SI E’ SPENTO ALL’ALBA DI STAMATTINA, DOPO UN LUNGO RICOVERO OSPEDALIERO. SCOMPARE L’ULTIMO ESPONENTE DI UNA POLITICA CHE RESE GRANDE MILAZZO.
La telefonata che non ti aspetti, e chi ti lascia l’amaro in bocca: Santino, è morto mio zio Fano. Lapidaria, la notizia arriva pochi minuti dopo la scomparsa di un uomo che era un amico affettuoso, una persona disponibile, un politico al quale si riconoscono tanti meriti. Stefano Doddo, familiarmente chiamato Fano, fu esponente di primo piano della Democrazia Cristiana. Lo conobbi quando, ragazzino, mi suonò strano quel titolo che lui aveva: Console del porto. Compresi che quel signore con i baffoni, papà di un mio compagno di giochi negli anni della Sena, era un personaggio importante! E importante lo era veramente, Fano Doddo, tanto che la politica del tempo lo corteggiò per la sua immensa popolarità e la notevole base elettorale. Scese in lista nel 1960, una civica capeggiata dal dott. Faranda, che sarebbe diventato Sindaco di Milazzo, ma non venne eletto. Entrò comunque in consiglio la tornata successiva, nelle elezioni del 23 e 24 novembre 1964. E ogni volta sarebbe stato uno dei più votati, secondo solo dietro il dott. Stefano Cartesio. La sua forte personalità e il suo vasto seguito gli assicurò, dal 1970 al 1985, un ruolo di primo piano nelle giunte comunali: assessore con Cartesio, nel 1970 e nel 1975, quindi nel 1976 con il prof. Franco Lampone; ancora con Cartesio nel 1976; successivamente con il prof. Ruvolo, nel 1977; con il cap. Francesco Catanzaro, nel 1978 e nel 1980; ancora con Cartesio, nel 1980; e poi nel 1983 con Miroddi, nel 1984 con Andrea Greco, nel 1985 con Cartesio, prima di cedere il posto ad altri assessori frutto degli accordi fra la DC con gli esponenti dei partiti che l’avrebbero sostenuta, nonostante l’elettorato, in quegli anni, le avesse riconosciuto la maggioranza assoluta ed il ruolo indiscusso di maggior partito a Milazzo. Fu artefice dello scioglimento del consiglio comunale nel 1993, quando una battaglia senza esclusione di colpi portò Lilla Formica a rivestire la carica di Sindaco, superando Franca Cigala. Fu l’ultimo infatti a firmare le dimissioni da consigliere comunale, portando alla decadenza del civico consesso e favorendo il passaggio verso la Seconda Repubblica, caratterizzata dall’elezione diretta del Sindaco da parte dei cittadini. Era il 1993.
Fano Doddo non si lasciò più attrarre dalla politica, anche se fece una sporadica apparizione ad una tornata provinciale, che gli garantì una messe di voti, ma non l’elezione, per i giochi dell’attribuzione dei seggi, delle percentuali e di tante altre cose che suonano strane all’uomo comune! Si ritirò e si prese cura del suo patronato, che tante soddisfazioni gli avrebbe dato per il semplice fatto che il vecchio Fano Doddo sarebbe rimasto sempre a contatto con il popolo, con la sua gente, con chi avrebbe avuto bisogno di lui. Disinteressato e spontaneo come sempre, distinto e garbato nei modi e nei comportamenti, generoso e disponibile, questo giornale gli ha voluto riconoscere il PREMIO TERMINAL per il suo impegno politico mai venuto meno, e l’assegnazione lo ha reso molto felice, addirittura emozionato come un ragazzino!
E TERMINAL vuole ricordarlo ancora una volta ai suoi lettori, alla gente che lo ha conosciuto ed amato, alla cittadinanza che lui ha sempre messo in primo piano durante il suo impegno politico. Ai familiari vanno le nostre più sincere condoglianze. Personalmente, stringo affettuosamente in un abbraccio il figlio Franco, compagno d’infanzia e come un fratello per me. Addio, amico Fano Doddo, o, come ci piaceva chiamarla, Assessore…
(nella foto, Fano Doddo al centro, nel corso di una processione. A fianco, Mimmo Di Meo e Stefano Cartesio, due tra i maggiori esponenti di spicco della DC di quegli anni)