ai bambini della Tonnara a nuotare! Ci sarà qualche altro? Non lo sappiamo, lo scopriremo strada facendo. Anche se lo costringeremo, con la nostra apatia, ad emigrare, saremo contenti di esultare per un milazzese che ha fatto strada. Ma non tutti: ci saranno anche gli invidiosi, quelli che non amano lo sport!