“Nell’industria musicale italiana, essere una donna è ancora dura, abbiamo ancora molto lavoro da fare“, afferma Annalisa, una delle popstar del momento.
“Sono femminista, il mio è un manifesto politico di donna libera“, afferma Elodie, l’altra popstar più un voga.
I proclami sulla donna penalizzata ed emancipata non mancano mai, poi però queste star sono sempre svestite. Per loro è coerente, spogliarsi simboleggia la libertà, non si rendono conto di essere diventate proprio le donne oggetto contro cui dicono di combattere. Il loro fan medio le segue meramente per l’aspetto fisico in preda agli ormoni patriarcali.
E la proposta musicale? Banalità studiate a tavolino con ritornelli che si stampano in testa delle masse abbinati a balletti per spopolare su tik tok. Un bel modo per mostrare l’intelligenza femminile.
Imbarazzanti corti circuiti del mondo pseudoemminista.
COMMENTO: Ma chissà perché Mina, la Vanoni, la Oxa, Patty Pravo, Alice o Mia Martini non hanno avuto di questi problemi. Forse perché facevano il mestiere adatto a loro, ossia le cantanti? Basterebbe dire “lo facciamo perché piace” senza fare campagne al nulla per giustificare la vendita di un’immagine totalmente edulcorata dall’oggi al domani. Non c’è niente di male nel vestirsi succinte, ma se ammettessero che aiuta a vendere di più, non ci sarebbe nulla di male…. È l’ipocrisia il problema, l’ipocrisia stride e la gente non vuole essere presa per i fondelli, è un’offesa all’intelligenza di ognuno attaccare etichette di patriarcato e femminismo per mostrare le tette per vendere. Poi, diciamocelo chiaramente, che vengano tutte da certi programmi spazzatura, la dice lunga su dove arriveremo…
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